Cronaca

L'incidente è accaduto intorno alle 14.30 di oggi con un traffico quasi inesistente, che porta talvolta ad abbassare i livelli di attenzione nella guida. Una motocicletta del tipo BMW 800 percorreva la strada statale 113 in direzione di Santa Flavia verso Bagheria e si apprestava ad affrontare l'incrocio con l'inizio di corso Baldassare Scaduto, il lungo rettifilo che conduce ad Aspra.

Alla guida del mezzo B.C. di 32 anni, con a bordo la propria fidanzata; nello stesso istante una Opel corsa, condotta da T.A. di 23 anni proveniva  da corso Butera e dopo aver superato il passaggio a livello, presumibilmente, ma è solo una prima ipotesi, tirava diritto omettendo  di dare la precedenza e scontrandosi con la moto con la parte anteriore sinistra del proprio mezzo.

I due centauri, che indossavano entrambi il casco, venivano sbalzati malamente per terra riportando traumi e contusioni varie il giovane alla guida, mentre la ragazza al momento dei soccorsi mostrava una vistosa ferita lacero-contusa alla gamba.

altL'urto stando ad una prima osservazione non deve essere avvenuto ad alta velocità, perchè per fortuna i due occupanti della BMW  indossavano il casco, ed inoltre perchè i due giovani che hanno avuto la peggio ai soccorritori sono apparsi  lucidi e coscienti.

In ogni caso sono dovute intervenire due autoambulanze del 118 che hanno ricoverato i due giovani all'Ospedale 'Civico' ed al 'Policlinico'.

Mentre scriviamo sono in corso i rilievi da parte dei Carabinieri per ricostruire la dinamica dello scontro e che attendono notizie tranquillizzanti dagli Ospedali per potere autorizzare la rimozione dei mezzi.

 

 

 

 

 

 

ue anni dopo l'arresto nell'operazione Argo, il Nucleo del Reparto investigativo dei carabinieri sono riusciti a mettere le mani su venti conti correnti, un appartamento, lotti di terreno e auto, per un valore complessivo di 400.000 euro, appartenuti al reggente della mafia bagherese.

Lo riporta la Repubblica di oggi in un articolo a firma di Alessandra Ziniti: Giacinto Di Salvo, detto Gino, era stato arrestato nell'operazione 'Argo' del 2013 e qualche mese dopo avevano trovato conferma nelle dichiarazioni di Sergio Flamia, le accuse rivolte al Di Salvo, in particolare quella di essere il capomandamento di Bagheria, ruolo che gestiva collaborato dallo stesso Flamia e da Salvatore Lauricella.

Già al momento dell'arresto a Di Salvo era stata sequestrata una somma di denro di oltre 63.000 euro che teneva nascosti nell'intercapedine di un sottoscala all'jngresso di casa.

Solo recentemente l'abitazione del tutto abusiva, dove abitava il Di Salvo e  che sorge all'interno del parco di villa Valguarnera era stata sottoposta a sequestro; in precedenza e malgrado la confisca e la consegna nel 2009 all'Agenzia dei beni confiscati, non era stato 'possibile' sottrarre l'immobile all'uso del Di Salvo.

Di recente lo Stato ha sgombrato i mezzi che vi si trovavano ed ha preso possesso anche di una vasta area agricola circostante.

Si era pensato in un primo momento di ospitare all'inetrno della struttura un presidio dei Vigili del fuoco, ma l'idea è stata successivamente abbandonata.

In poco meno di 48 ore due aggressioni con modalità violente, a scopo di rapina, si sono verificate a Bagheria, vittime in entrambi i casi donne di una certà età. Il primo caso durante la serata di mercoledì scorso, allorchè una signora di 78 anni, V.G. abitante in via V.E.Orlando, una strada che collega via Nino Bixio con via del Cavaliere prol., è scesa in strada intorno alle 22 per gettare la spazzatura.

Ad attenderla subito fuori dalla porta della propria abitazione due malviventi che l'hanno gettata a terra, imbavagliata e lagato i polsi dietro la schiena tramortendola e riportandola all'interno del proprio appartamento che hanno messo a soqquadro senza riuscire a trovare alcunchè: i rapinatori sono riusciti ad arraffare solo gli orecchini e la fede che la donna portava indosso e che scioccata è riuscita dopo un pò a liberarsi, malgrado le condizioni in cui l'avevano ridotta gli aggressori, ed a chiedere soccorso per telefono ai familiari.

E' stato chiamato il 118 che ha provveduto al ricovero della donna presso l'Ospedale Buccheri La Ferla per le conseguenze del trauma fisico e psicologico.

Questo pomeriggio invece P.A., una donna di circa 70 anni mentre era ferma all'interno della propria vettura tra via Lo Re e piazza Sepolcro, è stata avvicinata da due giovani a bordo di una vespa bianca che indossavano il casco e che attraverso il finestrino aperto le hanno strappato la collana e si sono dileguati nei vicoli del centro storico .

In copertina foto d'archivio

Lo riporta il 'Giornale di Sicilia' di oggi in un articolo di Sandra Figliolo: Rosa Costantino e Maria Liga, rispettivamente moglie e figlia di Pietro Liga, che si trovano ai domiciliari con la pesante accusa di estorsione, si difendono a 360° negando decisamente che tramite loro siano state fatte richieste estorsive alla moglie di un imprenditore altavillese, arrestato nell'operazione Reset nel guigno del 2014, e che evrebbe usato espressioni offensive della 'dignità' di Liga.

altDifese dall'avv. Jimmy D'Azzò le due donne di fronte alle contestazioni del GIP Giuliano Castiglia, rispondono che loro hanno sempre parlato di 'tute e lenzuola da portare al loro congiunto all'inetrno del carcere', e che mai hanno fatto riferimento a denaro, e niente risulta a loro di eventuali affermazioni in merito fatte del loro congiunto; non solo, ma aggiungono che 'presumendo di essere intercettate sarebbe stato poco per loro prudente fare richeste estorsive', ed infine che l'imprenditore altavillese, stando alle inetrcettazioni, da un lato avrebbe denunciato l'estorsione e dall'altro avrebbe invece manifestato preoccupazioni per l'eventuale pentimento di Pietro Liga (nella foto accanto).

Insomma una linea di difesa che non ha evitato alle due donne di restare sottoposte al regime detentivo domiciliare.

L'accusa ritiene di avere in mano un impianto di prove 'granitico', e cioè Liga detenuto al Pagliarelli che avvicina la potenziale vittima all'interno della cappella del carcere passando da una richiesta iniziale di indennizzo di 20.000 euro ad una richiesta più mite di 2.500 euro.

E tutto sarebbe accaduto per una frase offensiva saltata fuori dalle intercettazioni.

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