Non entro nel merito del dibattito che da qualche anno vede protagonista la comunità delle Anime Sante di Bagheria attorno alla collocazione della statua della Vergine, statua a cui ogni bagherese credente e non solo è affezionato.
Potrebbe essere un dibattito interessante per gli storici, per i filologi, per chi si occupa di storia locale o per chi ne potrebbe fare una lettura teologica. Una cosa è certa, in questo inasprirsi di posizioni che coinvolge parte dei nostri cittadini, in questo scontro ideologico, improntato sulla salvaguardia della tradizione o sull'innovazione, qualcuno ne sta approfittando, coglie l'occasione proficua per acuire ancora di più lo scontro per mettere in cattiva luce una parte rispetto all'altra, diffondendo dubbi, paura, sospetto, creando cosi un clima irrespirabile, insostenibile ripreso anche dagli organi di cronaca. Lo sfregio ultimo della facciata della chiesa ri-fatta nel 1902 con questo stile neoromanico, semplice, elegante, austero, e l'ennesima minaccia scritta rivolta a don Giovanni Basile, da poco tempo parroco della comunità deve invitarci ad una riflessione, ad una disponibilità al confronto, alla discussione, alla ricerca di una posizione mediana, equilibrata che metta al centro non la collocazione di una statua, ma un percorso di crescita come cristiani e come cittadini. Poi il confronto si può aprire alla discussione con storici, critici, architetti, potrebbe venirne fuori un bel convegno sulla chiesa delle Anime Sante. Forse, anzi, certamente il confronto, e soprattutto la salvaguardia di un bene prezioso, che è un luogo di culto, casa della comunità, ma anche un patrimonio culturale che racconta e conserva un pezzo importante della nostra storia, può arginare la codardia di qualche di chi usa gli atti intimidatori per destabilizzare e creare paura. Lo sfregio della facciata deve renderci uniti nella condanna e la sua salvaguardia e promozione potrebbe anche appianare dissapori, contrasti, chiacchiere, pregiudizi e rancori che non fanno bene a nessuno e soprattutto non dovrebbero appartenere a noi che ci professiamo cristiani. Ma si può sbagliare, importante è avere il coraggio di rialzarci, chiedere scusa e costruire, accompagnati dallo sguardo di Maria, nostra madre. Un abbraccio a don Giovanni e all'intera comunità