Si stava meglio quando si stava peggio?di Giuseppe Sancataldo

Si stava meglio quando si stava peggio?di Giuseppe Sancataldo

cronaca
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Riceviamo e pubblichiamo: Si stava meglio quando si stava peggio. L'idea che nel ritorno al passato si possa ritrovare quell'età dell'oro in cui tutti stavano meglio è una argomentazione retorica che si perde nei tempi dei tempi.

Ritrovo tale tesi in molti dei discorsi fatti dai consiglieri comunali che si battono per la riapertura ai veicoli del corso Umberto. So che molto probabilmente mi sbaglio visto che interpretare la lingua che parlano molti dei nostri consiglieri comunali è compito assai arduo, i loro discorsi si basano su concetti afferrati qua e là, appiccicati con la saliva ed espressi in una lingua che si parla solo nel consiglio comunale bagherese.
Sotto la spinta dei commercianti, autoproclamatisi padroni del corso, abbiamo assistito al voto per la riapertura del corso. Idea geniale ed innovativa. La classe imprenditoriale e politica bagherese ha sempre idee che lasciano a bocca aperta. A me di tanto in tanto lasciano anche l'amaro in bocca.

Quando i commercianti dicono che hanno avuto un calo del fatturato ci credo. Per deviazione professionale tendo a verificare tutte le ipotesi proposte.

Analizzando i miei acquisti dell'ultimo anno mi sono accorto che circa il 50% l'ho effettuato a Palermo in buona parte al centro commerciale ForumPa. Analogamente ho fatto con i miei familiari e i miei amici ottenendo circa la stessa percentuale. Ognuno di noi può facilmente verificare se ciò che dico corrisponde alla realtà.

Che risposta allora dare a questa crisi economica che sta distruggendo il commercio bagherese?

Se mi trovassi nei panni di un commerciante del corso, certo non mi batterei per la riapertura alle auto.

La risposta di molte città d'Italia e d'Europa è stata quella di trasformare i centri cittadini in centri commerciali naturali, alla base di tutto ciò troviamo sempre la pedonalizzazione. Ma Bagheria come sappiamo è una città "sui generis".
La riapertura alle auto è una idea sbagliata perché il ritorno al passato non cancella quello che è avvenuto nel tempo di mezzo.

Il corso pieno d'auto non può essere la risposta al proliferare di centri commerciali che, pur offrendo servizi di scarsa qualità, attirano le masse. L'immobilismo e il sentimento reazionario dei commercianti non darà frutti.
Non posso negare che ci siano dei problemi. La risposta all'assenza di posti auto è la costruzione di nuovi posteggi.

Se l'amministrazione comunale non si muove in tale direzione ci si batte in prima persona, occupando simbolicamente le aree destinate a tele scopo o in extremis costituendo una società privata tra commercianti che costruisca e gestisca un nuovo posteggio.

I centri commerciali offrono posti auto di loro proprietà, non chiedono ai comuni di costruirne altri. La risposta ai vandali che si impossessano del corso durante la notte non può essere la costruzione di un costoso circuito di videosorveglianza.

La creazione di una vita notturna, di una movida bagherese è la risposta.

Pub, ristoranti, luoghi in cui puoi bere un drink con gli amici potrebbero riempire le viuzze che gravitano intorno al corso, garantendo anche un risvolto economico per questa città.

Pedonalizzare la zona che comprende piazza Sepolcro e piazzetta Larderia favorendo la nascita di luoghi in cui passare un po' di tempo ci evita di riempire le strade di telecamere che se ne fregano della privacy così tanto cara al nostro presidente del consiglio.
Ricordiamoci inoltre che il corso Umberto non è solo un centro commerciale, è soprattutto il centro storico della città in cui è lecito voler fare semplicemente una passeggiata e perché no?, anche un po' di cultura.
Il compito dei politici è difficile.

Ho sempre pensato che il ruolo di un politico non si estingue nel rappresentare le volontà della gente ripetendo ciò che proviene dalla pancia. Il compito di un vero politico è quello di saper vedere lontano, di dare una dritta a ciò che non funziona anche a costo di mettere a rischio il consenso popolare. Coraggio.
Giuseppe Sancataldo

 

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