Operazione Argo: i gravi contrasti all'interno della famiglia mafiosa di Bagheria 3° Parte

Operazione Argo: i gravi contrasti all'interno della famiglia mafiosa di Bagheria 3° Parte

cronaca
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Sono i picciuli come sempre accade quando c’è di mezzo cosa nostra le ragioni del contendere: tre episodi sono indicativi dei motivi di dissenso di Sergio Flamia nei confronti di Gino Di Salvo sulla gestione della ‘cassa comune’. Queste le intercettazioni, la prima delle quali relativa al contributo dato ad un carcerato uscito per un permesso.

FLAMIAminchia ragazzi sono arrabbiato come un cornuto.... per quel cosa inutile di GINO (DI SALVO Gino n.d.r.)!

BRUNO: che ha combinato?

FLAMIA: ieri abbiamo, discorsi che abbiamo avuto... "minchia io non so più come devo fare" poi dice…"ieri ho visto a MAURIZIO" prima che se ne va dice………

FLAMIA: gli ho detto: "dimmi una cosa" gli ho detto: "a proposito di "a GINO DI SALVO lo hai visto?"… "si" dice… "è venuto mi è venuto a salutare e mi ha dato cento euro"… gli ho detto:…”MAURI' quanto ti ha dato?".... "cento euro te lo giuro” e io me li sono presi perchè io gli ho detto..."…Zù GINO...veda che io problemi..." "no, tieni qua, comprati le sigarette"...cento euro, minchia tu gli dai ad un carcerato che viene in permesso... vuol dire a quello a quel faccia di cosa inutile a quell'indegno io prendevo cinquanta euro la volta e glieli davo, a BARTOLONE, ma che minchia mi interessa a me del BARTOLONE, di tasca mia, no della cassa, e lui eh...
BRUNO: ..non facciamo che scrive cinquecento

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Il secondo relativo ad un ritardato versamento di duemila euro ad una familiare di un carcerato. Questa la ricostruzione dell’episodio fatta dagli inquirenti


In particolare FLAMIA riferiva che “l’altra mattina” aveva effettuato un incontro a cui aveva partecipato, oltre a lui e DI SALVO Giacinto, anche una terza persona (identificata in LAURICELLA Salvatore) la quale aveva consegnato al DI SALVO Giacinto la somma di duemilacinquecento euro, avanzata da una non meglio precisata faccenda inerente Ficarazzi.
Tale consegna di danaro era finalizzata ad alimentare la cassa del mandamento:


FLAMIA…....c'è stata quella mattinata che ci siamo visti (FLAMIA si è incontrato il 06.12.2012 con LAURICELLA Salvatore n.d.r.)...sono rimasti...duemila e cinquecento euro...da Ficarazzi...gli ha detto (LAURICELLA n.d.r.): "ZU GI'...se li metta nella cassa..." ...intervengo io...gli ho detto: "...che facciamo una cosa…" gli ho detto: "glieli facciamo avere alla moglie di NINO (ZARCONE Antonino n.d.r.) che può darsi..i giorni di quelli che sono...deve andare a colloquio...cose...devono viaggiare..."..."buono è...buono è"...quello anzi fa: "cinquecento euro mettiteli in tasca tu..." ...dice: "che fai sempre spese" dice: "e duemila euro glieli diamo alla moglie di NINO".

Ho preso questi soldi, me li sono messi in tasca, l'altro ieri sera (ndr si riferisce alla sera del 06.12.2012) quando ci siamo visti al negozio da te che io ero con SILVIO (GIRGENTI Silvestro n.d.r.) ...mi ha chiamato e mi ha detto: "ma glieli hai dato quei soldi alla moglie di NINO?" ... "no.." gli ho detto: "l'ho mandata a chiamare" gli ho detto: "però non so...se ha avuto..."..."no...perchè" dice: "se non glieli hai dati...dammeli..." ...dice:"e mi vado a pagare la luce io...e poi" ...dice:"la settimana entrante se ne parla..." ...gli ho detto: " ZU GI'...un minuto..." ...gli ho detto: "io non so se la ho già mandata a chiamare...appena quella viene che gli devo dire?"...ed ho chiamato a SILVIO e gli ho detto: " SILVIO!..." ..gli ho detto: "ma..già a quella l'hai mand...?"...dice: "no" ..gli ho detto: "non la mandare a chiamare...poi te lo dico io quando la devi mandare a chiamare..." ...gli ho detto: "...domani mattina perchè li ho a casa...se gli servono ora...li vado a prendere ora..." ...dice:"...no..." ...dice: “...domani mattina mi vieni a trovare alla FIAT..." ieri mattina ho preso i soldi ...e glieli ho dati...ora metti una ipotesi...vedi come mettono in difficoltà le persone...e io dovrei dirgli: ZU GI'...ma mi andasse a scassare la minchia.. e si vada a chiudere dentro e non si muova da dentro..." ...metti caso che ora questa si va a lamentare... ...da te...tu giustamente gli dici: "ma perchè SERGIO non te li ha portati?.."

GAGLIANO: ...certo il suo problema è diventato il tuo...

FLAMIA: ..."no" ..dice:"io non ho visto a nessuno" ...vieni tu da me: "SERGIO ma che minchia...non glieli hai portati?..." ...che gli devo dire che glieli ho dato alla ZU GINO?...li ha voluti U ZU GINO?...

E questa è la conclusione del Flamia sul modo di comportarsi di Gino Di Salvo nelle superiori circostanze

FLAMIA: perchè io posso perdonare...posso perdonare a quello poverino che è necessitoso...ma poverino ha la necessità se li è visti in mano ed una pizzicata e gli si sono attaccati...lo posso pure perdonare ... ma lui che sta bene...perché è inutile che si lamenta cornuto e indegno che sei...tu che lamenti fai offendere il Signore...non solo fai offendere il Signore...ma gli fai gonfiare la minchia alle persone... 
GAGLIANO: ...(frasi incomprensibili)...è inutile che lui...come ti giustifichi...(incomprensibile)...pensi di essere Dio onnipotente!! 
FLAMIA: a me la cosa che mi dispiace lo sai qual è?...a tutti gli altri detenuti…devo vedere cosa gli devo dare...questa è la cosa che mi dispiace è questa. 

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Il terzo episodio è la decisione di esonerare dal pagamento del pizzo un commerciante di pesce, mentre di contro il Flamia in un passaggio sottolinea che per correttezza metterà a posto anche il cugino Giuseppe Bruno.

L’altro ‘contenzioso’ riguarda il rispetto e l’osservanza delle regole ‘formali’ dell’organizzazione; e può sembrare paradossale che proprio Flamia più giovane di venti anni di Gino Di Salvo si lamenti del mancato rispetto delle forme e si erge a custode dell’ortodossia mafiosa

In particolare FLAMIA, essendo sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno a Bagheria ed avendo necessità di essere ritualmente presentato al nuovo “uomo d’onore”, aveva chiesto al DI SALVO di prelevare direttamente il nuovo sodale a Villabate e di condurlo a Bagheria per presentarglielo “ufficialmente”: “...ieri... ...si doveva fare una certa situazione a Villabate... ...dovevamo sistemare a uno di Villabate... ed è giusto che siamo presenti noi altri pure... “ho incontrato lo ZU GINU... ...e lui poi lo prende e lo porta prima a prendersi il caffè e me lo presentate perchè si usa... ...una presentazione ufficiale, anche se io lo conosco, so chi è...”.

FLAMIA, anche in questa circostanza, si lamentava del comportamento del DI SALVO che non aveva provveduto a “presentargli” il nuovo affiliato villabatese: “...però ci vuole una presentazione ufficiale... e non è venuto più!”.

FLAMIA faceva altresì riferimento ad una similare “investitura formale”, questa volta riguardante tale ROSARIO” in seno alla famiglia mafiosa di Altavilla Milicia, orfana di LOMBARDO Francesco recentemente tratto in arresto.

In particolare FLAMIA riferiva che anche in questa circostanza aveva rappresentato al DI SALVO di non volere uscire fuori dal territorio di Bagheria, e pertanto aveva chiesto al DI SALVO stesso di recarsi ad Altavilla Milicia da Pietro GRANA’, per presentare a questi ufficialmente tale “ROSARIO”: “...si è sistemata la situazione di ROSARIO per la Milicia (Altavilla Milicia n.d.r.) ...gli ho detto: "ZU GI'! non è il caso che io rischio! se ne vada con ROSARIO da PIETRO e glielo presenta a PIETRO, da PIETRO GRANA'"
Il DI SALVO riteneva invece superflua tale presentazione in quanto, secondo la sua valutazione, Pietro GRANA’ risultava essere già informato della nuova investitura di Rosario: “no” dice: "che PIETRO non lo sa che dovevamo fare questa cosa, c'è bisogno?!”.


Quest’atteggiamento “poco rispettoso delle regole” a dire del FLAMIA aveva suscitato critiche anche da parte del LAURICELLA Salvatore: “minchia con quello con TOTINO ci siamo guardati in faccia...” “gli ho detto: "TOTINO ti rendi conto" gli ho detto: "che quello non ha capito niente..." ..."minchia" ...dice: "però non lo ha saputo fare...è mezzo sballato".

Come dicevamo anche la decisione del Di Salvo, ritenuta arbitraria, di esonerare dal pagamento pizzo un commerciante di pesce viene vista come motivo di inosservanza, ma cosa ancora più grave la risposta che avrebbe dovuto dare il commerciante a chi si fosse presentato a chiedere il ‘pizzo’.

Il FLAMIA continuava a criticare il comportamento del DI SALVO il quale gli aveva chiesto di non mandare nessuno dal soggetto da estorcere in quanto questi, a suo dire, versava in precarie condizioni economiche precisando che la vittima aveva riferito ciò direttamente al nipote del DI SALVO.

FLAMIA: ...un giorno io l’ho proposto a questo...minchia quello...”minchia”...dice...”lascialo stare...è tutto in mezzo ad una strada”...”ZU GI’...ma sta scherzando che è tutto in mezzo ad una strada?”...

GAGLIANO: ...”che quello è in mezzo ad una strada?”...

FLAMIA: ...dice...”pago ottomila euro d’affitto...”...dice...se c’era la possibilità di...(incomprensibile)...dalla tasca...

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GAGLIANO: ...(incomprensibile)...

FLAMIA: ...minchia ora ne ha combinata una che se è vera...io non ci voglio credere...ma se è vero!...questa volta gli faccio uscire la lingua dal muso...io onestamente non ci voglio credere...ma se è vero!...c’è stato uno che si è rivolto a lui...e gli ha risposto...lui si è andato a prendere una cassetta di pesce...a “franca via” (fonetico: senza soldi n.d.r.)... perchè poi è miserabile ...(incomprensibile)... dice...”...lo sa ZU GINU...sono il Tizio...così...così....”...caccialo!...gli dici che te lo ho detto io che qui non ci devono venire...e gli dici che se ne vadano a lavorare...
 

GAGLIANO: ...può essere mai?
FLAMIA: ...io non ci voglio credere...perchè lui lo sa che io...mah...(incomprensibile)…
 

GAGLIANO: ...(incomprensibile)...ma può essere mai?
FLAMIA: ...quindi quando tu gli stai dicendo una cosa di queste sopra le persone...(incomprensibile)...una cosa che tu sai....

Di contro il Flamia pensa di mettere a posto anche il cugino Bruno Giuseppe. Questa l'intercettazione

FLAMIA giunto all’altezza di piazza Garibaldi, in prossimità dell’agenzia di scommesse Goldbet di BRUNO Salvatore Giuseppe, riferendosi proprio a quest’ultimo invitava il GAGLIANO a fermarsi “fermati che ce lo facciamo offrire da lui il caffè! io....io pure a lui glieli devo fare uscire” aggiungendo che era sua intenzione di “mettere a posto” anche suo cugino BRUNO Salvatore Giuseppe per evitare lamentele da parte di altri esponenti mafiosi Bagherese che avrebbero potuto contestare al FLAMIA favoritismi nei confronti del BRUNO. Il FLAMIA era disposto anche a contribuire personalmente alla dazione di soldi per coprire un eventuale diniego del BRUNO: io pure a lui glieli devo fare uscire... ed ancora “non ci credi? dopo qualcuno deve venire a dirmi ma..."ma tuo cugino perchè"...pure che me li tolgo dalla tasca io...”.

Ed infine attriti provoca anche la situazione di egemonia, se non di vero e proprio monopolio, che esercitava il DI SALVO nel settore del movimento terra.


. FLAMIA: .....ENZO ma che è giusto secondo te...che a Bagheria ci sono un mare di imprese di...di...di queste di movimento terra...e tutti i lavori li deve fare GINO (DI SALVO Giacinto n.d.r.)...ma che è giusto?...
GAGLIANO: ...questo non è giusto...
FLAMIA: ...che tu devi andare a prendere i mezzi e non sai se devi andare a vendere o a buttare perchè...un lavoro non lo puoi fare...un lavoro non lo puoi fare...”amunì”...dimmi se tu...è una cosa giusta...questa?
GAGLIANO: ...non è giusta...
FLAMIA: ...ma intanto questa è la situazione...non solo...quando gliene scappa uno (lavoro n.d.r.)...poi gli deve fare uscire pure i soldi...allora che cosa succede...che lui lo prende meno caro perchè non esce niente...quindi lo può prendere qualche mille..qualche mille euro in meno di qualche altro...il lavoro...perchè...

Da qui l'amara conclusione.

FLAMIA ...io già ai tempi di PINUZZU mi rendevo conto...ma già ai tempi di NOFRIO (MORREALE Onofrio n.d.r.)...pure...perchè ai tempi di NOFRIO...ci fu un momento che...io ero si amico eh...poi ho visto l’andazzo...specialmente quando hanno arrestato quella persona...ho preso...e mi sono messo...un poco..mi sono defilato un poco...perchè ho capito...il livello era basso...era sceso tanto...ENZO...era sceso tanto..già ai tempi di ‘NOFRIO...io minchia guardavo e questo e dicevo...

GAGLIANO: ...questo stesso..questa persona stessa..com’è che non riusciva...
FLAMIA: ...”è mai possibile?”...come doveva fare quella persona?...
 

GAGLIANO: ...a tenere le fila...

FLAMIA: ...quella persona un giorno a me lo sai che mi ha detto?...dice...”SERGIO”...io”...dice...”non è che”...dice...”nelle case delle persone posso fare...siete li paesani...voi ve la dovete sbrigare”...dice...”quando poi venite a finire da me...per un parere...per un consiglio...o per una mano d’aiuto..io so cosa fare...ma io non posso...”...perchè quello si manteneva quella persona...”io non posso entrare a casa della gente e dire...fai così...fai così...fai così...”


Quella persona così ‘saggia’ e che dava consigli così pacati, secondo gli inquirenti, era Bernardo Provenzano.

 

 

Le foto all'interno sono dall'alto verso il basso GINO  DI  SALVO,  SERGIO  FLAMIA  e VINCENZO  GAGLIANO

Le righe in azzurrino sono della Redazione