Via Vasco de Gama. Dopo la tregua torna la tempesta? - Intervista all’Arch. M. Testa e all’Avv. A. Cannizzo

Via Vasco de Gama. Dopo la tregua torna la tempesta? - Intervista all’Arch. M. Testa e all’Avv. A. Cannizzo

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Prima di procedere all’intervista all'Avv. Antonino Cannizzo e all'Arch. Michelangelo Testa, ci sembra opportuno riassumere brevemente la storia di via Vasco De Gama ad Aspra.

La strada in questione rappresenta, da circa 40 anni, uno dei problemi bagheresi irrisolti che, a momenti alterni, tengono con il fiato sospeso sia i proprietari degli immobili che le varie amministrazioni che si sono susseguite.

Il problema centrale è rappresentato dal fatto che via Vasco De Gama rientra, quasi per intero, all’interno della fascia di inedificabilità assoluta prevista per le opere realizzate entro i 150 metri dalla battigia. Per tale ragione gli immobili in questione non potrebbero essere regolarizzati, con le conseguenze che ne discendono.
Qualche anno fa sarebbe stata celebrata una messa da Don Vincenzo Battaglia, sia per scongiurare l’emissione delle ordinanze di demolizione che per sollecitare l’amministrazione a trovare una soluzione definitiva. Per quanto di nostra conoscenza, ad oggi, tale soluzione non sarebbe stata trovata. A dire il vero, da "ignoranti" della materia, ci sembra che qualcosa non torni.

In primo luogo, se il vincolo di inedificabilità è stato previsto per tutelare la costa, nel caso in esame tale tutela non sarebbe perseguibile, dato che via Vasco De Gama è “separata dal mare” da ben 3 strade e due file di immobili (regolari)?

In secondo luogo, il vincolo in commento, prevede alcune deroghe o si applica in modo incondizionato senza considerare la morfologia del territorio?
Siamo consapevoli che tali domande si ripetono da molti anni, ma a ciò si aggiunga che nessuna amministrazione è mai riuscita a trovare una soluzione, ammesso che ne esista una.
Occorre precisare che nella scorsa consiliatura l’ex sindaco Cinque si era limitato a sospendere l’esecuzione delle ordinanze di demolizione posticipando il problema al futuro sindaco.
E Filippo Tripoli? Da quello che sappiamo ci sarebbero stati alcuni incontri tra una delegazione di consiglieri e uno dei dirigenti regionali dell’assessorato territorio e ambiente.
Ovviamente non sappiamo come siano andati tali incontri, ma sappiamo che sta per scadere il periodo di sospensione previsto dall’ex sindaco Cinque, ragion per cui i residenti di via Vasco De Gama potrebbero rivivere l’incubo delle demolizioni.


Ecco l'intervista: 

-Arch. Testa cosa pensa di via Vasco de Gama?
R.Penso che rappresenterebbe un set ideale per una rappresentazione di Pirandello, laddove la tragicità di alcune scelte, doverose e “conseguenziali” poiché dettate dal volere dare seguito agli atti amministrativi senza mai valicare i confini della legittimità giurisprudenziale, potrebbe arrivare a sposarsi con l’assurdità delle conclusioni, laddove resterebbero disattese tutte le motivazioni che nell’anno 1976 avevano spinto l’Assessorato al Turismo a promulgare la legge n°78, che istituiva il vincolo di inedificabilità assoluta per la fascia di 150 dalla battigia: assurde conclusioni in quanto il legislatore immaginava di trovarsi in uno scenario idilliaco di spiagge e naturalità, mentre invece ci riferiamo ad abitazioni dalle quali al mare è anteposta una cortina di case e più d’una strada pubblica.

- D. Avv. Cannizzo cosa ci può dire lei a proposito di questa vicenda?
R. A tale domanda vorrei rispondere distinguendo due aspetti: il primo strettamente personale e il secondo professionale. In merito al primo devo ammettere che siamo di fronte ad una situazione davvero drammatica; da avvocato, invece, dovrei studiare l’intera vicenda prima di fornire una risposta. In questa sede posso solo dire che le opere realizzate in violazione del vincolo di inedificabilità assoluta non si possono regolarizzare, né mediante la procedura di sanatoria “ordinaria” né mediante applicazione delle regole del condono del 1985, del 1994 e del 2003. Insomma, la situazione non è molto semplice.

- D. Arch. Testa, sappiamo che, nell’attuale prg, via Vasco de Gama viene classificata come zona E, questo cosa comporta?
R.Quando penso alle zone territoriali omogenee classificate come agricole non mi viene in mente la via Vasco de Gama, già oggetto di opere di urbanizzazione, di fognatura, di linee telefoniche, di illuminazione. Ricordo che ricadeva in zona B3 nel Piano regolatore del prof. Leone, Piano che ebbe tutti i visti degli Enti preposti alla salvaguardia dei vari vincoli, poi annullato per vizi formali sicuramente non legati alla via DeGama

Avv. Cannizzo, data la natura del territorio, secondo Lei il vincolo continua ad applicarsi?

Purtroppo si, infatti la legge in commento non contiene deroghe legate alla morfologia del territorio. Quanto affermato può apparire illogico ma è così. L’unica deroga all’applicazione del vincolo è prevista per le zone A o B. Ovviamente il vincolo non trova applicazione per le opere realizzate prima dell’entrata in vigore della l.r. 78 del 1976, che appunto, ha introdotto il vincolo. Dunque, si potranno regolarizzare le opere realizzate entro i 150 metri solo se sono state iniziate entro il 13.06.1976 e risultano strutturalmente ultimate entro il 31.12.1976. Quanto affermato, ovviamente, meriterebbe una lunga e approfondita riflessione.

Arch. Testa, la vicenda di via Vasco De Gama ha suscitato molta attenzione anche da parte dei media. Cosa è successo negli ultimi anni per risolvere il problema?

Ritengo che il problema vada affrontato sotto diversi aspetti: da paesaggista ritengo che l’istituzione di una fascia di inedificabilità non parametrata alle reali caratteristiche del territorio sia quantomeno discutibile: 150m sono nulla se riferiti alle spiagge agrigentine, o comunque della costa meridionale della Sicilia; e possono essere fin troppi se riferiti alle coste scoscese della parte nord.  Andava e andrebbe, a parer mio, portato avanti uno studio puntuale della costa siciliana, magari istituendo una task force che possa in brevissimo tempo elaborare una “fotografia dello stato dell’arte”, ed il suo possibile sviluppo; anche considerando la possibilità di liberarsi dai dettami di paletti normativi decostestualizzanti financo a palesare l’opportunità del mantenimento dell’edificato attuale, correggendone l’impatto visivo mediante opere di manutenzione straordinaria del verde.
Di fatto sia a livello locale che regionale siamo al punto di non ritorno: o si mette mano, sul serio, ad una regolamentazione della costa, superando le problematiche che nel tempo si sono ammassate, o ci ritroveremo per molti decenni ancora a navigare a vista nel mare del paradosso.

 Avv. Cannizzo, la legge n. 78 del 1976 era rivolta ai comuni ma a partire dal 1991 la sua applicazione viene estesa anche ai privati, come mai?

La domanda è pertinente, ma per rispondere occorre analizzare, seppur brevemente, la formulazione dell’art. 15 della l.r. 78/1976 il quale prevede che “Ai fini della formazione degli strumenti urbanistici generali comunali debbono osservarsi…”. Dopo l’entrata in vigore della legge in questione si riteneva che il vincolo da essa introdotto fosse rivolto ai comuni e non anche ai privati. Per tale ragione, il legislatore regionale corre ai ripari solo nel 1991, con la legge regionale n. 15, affermando che l’art. 15 della l.r. 78 del 1976 si applica anche ai privati. Ora, appare evidente l’entità del problema, ossia dal 1976 al 1991 la legge n. 78/76 veniva applicata in un modo e dal 1991 in poi si assiste ad una totale inversione. Tale considerazione consente di comprendere l’entità del problema.

Poniamo ad entrambi i professionisti la stessa domanda. Secondo voi, esiste una soluzione o sareste in grado di fornirla?
Da professionisti non possiamo che sostenere che esista sempre una soluzione.  Per correttezza ci preme sottolineare che non ha senso fornire illusioni o facili soluzioni. Occorre uno studio approfondito dei fatti da tutte le angolazioni necessarie; una attenta analisi di tutti i documenti e della giurisprudenza amministrativa.
***
Se prima avevamo alcuni dubbi, dopo l’intervista ne abbiamo moltissimi. Come cittadini, prima oncora che come giornalisti, non possiamo che augurarci che l’Amministrazione guidata dal sindaco Tripoli trovi una soluzione nel breve periodo. Il sindaco ad esempio potrebbe procedere  alla creazione di un tavolo tecnico, composto anche dall’Arch. Testa e dall’Avv. Cannizzo, nonché da altri professionisti, in modo da mettere in campo una task force di alto profilo.

Intervista di Lorenzo Gargano

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