Cronaca

Lo riporta il 'Giornale di Sicilia' di oggi in un articolo di Sandra Figliolo: Rosa Costantino e Maria Liga, rispettivamente moglie e figlia di Pietro Liga, che si trovano ai domiciliari con la pesante accusa di estorsione, si difendono a 360° negando decisamente che tramite loro siano state fatte richieste estorsive alla moglie di un imprenditore altavillese, arrestato nell'operazione Reset nel guigno del 2014, e che evrebbe usato espressioni offensive della 'dignità' di Liga.

altDifese dall'avv. Jimmy D'Azzò le due donne di fronte alle contestazioni del GIP Giuliano Castiglia, rispondono che loro hanno sempre parlato di 'tute e lenzuola da portare al loro congiunto all'inetrno del carcere', e che mai hanno fatto riferimento a denaro, e niente risulta a loro di eventuali affermazioni in merito fatte del loro congiunto; non solo, ma aggiungono che 'presumendo di essere intercettate sarebbe stato poco per loro prudente fare richeste estorsive', ed infine che l'imprenditore altavillese, stando alle inetrcettazioni, da un lato avrebbe denunciato l'estorsione e dall'altro avrebbe invece manifestato preoccupazioni per l'eventuale pentimento di Pietro Liga (nella foto accanto).

Insomma una linea di difesa che non ha evitato alle due donne di restare sottoposte al regime detentivo domiciliare.

L'accusa ritiene di avere in mano un impianto di prove 'granitico', e cioè Liga detenuto al Pagliarelli che avvicina la potenziale vittima all'interno della cappella del carcere passando da una richiesta iniziale di indennizzo di 20.000 euro ad una richiesta più mite di 2.500 euro.

E tutto sarebbe accaduto per una frase offensiva saltata fuori dalle intercettazioni.

Secondo l'accusa i tre in concorso hanno cercato di estorcere 20.000 euro ad un detenuto arrestato nell'operazione Reset, a mò di risarcimento perchè avrebbe fatto delle dichiarazioni lesive della  'dignità di uomo d'onore' di Liga.

Nella mattinata del 3 agosto 2015, in Santa Flavia (PA) e presso il carcere di Tolmezzo (UD), i Carabinieri della Compagnia di Bagheria hanno notificato un’ordinanza del GIP di Palermo che dispone l’applicazione di misura cautelare per il reato di tentata estorsione, in concorso, aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare “Cosa Nostra”, emessa nei confronti di:

- LIGA Pietro, classe 1966, tratto in arresto nel maggio 2013 nell’ambito dell’operazione di polizia “ARGO” e successivamente condannato, in via definitiva, a 10 anni e 6 mesi di reclusione per estorsione, in quanto esponente della famiglia mafiosa di Bagheria;

- COSTANTINO Rosa, classe 1963, e LIGA Maria, classe 1990 – rispettivamente moglie e figlia del LIGA - sottoposte alla misura degli arresti domiciliari.

L’indagine, diretta dalla D.D.A. di Palermo (Dottoressa Francesca MAZZOCCO e Caterina MALAGOLI) e sviluppata attraverso complesse attività tecniche e servizi di osservazione a distanza, ha fatto luce su numerosi episodi estorsivi perpetrati, dal mese di agosto ad ottobre 2014, nei confronti di un detenuto - tra l’altro per fatti di mafia - nel braccio Libeccio (da cui il nome dell’operazione) del carcere “Pagliarelli” – ripetutamente minacciato dal LIGA - nonché della moglie del detenuto, a più riprese estorta fuori dalla struttura carceraria rispettivamente dalla moglie e dalla figlia del LIGA.

L’attività ha consentito, in particolare, di acquisire a carico degli indagati un quadro probatorio definito “granitico” nell’ordinanza, che contiene due elementi di peculiare novità, significativi delle nuove dinamiche di “Cosa nostra”.

Anzitutto, la vittima è un esponente dell’organizzazione criminale, tratto in arresto il 5 giugno 2014 nell’ambito dell’operazione “RESET” con l’accusa, tra l’altro, di essere organico al mandamento mafioso di Bagheria. La vittima, in seguito al suo arresto, veniva avvicinata all’interno della cappella del carcere Pagliarelli dal LIGA, rimasto offeso da alcune esternazioni fatte dall’altro nei suoi confronti - intercettate e confluite nel provvedimento del fermo di “RESET” a suo carico – poiché ritenute lesive della sua dignità di “uomo d’onore”.

altIl LIGA quindi intimava a più riprese al detenuto di consegnargli, a titolo di risarcimento per l’offesa patita, la somma di euro 20.000, minacciandola in caso contrario di ritorsioni nei confronti dei familiari. La richiesta veniva poi progressivamente ridotta, con il consueto metodo adottato da “cosa nostra” nei rapporti con le attività imprenditoriali, ad euro 2.500.

Inoltre, non assume minore rilievo la circostanza che gli attori principali delle richieste estorsive siano state le due donne, COSTANTINO Rosa e LIGA Maria, le quali, venute a conoscenza della richiesta estorsiva nel corso dei colloqui autorizzati in carcere con il familiare, si adoperavano per riscuotere il pizzo dalla moglie del detenuto, addirittura tentando di avvicinarla ripetutamente fuori dal carcere Pagliarelli nel giorno dei colloqui in carcere con il marito.

 

 

 

 

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     Costantino  Rosa                                                                    Liga Maria 

 

Il 4 agosto 2015, alle prime luci dell’alba, in Carini (PA) e Partinico (PA), i Carabinieri della Compagnia di Bagheria, coadiuvati dai militari di Carini e Partinico, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione delle misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Termini Imerese (PA, per il reato di usura aggravata, nei confronti di:

- LO PICCOLO Antonio, detto Enzo, nato a Carini, classe 1961, residente a Torretta (PA);

- FERRANTE Alfonso, nato a Palermo classe 1968, residente a Carini (PA);

- ORVIETO GUAGLIARDO Gerardo Antonio, detto Jonathan, nato a Partinico (PA) classe 1982, al quale viene altresì contestata una tentata estorsione aggravata.

2. L’indagine, inizialmente diretta dalla D.D.A. di Palermo e poi transitata per competenza alla Procura della Repubblica di Termini Imerese, è stata sviluppata attraverso attività tecniche e servizi di osservazione a distanza, ed ha consentito di fare luce su degli episodi estorsivi e di usura perpetrati, dal mese di novembre 2013 al marzo 2014, dagli indagati ai danni di un commerciante di Altavilla Milicia. In particolare il commerciante:

- nel mese di ottobre 2014, chiedeva, per fare fronte a debiti di gestione della propria attività commerciale, al LO PICCOLO e all’ORVIETO GUAGLIARDO una somma contante di euro 6.700;

- nei successivi 6 mesi, il LO PICCOLO e l’ORVIETO GUAGLIARDO, con l’intermediazione del FERRANTE, costringevano la vittima a versare in varie rate la somma totale, comprensiva di interessi usurari, di 12.400 euro (con un tasso annuo pari a circa il 200%);

- successivamente l’ORVIETO GUAGLIARDO, al fine di estorcere ulteriore liquidità, si presentava presso l’esercizio commerciale, ove minacciava di morte la vittima, che si rivolgeva ai Carabinieri.

 

I furti nelle villette di campagna nelle serate festive e prefestive oltre che nelle attività di ristorazione sembrano intensificarsi in coincidenza delle uscite serali dei proprietari. Due furti in abitazione, uno ai danni di una attività di ristorazione oltre ad un furto molto singolare, quello di un cavallino pony, sono il bilancio negativo del fine settimana.

Uno dei furti in abitazione tentato nella notte tra sabato e domenica è 'andato a male' nel senso che i ladri dopo avere rotto una finestra e divelto anche la grata protettiva in ferro, in una villetta di proprietà di M.D.che si trova lungo la SP 16 per Ventimiglia in territorio di Santa Flavia, una volta all'interno dell'abitazione e dopo aver messo gli ambienti a soqquadro, hanno cercato di portare via un grande e moderno televisore a schermo curvo; ma durante il tentativo di trasporto il televisore cadendo si è rotto per cui è stato abbandonato.

Ancora un televisore di 50 pollici, marca Philips, rubato ad S.N. da un'abitazione che si trova sulla SP 127 dello 'Specchiale'; rientrati dopo l'una di notte gli occupanti della casa hanno trovato una finestra forzata e le varie stanze della casa sottosopra; oltre al costoso televisore, peraltro acquistato di recente, sono stati portati via oggetti in oro.

Al 'Giardino dei limoni' il ristorante trattoria che si trova di frote a villa Cattolica, la notte del 31.07 entrando da una porta di servizio, i malviventi con tutta tranquillità hanno portato via una impastatrice, una affettatrice, due televisori, computer, oltre a generi alimentari vari e a bottiglie di bevande anche costose, vini e birra. Il titolare V.G., ha presentato denuncia presso il locale Commissriato di Pubblica sicurezza di Bagheria.

Un singolare furto è stato invece denunciato da D.D.:  un pony sauro (color miele), dotato di microchip e certificazioni identificative, è stato rubato mentre pascolava in contrada Cotogni in via Prime Rocche ad Aspra.

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