Dopo quasi dieci anni, sarà dato finalmente il via al cantiere per la rimozione, dal porto di Porticello, del peschereccio denominato “Lupo di San Francesco”.
I Lo Nigro all’epoca dei fatti, e cioè negli anni novanta, gestivano alcuni pescherecci che facevano base a Mazara del Vallo, imbarcazioni che ospitavano decine di tonnellate di hashish proveniente dal Marocco. Il Capo barca Pietro e il figlio Cosimo Lo Nigro, risultati imbarcati sul peschereccio affondato, trasportavano le sostanze stupefacenti in Sicilia, Cosa Nostra si occupava di smercio e distribuzione per un affare da quaranta miliardi.
Durante le indagini per il traffico illecito, il peschereccio era stato sequestrato dalla magistratura ma, dopo una lunga battaglia legale terminata solo nel 2007, lo stesso era stato dissequestrato e restituito alla proprietaria, la Signora Sansone.
Il peschereccio, non più utilizzato per i loschi affari, dopo essere rimasto a lungo “con le cime in banchina”, ha imbarcato acqua e, nel 2009, si è definitivamente adagiato difronte al molo Trizzanò, sul fondo del porto della cittadina flavese. A poco sono servite le diffide legali fatte ai proprietari e custodi da parte dell’Autorità Marittima.
Il relitto dell’unità da pesca, all’epoca del processo di Caltanissetta, ha ricominciato a far parlare di se quando Gaspare Spatuzza ha rivelato i nomi dei componenti del commando mafioso che procurò l’esplosivo per la strage di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Furono proprio Cosimo Lo Nigro ed il cugino Cosimo D’Amato, a consegnare a Giovanni Brusca e Francesco Tagliavia il tritolo per gli attentati, recuperandolo dai residuati bellici inesplosi adagiati sul fondo marino.
Il “Lupo di San Francesco”, motopesca che col suo nome evoca storie di salda moralità, è così divenuto un simbolo della lotta alla criminalità organizzata, a favore della pubblica fruibilità del territorio.
La Capitaneria di porto e l’Amministrazione Comunale hanno più volte tentato l’impresa della rimozione d’ufficio ma, fino ad oggi, tutte le strade sembravano ricondurre al punto di partenza: la scarsità dei fondi pubblici e quindi la necessità di rimandare l’intervento di recupero e bonifica.
Nel gennaio 2017 l’Ufficio Circondariale Marittimo di Porticello, guidato dal Tenente di Vascello Giulia Tassone, ha aperto un tavolo tecnico con la Regione Siciliana ed il Comune di Santa Flavia, per tentare di risolvere le numerose criticità del contesto portuale e, in quella circostanza, si è diffusamente parlato della problematica costituita dal relitto che, sebbene bonificato da residui oleosi, sottraeva posti d’ormeggio, e si è iniziato ad acquisire dei preventivi d’intervento.
L’insediamento della nuova Amministrazione Civica, nello scorso giugno, è stato decisivo per portare la questione sui tavoli del Ministero dell’Ambiente. L’accorato intervento del Sindaco Salvatore Sanfilippo e dell’Assessore Maria Rosa Sanfilippo, hanno consentito di sbloccare, in seno alla Regione Siciliana i fondi per l’avvio dei lavori, tanto da portare finalmente alla pubblicazione dei bandi di gara ed all’aggiudicazione della stessa.
Il costante impegno e la sinergia fra le Pubbliche Amministrazioni coinvolte ha portato alla vittoria di una rilevante battaglia che, benché ingaggiata da dieci anni, può comunque rappresentare un simbolo di legalità e di fiducia nelle istituzioni.
Domani, 2 maggio 2018, avranno inizio i lavori di recupero/demolizione/smaltimento del relitto. Le operazioni, condotte in ore diurne, interesseranno lo specchio acqueo avente raggio di 20 m dal peschereccio in questione, nonché la porzione di banchina e sede stradale immediatamente adiacente.
Ufficio Circondariale Marittimo di Porticello