Sabato 13 febbraio 2016, alle 17,30, presso la galleria Adalberto CatanzaroArtecontemporanea, villa Casaurro, via casaurro 78, Bagheria, curata da Ezio Pagano, con testo in catalogo di Valentino Cicatralà, diciotto tele in mostra per narrare "Racconti di carte"; titolo della personale del maestro Leto.
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La vita artistica di Giovanni Leto è segnata dalla continua ricerca, di dare alla propria creatività e talento un' espressione, in grado di mostrare e manifestare la realtà nascosta , prima intuita e in seguito analizzata per diventare materia su una tela.
Un percorso che richiede una profonda indagine nella composizione, accompagnata da un rigore mentale che sfocia nell'adempimento che caratterizza il "fare" dell'arte, nel senso della manualità e del movimento degli elementi che nel loro distinguersi, danno corpo all'opera, e l'allestimento mette in evidenza l'evoluzione stilistica, nonché le influenze e i rimandi all'Arte del secondo novecento.
La carta, il giornale quale elemento assunto a dato tecnico ed espressivo del suo linguaggio, costituendone il mezzo per rivelare la propria visione del mondo e dell'uomo. E' l'azione che ne determina la potenza comunicativa, ed è nel gesto dell'arrotolare il materiale cartaceo, che si cela quella realtà, che potrebbe o attenderebbe di essere dis-velata dall'osservatore. E' questo il punto nodale e altresì misterioso nelle opere del maestro bagherese.
Se , per un attimo, provassimo ad aprire i salsicciotti di carta, cosa scopriremmo?
Se, ancora, provassimo a scomporre l'intera struttura compositiva, cosa rimarrebbe, se ne sconvolgessimo l'equilibrio? Ci ritroveremmo una superficie nuda, interamente spogliata dei suoi abiti, ma ne troveremmo, forse l'essenza, l'anima dell'opera ossia il colore. Nello specifico intendo la pennellata o la spatolata, che racchiudono nel contempo esprimono l'atto della creazione in sé. Un passato da pittore che ritorna per dare stabilità e fungere, alle volte da contrappeso per bilanciare l'opera.
Quindi il dato informale con il suo carico di energia, lascia anche spazio a quelle schegge di colore, che rimandano a sollecitazioni mentali o psicologiche tendenti ad aprire nuovi circuiti nello stile di un'artefice.
La mostra antologica di Giovanni Leto palesa la capacità critica e le scelte culturali fatte in piena aderenza col proprio bagaglio esperenziale, in connubio con un sentire pacato e sensibile, volto, con maturità artistica, a rappresentare orizzonti "altri" ed esterni di una coscienza, che ne scruta limiti e confini.
La personale si potrà visitare fino a l 25 marzo 2016.
Giovanna Cavarretta