La giuria del Festival di Venezia non smentisce la tradizione: vincono film cosiddetti di “qualità”, che quando andranno nelle sale non metteranno assieme in tutto il periodo di programmazione quello che Baarìa incasserà in un fine settimana.
Nessun riconoscimento invece per il cinema italiano
La speranza che quest’anno la giuria di Venezia si smentisse, e piuttosto che premiare il solito film iraniano, cinese, curdo, afgano o israeliano d’avanguardia, pacifista, anticonformista, femminista, colto e raffinato, guardasse con più attenzione al cinema popolare, si è infranta ieri all’annuncio del Leone d’oro: l’israeliano “Lebanon” dell’esordiente regista isaeliano Samuel Moaz, che narra in uno spazio fisico sia pure ristretto, quello di un carro armato, dei drammi della guerra.
Leone d’argento al’iraniano “Women without men” della regista Shirin Neshat, che parla del colpo di stato del ’53 in Iran, allorchè con un colpo di mano gli americani rimisero sul trono lo scià, deponendo il capo di stato democraticamente eletto dal popolo.
A Baara ha probabilmente nuociuto, la grancassa pubblicitaria che lo ha preceduto e i giudici encomiastici, che a qualcuno saranno sembrati interessati, di Berlusconi, che per ora sulla scena internazionale, diciamo che non gode buona stampa.
D’altronde già alla vigilia del Festival , l’intervista di Liliana Cavani, componente della giurìa di sostanziale stroncatura di Baarìa, senza che lo avesse ancora visto, non faceva presagire niente di buono.
Si era poi pensato che la qualità non irresistibile qualità degli altri film in concorso, che, a parte qualche eccezione, nelle sale faranno il vuoto, spingesse la giuria a premiare un film italiano.
Così non è stato.
Forse-come dice Gregorio Napoli- sul “Giornale di Sicilia” di oggi, meglio sarebbe stato, che Baarìa restasse solo un evento senza entrare in concorso a Venezia.
A Tornatore una soddisfazione però rimane: Kseenia Rappooport, l’attrice russa da lui scoperta e lanciata nel film “La sconosciuta” è stata premiata come migliore attrice per il film “La doppia ora” di Giuseppe Capotondi.
Aspettiamo il 25 settembre per vedere l’accoglienza che Baarìa avrà nelle sale italiane.