Intervista alla ricercatrice bagherese Rossella Greco- di Pietro Canzoneri

Intervista alla ricercatrice bagherese Rossella Greco- di Pietro Canzoneri

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La brillante ricercatice universitaria bagherese Rossella Greco è la protagonista della seconda intervista della rubrica sui giovani e il futuro di Bagheria curata da Pietro Canzoneri. Una rubrica che vuole ambiziosamente offrire nuove chiavi di lettura sulle prospettive della nostra comunità.

 Da quanto tempo ti trovi fuori da Bagheria e dove vivi attualmente ? 

Ho lasciato Bagheria nel 2006. Ho studiato e lavorato a Milano, Bruxelles, Boston e New York. Sono tornata in Italia da circa un anno e attualmente vivo a Napoli.

 

Di cosa ti occupi in questo momento e quali progetti hai già realizzato nell'ambito professionale ?

Sono una ricercatrice, mi occupo di ricerca economica, in particolare studio gli aspetti politici dei fenomeni economici. Ho conseguito un PhD in Economia a Boston College ed ho lavorato sia in istituzioni ed enti di ricerca pubblici e privati che in società multinazionali di consulenza economica. Ho inoltre insegnato in diverse università, sia in Europa che negli Stati Uniti.

 

Le tue radici “baariote” sono state un valore aggiunto, o sono state ininfluenti nel tuo percorso umano e professionale ?

Non credo che ci sia un carattere particolare dell'essere di Bagheria che renda le persone speciali o che faciliti il loro successo lontano da Bagheria. Per quanto mi riguarda, ho avuto la fortuna di avere a Bagheria ottimi insegnanti che mi hanno preparato ai miei studi futuri. Più che le mie radici bagheresi, sono state e mie radici siciliane ad aver giocato un ruolo determinante nei miei interessi professionali e nelle mie scelte: la motivazione che mi ha spinto a 18 anni a studiare prima economia, e poi anche il legame tra economia e politica, era il tentativo di comprendere le cause e i possibili rimedi alle difficoltà sociali ed economiche del Mezzogiorno in generale, e della Sicilia in particolare.

 

 Come appare oggi bagheria dall'esterno, con lo sguardo di chi non ci vive più ma vi torna saltuariamente; e cosa ritieni vada fatto prioritariamente in questa cittadina?

Da un lato vedo una città in sofferenza economica e di identità, dall'altro registro positivamente l'attività di alcuni giovani che stanno scommettendo sulla nostra cittadina: trovano nicchie di mercato non sfruttate e cercano di conquistarle con prodotti innovativi e con servizi di alta qualità. Alcuni hanno persino sposato la causa del "giving back", cioè di restituire parte dei loro profitti alla collettività impegnandosi in progetti di pubblica utilità. Si deve cercare di non sprecare queste energie. Dal suo canto, l'amministrazione comunale non ha molte leve, visto che le politiche di sviluppo sono di competenza regionale e nazionale. Potrebbe però forse ambire ad ampliare la clientela potenziale di queste imprese ad esempio lavorando sui collegamenti con le zone marinare limitrofe e con Palermo. Migliori collegamenti aumenterebbero il mercato potenziale delle imprese bagheresi e permetterebbero di inserire Bagheria nei percorsi turistici e nelle attività produttive del capoluogo. Ciò potrebbe creare un indotto di servizi e stimolare la nascita o rilocalizzazione di imprese sul territorio comunale.

 

Se dovessi immaginare il tuo futuro tra qualche anno, lo vedi a Bagheria o ritieni che 'ritornare' equivalga ad una sorta di passo indietro?

Torno volentieri a Bagheria perché lì sono le mie radici, ma non penso al momento alla possibilità di un rientro definitivo perché nel mio lavoro è molto importante avere una "massa critica" di ricercatori e, in questo momento della mia carriera, le mie migliori opportunità sono altrove.

 

Sempre più giovani lasciano la Sicilia per cercare fortune altrove, tu cosa ne pensi di questo fenomeno ?

Data la mia esperienza, io sono ovviamente favorevole a periodi più o meno lunghi di studio o lavoro all'estero o comunque fuori dalla Sicilia. Queste esperienze trasmettono competenze professionali e personali ed insegnano il rispetto della diversità culturale. Il problema non sta nei giovani che vanno via, ma nel fatto che pochi tornano. Non si può però pretendere che un giovane torni per mera nostalgia. Occorre che il territorio di origine sia attrattivo per chi si è formato, ha lavorato ed ha altre opportunità altrove. In questo dovrebbero svolgere un ruolo importante le amministrazioni pubbliche ad ogni livello di governo.

 

Forse è soltanto orgoglio o spirito di appartenenza ad una comunità, ma sembra quasi che i bagheresi fuori dai propri contesti di nascita riescano a tirare fuori capacità insospettabili e a competere ai massimi livelli nei rispettivi campi di conoscenza, ritieni vi sia un fondamento in questa considerazione?

È possibile che tra coloro che emigrano ci siano più persone con motivazioni o ambizioni forti, rispetto a quante ce ne sono fra chi resta. La motivazione e le ambizioni permettono di resistere al meglio alle difficoltà che si incontrano e possono poi riflettersi in risultati professionali notevoli.

Intervista di Pietro Canzoneri