Intervista all'Ingegnere giramondo Giuseppe Sorci- di Pietro Canzoneri

Intervista all'Ingegnere giramondo Giuseppe Sorci- di Pietro Canzoneri

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La terza intervista della rubrica “Giovani e futuro” curata da Pietro Canzoneri è realizzata con l'Ingegnere bagherese Giuseppe Sorci. Poche domande per riflettere e conoscere il punto di vista dei giovani che si trovano fuori Bagheria sullo stato dell'arte e le prospettive della nostra comunità.

Da quanto tempo ti trovi fuori da Bagheria e dove vivi attualmente?

Vivo a Torino da 7 anni, mi sono trasferito qui immediatamente dopo la laurea specialistica in Ingegneria Gestionale, conseguita a Palermo. 

Di cosa ti occupi in questo momento e quali progetti hai già realizzato nell'ambito professionale?

Mi occupo di sistemi per le linee di produzione seguendo progetti Manufacturing, Qualità e Tracciabilità. Dopo alcuni anni in consulenza per il gruppo FCA, che mi hanno permesso di lavorare in stabilimenti produttivi di mezzo mondo, oggi lavoro per Lavazza dove ricopro il ruolo di IT Manufacturing Manager, gestisco fornitori e clienti interni e sono responsabile di importanti progetti IT per gli stabilimenti del gruppo. 

Le tue radici “baariote” sono state un valore aggiunto, o sono state ininfluenti nel tuo percorso umano e professionale?

Credo che le radici baariote siano state un valore aggiunto nella capacità di adattarsi e nella gestione dei rapporti con le persone con cui mi sono trovato a lavorare. Nel DNA del bagherese c’è la capacità di “arrangiarsi”, di riuscire ad adattarsi velocemente al contesto dove si trova. Allo stesso tempo, credo fieramente, che il baarioto abbia una mentalità aperta, capace di imparare da chi incontra nel suo cammino.

Come appare oggi Bagheria dall'esterno, con lo sguardo di chi non ci vive più ma vi torna saltuariamente; e cosa ritieni vada fatto prioritariamente in questa cittadina?

Bagheria appare oggi abbandonata e poco valorizzata, ma c’è speranza. Ci sono tanti tra chi è rimasto con cui è bello confrontarsi e che ammiro per quello che sono riusciti a fare. Bagheria è territorio di enormi potenzialità e chi riesce a sfruttarle, con sudore, un po’ di fortuna e qualche incazzatura, la migliora e vive una terra bella, bellissima, colorata e profumata, che sa ospitare cultura e impegno civico. Bagheria ha bisogno di progettualità, di legalità, di infrastrutture, di hospitality per rilanciare il turismo.

Se dovessi immaginare il tuo futuro tra qualche anno, lo vedi a Bagheria o ritieni che 'ritornare' equivalga ad una sorta di passo indietro?

Ritornare non sarebbe affatto un passo indietro, ma la vedo come una prospettiva improbabile. Già durante gli studi, con i primi amici laureati che si spostavano al nord Italia, avevo intuito che, da ingegnere industriale, difficilmente avrei trovato realizzazione professionale nella mia terra dove industria quasi non ce n’è. Andare via significa anche allontanarsi dagli affetti e dalla propria famiglia e scontrarsi con una lontananza che a volte è ostacolo a farsene una propria.

Sempre più giovani lasciano la Sicilia per cercare fortune altrove, tu cosa ne pensi di questo fenomeno?

È triste e ti fa sentire impotente. Non sono stato obbligato, sono cresciuto credendo che “se hai voglia di fare e consapevolezza dei tuoi mezzi, riesci a combinare qualcosa di buono”. La prova sono i tanti amici che sono riusciti a inventarsi e investire nelle loro attività a Bagheria, io ho scelto di “arrangiarmi” sfruttando le competenze acquisite nell'ottima Università di Palermo per contribuire, nel mio piccolissimo, allo sviluppo e all'economia di un’altra comunità.

Ritengo che il fenomeno migratorio di giovani sia effetto di una politica miope perpetrata negli ultimi 30 anni e, a mio modo di vedere, portata ancora più all'estremo dall'incapacità dei governanti attuali, espressione di una mediocrità in cui non riesco proprio a riporre le mie speranze.

Forse è soltanto orgoglio o spirito di appartenenza ad una comunità, ma sembra quasi che i bagheresi fuori dai propri contesti di nascita riescano a tirare fuori capacità insospettabili e a competere ai massimi livelli nei rispettivi campi di conoscenza, ritieni vi sia un fondamento in questa considerazione?

I bagheresi sanno tirare fuori il buono (e il cattivo) ovunque si trovino. Peccato che tanti lo possano fare lontano da Bagheria.

Intervista di Pietro Canzoneri