A Bagheria la presentazione del libro di Antonino Morreale "Una storia negata" La nascita del capitalismo in Sicilia

A Bagheria la presentazione del libro di Antonino Morreale "Una storia negata" La nascita del capitalismo in Sicilia

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Sarà presentato martedì 5 dicembre alle ore 16.00 presso la sala Borremans di Palazzo Butera a Bagheria il libro dello storico Antonino Morreale "Una Storia Negata - La nascita del capitalismo in Sicilia", casa editrice Sellerio 140 pp.

 A dialogare con l'autore ci sarà lo storico Vincenzo D'Alessandro, Professore di Storia Medievale all'Univesità di Palermo e Piero Violante, docente di Storia della dottrine Politiche presso l'univestità di Palermo.

Nota di Vincenzo D'Alessandro:

Un saggio, argomentato e tagliente che getta uno sguardo nuovo sulla storia della Sicilia e capovolge la vecchia raffigurazione pregiudiziale di una terra immersa fin oltre l’Unità d’Italia «nell’eterno feudalesimo».

«È possibile una interpretazione che esce dai binari della vulgata di una Sicilia feudale da Ruggero a Portella della Ginestra, per mostrare invece una Sicilia che, tra metà ’400 e primi ’500, si dà una struttura economica inequivocabilmente capitalistica».
Questo saggio si pone a sintesi di molti decenni, ormai, di studi storici; precisamente di quelle ricerche empiriche che hanno contraddetto la vecchia raffigurazione pregiudiziale di una terra immersa fin oltre l’Unità d’Italia «nell’eterno feudalesimo» (del latifondo granario, del baronaggio, della società a due classi con un ceto borghese esiguo e indistinto). Ma è una sintesi che compie anche un passo avanti, radicale e audace: in Sicilia, ancor prima addirittura che nella classica Inghilterra, sorse un modo di produrre merci (in tre dominanti settori dell’economia isolana) fondato sul rapporto tra capitalisti imprenditori e lavoratori salariati, e si affermò quindi una classe borghese imprenditrice capace di emarginare la rendita dal comando e di soggiogare la for-za lavoro dei contadini una volta separati dai mezzi di sussistenza. Nacque qui, insomma, il sistema capitalistico.

Questa tesi sorprendente è sostenuta da una mole enorme di lavoro sul campo e negli archivi, che descrive la laboriosità sociale diffusa, mossa da alcuni gangli industriali, che si spense solo con la grande crisi del Seicento. E dietro la tesi c’è anche – come scrive nella Nota lo storico Vincenzo D’Alessandro – l’alacre storiografia siciliana che ha ben messo in evidenza il fermento trecentesco portatore di una nuova concezione del feudo e l’affermarsi di un patriziato urbano (una nobiltà tutt’altro che immobile e periferica, «rinsanguata dall’arrivo di un nutrito gruppo di immigrati dalla Toscana»).

La minuziosa pittura della «transizione dal feudalesimo al capitalismo» nella regione centrale del Mediterraneo è resa possibile dall’uso di categorie concettuali (soprattutto il concetto di «rap-porto di produzione») che provengono da una lettura originale di Marx. Una rivisitazione il cui percorso è dall’autore ricostruito in modo da chiarire la fecondità di alcuni strumenti analitici marxiani per la storia, che da tempo si tende o a sclerotizzare o a dimenticare.

Il valore anche polemico del libro di Antonino Morreale è evidente già nel titolo: Una storia negata. Polemico contro l’uso politico – ovvero le varie forme di sicilianismo – di una Isola che si vuole nei secoli addormentata; e contro le conseguenze della mitica contrapposizione Sicilia/Modernità: «La mafia non era la “guardiana del feudo”, ma l’ala marciante della selvaggia “modernizzazione” capitalistica».

Antonino Morreale (Bagheria 1946) ha pubblicato: Famiglie Feudali in età moderna. I Valguarnera 1995; La vite e il leone. Storia della Bagaria, 1998; Insula Dulcis. L'industria della canna da zucchero in Sicilia (secc. XII-XVII), 2006. Capitalismo in Sicilia. Grano , zucchero e seta nel secoli XV-XVII. 

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