Perchè a Bagheria l'informazione non è mai stata "business"?

Perchè a Bagheria l'informazione non è mai stata "business"?

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Qualche settimana fa, ci capitò di parlare con un giovane studente universitario che come tesi di laurea stava preparando uno studio sulla storia dell’informazione a Bagheria.

Manifestava grande meraviglia questo studente per il fatto che nella nostra città, realtà peraltro molto ricca anche nel passato di testate giornalistiche, non ci fosse mai stato (almeno io non ne ho memoria), un “progetto editoriale” che abbia avuto il taglio di una vera e propria iniziativa imprenditoriale.
Non sono riuscito a trovare una spiegazione esauriente.

Pubblicazioni estemporanee, legate magari a momenti storici e situazioni politiche particolari, numeri unici e pubblicazioni dalla periodicità incerta, che si spegnevano per poi rinascere magari sotto nomi diversi; grande vivacità sì, ma nessuna iniziativa che avesse appunto il requisito della “impresa editoriale”.

Neanche adesso si può dire che negli strumenti di informazione presenti a Bagheria, si manifesti questo requisito.
Molta passione e volontarismo, individualismo, ma mai idea corale ed economicamente redditizia, quantomeno nelle intenzioni.

Nel settore della carta stampata, adesso a Bagheria c’è un periodico settimanale, “Il Settimanale” appunto, uno bimestrale “L’Approfondimento”, ed uno trimestrale “Il nuovo paese”.
Una offerta informativa quindi ampia e articolata che ha una importante fascia di utenza, ma che non ha dietro progetti imprenditoriali.
Anche le cose più recenti ricalcano un po’ queste caratteristiche di occasionalità, di iniziative individuali, e non di vere e proprie “imprese”.

Da qualche anno a Bagheria, sono nati oltre al sito ufficiale del Comune di Bagheria, una serie di “blog” e dei veri e propri quotidiani on line, di cui almeno due, bagherianews.it e 90011.it con migliaia di accessi giornalieri.

Una fascia di utenza particolare, giovani soprattutto, ma anche impiegati, insegnanti, imprenditori e professionisti di cultura medio-alta, che hanno una grande familiarità con l’uso dei computer, ed abituati ormai a consumare una informazione veloce, quasi in tempo reale che molto spesso ormai anticipa, sugli eventi di cronaca locale soprattutto, anche le televisioni e fa sembrare vecchi i giornali del giorno dopo.
Anche questa comunicazione on line si è ormai ricavata un proprio spazio nel “mercato”, senza assumere però le dimensioni di impresa.

Più articolata e complessa l’evoluzione delle tv locali, a cui forse potrebbe essere riconosciuto in una certa fase, il merito del tentativo di fare impresa.

Alle pubblicazioni su carta stampata si aggiunse orsono quasi venti anni l’informazione via etere, radio prima e poi televisiva; e fu questa che così come avviene per le tv nazionali private cambiò l’ approccio dei cittadini di Bagheria e di quella dei comuni vicini nei confronti del prodotto “informazione”.
All’inizio a Bagheria furono due emittenti televisive TV 8 e Tele One: furono i primi degli anni ’90 anni eroici per questo tipo di strumenti di informazione.

Intanto c’era una concorrenza vera.

Si cercò di scimmiottare i modelli nazionali: quindi i notiziari, magari più edizioni in un giorno, e in un primo tempo anche in diretta.
C’erano le riprese degli avvenimenti sportivi, le partite di calco soprattutto ma anche la festa patronale, talvolta in diretta; c’erano le trasmissioni di intrattenimento per adulti e bambini, le trasmissioni a quiz e a premi; c’erano, anche queste in diretta, con le telefonate dei telespettatori, le trasmissioni di dibattito e approfondimento politico.

Nacque tra la gente e trovò grosso riscontro questa attenzione per le vicende del proprio cortile; ed ancora oggi esiste una fascia molto ampia di popolazione soprattutto di età medio alta e di livello culturale medio o modesto che segue nel nostro caso l’unica televisione locale rimasta a Bagheria, vale a dire Teleone.

Anche perchè qualcuno, TV 8 nel nostro caso, non capì in tempo che il nostro tessuto economico, gracile e modesto, non consentiva introiti pubblicitari tali da coprire i costi, e fu assorbita da Teleone.

Ma arriviamo all’oggi e alla considerazione che ci interessa fare.

Qualche giorno fa la notizia, che nella gara, peraltro già celebrata anche due anni fa, per la messa in onda delle sedute di consiglio e di una trasmissione di servizio dell’amministrazione, “Bagheria in …comune”, l’emittente regionale TRM aveva fatto un ribasso maggiore rispetto a Teleone.
Ma va precisato che il modesto ribasso offerto da Teleone, oltre a tenere conto dei costi veri, ha una sola motivazione.
Nel senso che l'editore è convinto di essere l'unica emittente ad avere uno dei requisiti essenziali richiesti dal bando, vale  a dire la copertura integrale del territorio comunale, requisito sia detto per inciso che avrebbe reso possibile, come in altre occasioni e realtà l'affidamento diretto.
La partecipazione ha il valore di mettere Teleone in condizioni di potersi opporre all'eventuale assegnazione ad altre emittenti.
Quindi nessun divorzio, nessun sindaco che toglie qualcosa a qualcuno.

Ora noi non vogliamo occuparci dell’editoriale di Enzo Speciale, direttore di Tele One, molto critico nei confronti del sindaco e dell’amministrazione.
Ogni direttore di un organo di informazione è libero di regolarsi come meglio crede.
Ne risponde solo ai suoi ascoltatori, all’editore per chi ce l’ha, e alla legge ove necessario.

Noi possiamo dire solo per la nostra parte, essendo stati responsabili del notiziario ”Bagheria in … comune” che sindaco, assessori, amministratori e consiglieri di maggioranza e di opposizione hanno legittimamente usufruito di uno strumento di informazione, di cui liberamente l’amministrazione si era dotata per far conoscere ai cittadini la vita dell’Ente, e che a tutti, nessuno escluso, veniva data la possibilità di esprimere la propria opinione e di farla conoscere ai cittadini.

Ma il problema vero è però un altro: non è solo chi manderà in onda i consigli comunali, che se vogliamo, ed anche se noi lo consideriamo un grande fatto di democrazia non è la questione essenziale.
Il problema vero rimanda a quella informazione diffusa e pressocchè quotidiana che veniva data sulle vicende di Bagheria: copertura informativa a nostro avviso essenziale e vitale per una grande comunità come la nostra.

Grazie ai notiziari di Teleone (e di Antenna Uno e Video One che li replicavano), quanto accadeva a Bagheria diventava patrimonio di conoscenza non solo di migliaia di bagheresi, ma di decine e decine di migliaia di abitanti di Palermo e Provincia.
Ne emergeva un ruolo di Bagheria di straordinaria proiezione esterna: eventi culturali, sociali, politici, sportivi e di attualità venivano quotidianamente portati alla conoscenza di una fascia larghissima di opinione pubblica, con una crescita di straordinario valore culturale oltre che di sapere per migliaia e migliaia di bagheresi e non solo, che non leggono i giornali e non seguono i siti on line, e con un ritorno di immagine straordinariamente importante per la nostra comunità.

Noi dubitiamo seriamente che un TG di valenza regionale come quello che manda in onda TRM, sulla sua rete “ammiraglia” possa ospitare quotidianamente due o come spesso succedeva tre “servizi” su Bagheria o comuni del comprensorio, come peraltro esplicitamente previsto nel capitolato dell’appalto, laddove si richiede una “copertura” totale di quanto viene organizzato a Bagheria.

Non possiamo prevedere come andrà a finire questa vicenda, per la cui soluzione prevediamo tempi lunghi.

Ma se dovesse passare questa “mortificazione” informativa sugli eventi di Bagheria, che non giova a nessuno, sarebbe, ci sia consentito di usare una espressione forte, un grave arretramento non solo di informazione ma culturale dell’intera nostra comunità.
Avremmo a Bagheria, e in provincia di Palermo, una società più povera di notizie sulla nostra realtà e, comunque la si pensi, sarebbe una grave iattura.

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