L'amore ai tempi della rivoluzione (messicana) - di M. L. Florio

L'amore ai tempi della rivoluzione (messicana) - di M. L. Florio

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Che l’amore sia un mistero dell’universo, sul quale hanno trascorso notti insonni, versato fiumi d’inchiostro e creato opere eccelse le maggiori menti nei secoli, è una certezza inconfutabile.
Un mistero che accresce quando il collante è una grande passione condivisa:

il fascino dell’amore che diviene creazione artistica. E’questo, di certo, il segreto, lapalissiano per la verità, che ha tenuto insieme moltissime coppie nell’arte e nella vita: da Sartre e Simone De Beauvoir a Moravia e la Morante, a Pina Cali e Silvestre Cuffaro, per restare in ambito nostrano.

Ed è proprio la storia di una passione e di un amore assoluto tra due grandi artisti, quella raccontata dallo scrittore francese Jean Marie Le Clézio nel suo saggio-in forma di romanzo - dal titolo: Diego e Frida (Il Saggiatore Tascabili).

Con una puntigliosità che è propria di tanta letteratura d’oltralpe, Le Clezio, vincitore, lo scorso anno, del premio Nobel (immeritatamente contestato) racconta, con uno stile coinvolgente e pieno di slanci lirici, l’incontro, la passione, i tradimenti, in una parola, l’amore tra Frida Kahlo e Diego De Rivera: tra i maggiori rappresentanti della pittura del secolo scorso. Lo scrittore francese per il suo lavoro si è servito dei diari che la pittrice messicana tenne per tutta la vita e della bibliografia inerente i due grandi pittori: muralista lui, surrealista lei.

Lo sfondo è quello del Messico post rivoluzionario: tra gli anni venti e quaranta del secolo scorso. La storia ha inizio in una casa povera con una ragazzina segnata dalla poliomelite prima e da un terribile incidente poi; incidente che le lascerà, impressi, indelebili segni. Ed è per guarire l’anima, non potendo guarire il corpo, che Frida comincia a dipingere. Non è la prima volta che accade: spesso un terribile infortunio ha segnato il destino di grandi artisti; si pensi al chitarrista Django Reinhardt che, malgrado avesse perso l’uso di due dita della mano sinistra in un incendio, divenne una leggenda del jazz.

Quando conosce Diego, Frida è una ragazzina di quindici anni ma ne dimostra più o meno dodici. Lui è già al suo secondo matrimonio e ha ventidue anni più di lei. E’ alto e robusto. Anni più tardi, dopo le nozze, Frida annoterà nel suo diario: “Ai miei genitori la cosa non piacque: dissero che era il matrimonio tra una colomba e un elefante.” Quando Frida lo avvicina, lui lavora ad alcuni affreschi presso l’università di Città del Messico. Diego resterà colpito dallo sguardo fiero di questa ragazzina, dalla sua dignità.

Scrive Le Clezio: “Questo incontro cambierà la vita di Diego e farà di questa ragazzina una delle creatrici più originali e potenti di tutta l’arte moderna.” Dopo sette anni, e il divorzio dalla seconda moglie, Diego e Frida si sposano. Oltre che pittori sono anche militanti comunisti e nella loro villa, anni dopo, ospiteranno lo stesso Trotskji. Seguiranno anni turbolenti e prolifici dal punto di vista artistico ma anche dolorosi per Frida che, a causa del suo handicap, non può avere figli. Sono anni di fughe, viaggi, tradimenti e riappacificazioni. I due si separano più volte e dopo il più terribile dei tradimenti di Diego - con la sorella di lei - divorziano. Segue un periodo di disperazione per Frida contrassegnato, però, dalla realizzazione di potenti tele in cui viene raffigurata la sua angoscia e la sua solitudine con un’analisi lucida e impietosa (si veda in merito, qui a fianco, l'immagine del quadro dal titolo: La colonna spezzata).

I due, però sono destinati a tornare insieme e, dopo qualche anno, addirittura, si risposano.
Le Clezio, con una avvincente ricostruzione del Messico di quegli anni, con un’attenzione per i particolari che ricorda il modus operandi di un altro grande scrittore europeo: Mc Ewan- si ricordi di quest’ultimo, ad esempio, la descrizione dell’esodo a Dunkerque in Espiazione- ci regala, più che una biografia, la storia di un’intesa e di un’unione davvero fuori dal comune.

«In fondo – dice Le Clézio – la cosa straordinaria di tutta la caotica esistenza della coppia Diego-Frida è che era difficile riunire due esseri più dissimili. Tutti e due sono creatori, e tutti e due sono rivoluzionari, ma la loro creazione e la loro rivoluzione sono diametralmente opposte, e diametralmente opposte le loro idee sull’amore, sulla ricerca della felicità, sulla vita stessa».

Frida morirà a 47 anni dopo indicibili sofferenze. Diego farà in tempo ad allestirle una grande mostra retrospettiva alla quale lei sarà presente, trasportata con l’intero suo letto a baldacchino (in foto, n.d.r.).

Non poteva mancare. Sarà la sua ultima testimonianza d’amore per l’uomo che aveva scelto e con il quale aveva operato una vera e propria rivoluzione: artistica e umana.

 

 

 

 

Maria Luisa Florio

 

 

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