Tentata estorsione a un costruttore:due bagheresi arrestati

Tentata estorsione a un costruttore:due bagheresi arrestati

cronaca
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All’alba di stamane i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno tratto in arresto due bagheresi con l’accusa di “tentata estorsione aggravata e continuata in concorso”. Si tratta di Flamia Giovanni Pietro di 55 anni, fratello del Flamia Sergio già arrestato nel dicembre scorso nell’operazione “Perseo” e di Provenzano Giorgio di anni 43. Entrambi vengono considerati dagli inquirenti, affiliati alla cosca mafiosa di Bagheria.


E’ stato il G.I.P Fernando Sestito ad emettere i provvedimenti su richiesta del Procuratore Ignazio De Francisci e del sostituto Marzia Sabella.

E’ dal 2007 che sia con tecniche moderne di intercettazione che con i tradizionali controlli e pedinamenti, i carabinieri tenevano sotto controllo i due, in relazione ad una serie di richieste estorsive e di danneggiamenti che si erano verificati nella zona di Bagheria

In particolare i carabinieri hanno accertato che i due arrestati avevano avanzato richiesta di pizzo ad una società edile che opera nel settore dell’edilizia residenziale nel territorio di Bagheria , oltre che a Palermo, arrivando a chiedere, così avrebbero documentato gli inquirenti, somme sino a 50.000 Euro ( 3.000 Euro per ogni appartamento).

L’attività investigativa messa in atto dagli investigatori aveva costretto i due ad essere più prudenti ed soprassedere alla loro attività estorsiva; ma la mole di informazioni raccolte dai carabinieri era tale da giustificare un provvedimento di arresto.

Tra l’altro l’attività dei due viene messa in stretta relazione con il tentativo del boss Giseppe Scaduto arrestato nel dicenbre scorso, appunto nell’operazione “Perseo”, di ricostituire la cupola provinciale di cosa nostra e di riorganizzare la famiglia mafiosa di Bagheria.

A margine dell’operazione, è stato diffuso un appello del comandante provinciale dei carabinieri Teo Luzi, che invita gli imprenditori ed i commercianti che vengono “avvicinati” e ai quali viene fatta richiesta di “pizzo” di rivolgersi con fiducia alle autorità inquirenti, che sono in grado di difenderli e di tutelarne gli interessi.

Solo nell’ultimo anno, sottolinea il comunicato del Comandante provinciale, oltre duecento mafiosi sono stati arrestati; e gli investigatori hanno maturato in questo particolare campo di indagine, una professionalità tamente elevata, che chi si trova sottoposto a questa iniqua vessazione, può veramente confidare nella forza della legge.

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