Sotto la pioggia per dire no a Bagheria città discarica

Sotto la pioggia per dire no a Bagheria città discarica

cronaca
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C’era la Bagheria che non molla, c’era la Bagheria che ancora si indigna, c’era la Bagheria che continua a coltivare un sogno, c’era la Bagheria dei giovani studenti che credono nella cultura dell’ambiente, c’era la Bagheria di quella Chiesa che è ormai da tempo, con coerenza e rigore, in prima fila sulle problematiche sociali, c’erano i bagheresi normali, donne e uomini, che non si rassegnano a vivere nella spazzatura.




Non era tantissima gente, c’erano circa cinquecento persone al corteo, studenti soprattutto, ma anche gente comune, e la pioggia fitta e fastidiosa non ha certo incoraggiato la partecipazione: però va osservato che Bagheria è l’unico comune della provincia di Palermo, che noi si sappia, che scende in piazza per protestare contro il degrado delle montagne di spazzatura che sono ormai vere e proprie discariche urbane e che non si rifugia nei fenomeni di sterile ribellismo di chi brucia spazzatura e cassonetti o disperde i sacchetti nelle carreggiate delle strade.

Un sia pur piccolo esempio di civiltà, di chi crede di potere decidere della propria vita e del proprio futuro con il proprio impegno e la propria presenza.


E dopo il corteo gli studenti non se la squagliano, restano numerosi a riempire una aula consiliare stracolma, e snocciolano una serie di domande, perchè vogliono sapere, vogliono capire, come mai la situazione è arrivata a tal punto.



Introducono alcuni dei promotori della manifestazione, l'ing. Tommaso Impellitteri che mostra un po’ di cifre che preoccupano, e secondo cui il costo per una famiglia di quattro persone della TARSU, in base alle previsioni di bilancio, andrebbe dai 600 agli 800 Euro l’anno; poi il prof. Pietro Tomasello che parla dell’impegno dei ragazzi dell’I.T.C. sul tema della pulizia e della conservazione dell’ambiente, e Carmelo La Bianca dell’ associazione di quartiere C.I.A. (Consuono, Incorvino, Amalfitano), che cerca di mettere ordine nella discussione.

“Dove vanno a finire i soldi che paghiamo con la tassa sui rifiuti? “; “Come mai si è lasciata degenerare la situazione sino a questo punto?”; “Perché non viene fatta alcuna differenziata?”; “Come mai i costi sono lievitati sino a questo punto?”; "Chi sono i responsabili di una gestione clientelare del Coinres?"

Queste alcune delle domande degli studenti.

Naturalmente il sindaco risponde che le sue responsabilità sono parziali e relative, che gli ATO hanno fallito ovunque, che ci sono responsabilità a monte,ecc..ecc..Insomma il solito "scaricabarile".

proteste rifiuti aula consiliare bagheria

C’è l’intervento di Michele Raspanti, titolare di una azienda, che sulla raccolta differenziata vuole costruire un futuro di impresa e di lavoro: “Questa- aggiunge- è la strada giusta per ripartire, e cioè facendo partire i bandi per la differenziata, coinvolgendo le imprese, riducendo drasticamente la quantità dei rifiuti prodotti."

"Nessuno ci ha mai cercati, nessuno ci ha mai consultati: eppure-conclude Raspanti- nei prossimi giorni presenteremo alla città la nostra “isola ecologica” per il conferimento dei rifiuti differenziati."

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del professore Franco Lo Piparo, che invita a guardare al dopo-emergenza, a come costruire un futuro che comunque sia verrà da qualcuno risolta.
Negli interventi di Padre Giovanni La Mendola, l’analisi più approfondita e più spietata: “In realtà – dice senza mezzi termini il parroco della Chiesa Madrice- è stata la gestione clientelare della politica a portare a fondo gli ATO rifiuti”.

Quella realtà che i sindaci conoscono bene, perché di questa politica, dissennata e clientelare, sono stati i principali artefici e protagonisti, ma non vogliono sentirselo dire, e preferiscono chiamare in causa in causa Provincia, Stato e Regione.
Quasi tre ore di un bel dibattito, di un bel momento di democrazia e di partecipazione.

 

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