Bagheria: Culturale o Colturale?- di Ezio Pagano

Bagheria: Culturale o Colturale?- di Ezio Pagano

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Senza voler rivangare il passato, leggendo il programma del 50° anniversario dell'istituzione del Museo Guttuso, mi vien da dire che i giochi sono fatti e Bagheria è la città della coltura!

Negli ultimi anni, sempre più spesso, alcuni eventi mi fanno affiorare il ricordo di un politicante bagherese che, dal pulpito del consiglio comunale, per dar forza ai suoi argomenti diceva: “è un problema di coltura”.
A me sembrava che questo consigliere comunale confondesse la parola cultura con coltura, ora finalmente ho capito che ero io a sbagliarmi; infatti, con l’inserimento del parola “gusto” nel motto della città, Bagheria è diventata la città della coltura.
Mi scuso con chi non regge la mia ironia provando fastidio nel vedere che affronto tra il serio e il faceto argomenti così seri, ma assicuro loro che lo faccio per sdrammatizzare il drammatico futuro del “Museo Guttuso”.
Intanto vorrei assicurare la pletora degli interessati al nuovo direttore del museo che, da parte mia non ci saranno più critiche, quindi, politici, dirigenti in pensione e apparati di partiti fatevi il direttore che volete.
Nel frattempo l’assessore alla cultura continuerà a fregiarsi di immaginari successi parlando davanti ad un pubblico di trenta persone (quando va bene) e a presentare il museo con frasi come queste: “…, cercheremo di offrire, con la collaborazione del Comitato scientifico e degli Archivi Guttuso oltre che di diversi professionisti, le migliori attività degne di un museo che è di chiara fama europea”, ovviamente confondendo il prestigio di Renato Guttuso con quello del “Museo Guttuso”. Peccato che, in questo museo di chiara fama europea, da decenni non si produce un solo evento artistico degno di questo nome (questi sono punti di vista, direbbero gli assalitori della diligenza).
E mentre siamo così tutti felici e contenti, questo malgoverno continua a indebolire la “Grande Madre”, la Sicilia, insomma il nutrimento dell’anima dei Siculi moderni ma, con una certa enfasi lasciatemi dire (parafrasando l’assessore) anche dell’intera Europa.
Come dire: piagnoni di Sicilia non lagnatevi di questa terra, perché nonostante tutto senza i suoi figli l’arte e la cultura italiana non sarebbero quelle che ci rappresentano trionfalmente nel mondo!
E con questo sermone mi congedo con una mia massima, ricordando ai giovani siciliani che: la Sicilia è uno dei luoghi più belli al mondo, se non per emergere sicuramente per creare.

La foto: Renato Guttuso, Topazia Alliata e Nino Franchina, tre amici inseparabili che per non lagnarsi hanno dovuto lasciare la Sicilia.

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