L'Ufficio circondariale marittimo di Porticello si era già allertato sabato 28 di Agosto: con grande scrupolo e tempestività gli operatori si erano recati al Sarello, dove in prossimità dello scarico a mare che dovrebbe essere da tempo in disuso e neutralizzato,
Il liquido prelevato viene mandato al laboratorio dell'Arpa di Palermo, in Via Onorato.
Il 29 agosto noi pubblichiamo l'articolo di Baghering, in cui si documenta come ormai da diversi anni nella zona e in corrispondenza del periodo luglio settembre, stando a testimonianze attendibili degli abitanti e dei frequentatori della zona, si manifesti il fenomeno del "mare colore del vino", per rubare il titolo di un romanzo di Leonardo Sciascia.
E' solo dopo l' articolo da noi pubblicato, siamo già al 2 di settembre, che il Nucleo Operativo Polizia Ambientale si attiva contattando l'Arpa al fine di concordare così si dice in una nota "un sopralluogo congiunto".
Grande la sorpresa dei nostri solerti vigili, quando vengono informati dai tecnici dell'Arpa che già il campione prelevato cinque giorni prima dagli operatori di Circomare di Porticello era stato esaminato, e che gli esami avevano confermato quello che "a naso" gli stessi operatori avevano intuito: in poche parole il campione era "acqua di mare contaminata da prodotti di origine vinaria. I risultati della ricerca dei polifenoli e dell'alcool etilico confermano la tipologia della matrice". Cioè residui di lavorazione del mosto.
Questo si dice nella lettera dell'Arpa trasmessa anche al Comune di Bagheria.
Una domanda alla nostra amministrazione.
Per individuare ed eventualmente sanzionare, chi, come, quando e perché ha sversato abusivamente in mare sostanze inquinanti e potenzialmente dannose, ci vuole ingaggiare Scherlock Holmes, o bastano i segugi locali?
