Il cancro delle gestioni separate: Museo Guttuso e Urban Italia- di Angelo Gargano

Il cancro delle gestioni separate: Museo Guttuso e Urban Italia- di Angelo Gargano

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La pubblicazione sul "Settimanale di Bagheria" di una sconcertante determina dirigenziale, la 630 del 17/6/2010, con cui sono stati affidati 140.000 euro all'Associazione artistico culturale Autofficina,
(dalle performance artistico culturali ignote ma dagli agganci politici solidi e certi, il presidente è infatti Giovanni Falcone uno "sciortiniano" ante marcia), per l'organizzazione, "chiavi in mano", di una mostra di quattro artisti locali, è l'ultimo atto di una gestione del Museo da parte del triumvirato Carapezza- Sciortino-Favatella, che pur avendo avuto momenti positivi, di alto valore artistico e culturale, in una miriade di casi si è fondata su scelte arbitrarie, clientelari e discutibili, di incarichi, consulenze e quant'altro, sino a sconfinare come nel caso da cui siamo partiti nello spreco e nella dissipazione.

 

LA  BUROCRAZIA ( chissà perchè)  HA  IL  PASSO  SPEDITO

La cosa che lascia francamente interdetti è che una burocrazia comunale di solito lenta, di fronte a questa Associazione che spunta dal nulla, diventa una Ferrari e in meno di un mese e mezzo si fanno tutti i passaggi burocratici richiesti che di solito durano mesi, se non addirittura anni. Oh, la potenza della cultura!

Seguiteci: il 27 aprile 2010 viene presentata, ispirata probabilmente dallo Spirito Santo, la richiesta di finanziamento di questo straordinario "evento" artistico culturale, meno di venti giorni dopo, il 12 maggio 2010 si riunisce, addirittura a Roma, il Comitato Direttivo, cui partecipa naturalmente il solito trio Carapezza-Favatella-Sciortino; il 12 giugno, di sabato addirittura, la Giunta fa lo straordinario e approva la Delibera di ripartizione dei fondi regionali destinati al Museo, e il 17 giugno viene partorita la determinazione 630, già corredata dal fulmineo parere positivo del responsabile del servizio finanziario.

Pensate , in soli tre giorni e con la domenica nel mezzo! Ammazza che ritmo! sembra di essere a Stoccolma...

 

UN  TUFFO NEL PASSATO

Quando negli anni '80 i consiglieri di allora conferirono, alla Galleria d'arte moderna e contemporanea intitolata a Renato Guttuso, autonomia culturale, gestionale, amministrativa e finanziaria, lo fecero con lo scopo di sottrarre alle ingerenze dei politici una struttura che doveva essere e restare a servizio della cultura, con la C maiuscola.

Anche allora c'erano i politici nel comitato: c'erano, è vero, i quattro o cinque capigruppo del tempo (non erano quindici quanto pare siano adesso i capigruppo) ma c'erano soprattutto figure di specchiato rigore morale e culturale da Franco Grasso a Nino Buttitta a Maurizio Calvesi, se la memoria non ci tradisce, e con i quali sicuramente una "operazione" come la 630 sarebbe stata impossibile.

 

E POI TUTTO IL  POTERE  AI TRIUMVIRI

Dopo l'accordo con Fabio Carapezza Guttuso, in pratica negli ultimi dieci anni, tutto il potere, nel bene e nel male, è stato concentrato nelle mani di tre persone: appunto Fabio Carapezza Guttuso, Dora Favatella Lo Cascio, direttrice del Museo e Biagio Sciortino, dal 2002 al 2006 come assessore alla cultura e dal 2006 ad oggi come sindaco, con delle figure di contorno, sempre le stesse e sempre pronte a "dare una mano".
Questo triumvirato ad occhio ha amministrato in questi dieci anni oltre sei-sette milioni di euro, con luci certo ma con tanti e cupi "buchi neri" che la Corte dei Conti non farebbe male ad  approfondire...
La trilogia delle mostre antologiche di Renato Guttuso, le mostre fotografiche di Scianna, Pintacuda, Tornatore e dei fratelli Cappellani, e poi la mostra di Pina Calì e Silvestre Cuffaro.
Sono state manifestazioni di grande successo di critica e di pubblico e, a parte le mostre di Guttuso, costate tutte molto meno dell'evento del 9 agosto.

Assieme a queste "gemme" una serie di scelte in certi casi arbitrarie, in tanti casi vistosamente clientelari, solo in qualche sporadico caso utili, di consulenze, incarichi, stampe di cataloghi e di volumi che nessuno forse saprà mai come, dove, in quante copie e perché siano stati stampati e distribuiti, come ebbe egregiamente a denunciare con un intervento in consiglio comunale Gino Di Stefano nel febbraio del 2007; poi l'U.D.C. dismise i panni di rigorosa Vestale di legalità e indossò quelli più comodi  e redditizi di tollerante "Maitresse", e le denunce di Di Stefano sui conti e sui volumi che non tornavano finirono nel dimenticatoio.

 

IL  MUSEO  "GUTTUSO"  E'  RIMASTO  INDIETRO

Oggi il nostro Museo che pure ha maneggiato fior di quattrini, è rimasto purtroppo  molto indietro nell'adeguamento di servizi e strutture: non ha né un book-shop degno di questo nome che valorizzi il "merchandising", ormai fonte di reddito di tanti musei; non ha un punto di ristoro decente pur avendo un'eccellente disponibilità di locali; non ha una né una accoglienza né una ospitalità interna al Museo paragonabile a strutture analoghe, non ha elaborato un lineare percorso  museale né su supporto cartaceo ne informatico che aiuti il visitatore; siamo invecchiati da quando, la prima volta nel 1997, sindaco Giovanni Valentino, il sottoscritto propose, nell'ambito di una serie di Dvd sulle bellezze dei comuni e delle emergenze culturali e ambientali del territorio, anche la realizzazione di un Dvd su Villa Cattolica.
La richiesta reiterata negli anni successivi, con lettere ufficiali che naturalmente conserviamo a Sciortino assessore e poi sindaco, non ha mai avuto risposta, ed oggi Villa Cattolica è uno dei pochi veri Musei che non ha nessun supporto informatico che il visitatore possa acquistare per rivedere o far vedere a casa propria le bellezze della Pinacoteca.

Forse tra venti o trent'anni qualcuno lo farà.

In compenso con "appena" 140.000 euro che ci siamo giocati in un colpo solo abbiamo vissuto una "indimenticabile" notte di cultura.
Uno dei motivi per cui non si è mai accesa l'attenzione critica e occhiuta  della politica sul Museo, è stato anche dovuto al fatto che sino a due anni fa il P.D. nelle sue multicolori componenti stava al governo della città, e questo andazzo veniva tollerato, incoraggiato e sfruttato.

 

URBAN  ITALIA: quando non si poteva parlar male di GARIBALDI-MARINO

Stesso discorso per Urban Italia, con l'aggravante che in questo caso né la destra né la sinistra spotevano parlar male di Garibaldi- Marino, che aveva avuto autorevolissimi mallevadori come "paladina dell'antimafia".

Negli anni di Fricano sindaco, e responsabile di settore l'ing. Giovanni Mineo, Urban Italia fu serbatoio di risorse anche per pagare la Festa di San Giuseppe.
Da Sciortino sindaco poi, Marino regnante, assieme a due tre restauri di beni, peraltro chiusi e inutilizzati che stanno andando già in malora (corpo Cancilla di Villa Cattolica e Certosa), anche qua tanti incarichi, tante consulenze ad amici e parenti, tante short e long list (oggi paroline magiche per prendere la gente per i fondelli) tanti inutili lavori affidati con criteri sempre e da tutti custoditi come segreto di stato, e poi tanta, tanta carta, patinata e costosa: costosissime agende ingestibili di Bagheria terra di cinema, volti a vellicare l'autostima di qualche amico del sindaco, raccolte di improbabili giochi di bambini a Bagheria, testi autocelebrativi completi di dvd, oscillanti tra il musical e i filmini dei matrimoni.
E nel giro sempre le stesse cooperative, le stesse associazioni, gli stessi nomi, che dovrebbero essere il nerbo dell' invincibile (?) armata che Biagio si appresta a mettere il campo alle prossime amministrative.
Vedremo se questa sciagurata politica delle "gestioni separate", generata anche dal fatto che i controlli sono più difficoltosi, ha prodotto soprattutto dissipazione di risorse e nessuna vera occupazione alla fine pagherà.
Perché noi pensiamo sempre che i sindaci non li eleggano i "clientes", ma il profondo sentire della città, che non pare mandi  buono per Sciortino.

 

DISTRETTO SOCIO-SANITARIO D39: sarà la prossima vacca da mungere?

Ed intanto all'orizzonte appare incombente il rischio di una nuova "gestione separata". Ci riferiamo, tanto per dirlo chiaro al nuovo piano socio sanitario di zona del Distretto D39, elaborato dagli assessori ai servizi sociali dei comuni del distretto con Bagheria e Filippo Tripoli, già assessore alla solidarietà, in veste di capifila.
In un documento che diffonderemo tra qualche giorno elaborato dalla Caritas cittadina si da una cifra sconvolgente e, se vera, addirittura scandalosa: e cioè che dei 3.400.000 euro destinati dal piano sociosanitario di zona del Distretto D39 per affrontare le emergenze economico-sociali del territorio ben 2.264.000, ovvero il 70% delle somme sarà utilizzato per la retribuzione di 74 figure professionali in convenzione, selezionate con i soliti misteriosi criteri delle short list e 8 figure professionali interne alle amministrazioni.

Un piano di sostegno al disagio sociale e alla povertà, che pare sosterrà soprattutto i "sostenitori".