E se fosse l'inverno più freddo dal 1709 ? ... - di Movimento "Senza Potere"

E se fosse l'inverno più freddo dal 1709 ? ... - di Movimento "Senza Potere"

Politica
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Gli esperti parlano di una nuova era glaciale. E Donald Trump pare avere annullato il viaggio in Russia. Prime indiscrezioni dalla Casa Bianca dicono che la first lady non abbia trovato un collant invernale di suo gradimento. Putin sembra non avere gradito e minaccia di chiudere i gasdotti verso l'Europa. Di fronte questo pericolo imminente le forze politiche di minoranza incalzano chiedendo di uscire dall'Euro ed usare la moneta in circolazione come combustibile.

Basta una notizia del genere per fare schizzare lo share, sarebbe difficile tenere il conto delle visualizzazioni, i social verrebbero invasi.

Diamo priorità a certe notizie perché dobbiamo inconsciamente soddisfare una nostra curiosità istintiva; e abbiamo bisogno di alimentare la nostra curiosità per sostenere le pubbliche relazioni. Ci servono “argomenti di intrattenimento” di cui parlare per dire la nostra, abbiamo bisogno di rinnovati intrattenimenti per essere social, ci uniformiamo al pensiero unico per non essere a-social.

Ma il dato inconfutabile è che prestiamo più attenzione alle opinioni che alla notizia in sé. È più importante credere tutti la stessa cosa piuttosto che credere ciò che è vero. È tutta una questione di sopravvivenza e dunque non vale la pena sacrificare la coesione sociale per la verità. È tutto un incontro di opinioni per partecipare alla formazione dell’opinione pubblica. Ne segue che spesso ciò che veramente cerchiamo sono le opinioni degli altri, indipendentemente dalla natura dei fatti a cui si riferiscono.

E poi si va tutti al bar per raccontarci che siamo pilotati, che decidono i poteri forti, che siamo numeri controllati. Ma non ci poniamo più domande, di certi argomenti leggiamo solo i titoli per non annoiarci, non affrontiamo i contenuti ma ci lasciamo umoreggiare da chi ha più appeal televisivo, siamo arrabbiati e un vaffanculo diventa catalizzatore di interesse, siamo delusi e vogliamo un colpevole, non vogliamo responsabilità ma ricerchiamo costantemente i responsabili, non ci fidiamo più di nessuno ma ci affidiamo a chi dice di non fidarci, non ascoltiamo più i suoni ma ci siamo abituati ai rumori, vogliamo un mondo migliore ma siamo in attesa che qualcuno lo costruisca per noi.

I sintomi più preoccupanti del nostro tempo sono la superficialità, il disinteresse, l’approssimazione, il qualunquismo, l’apatia, la declassazione della cultura a slogan. Ci indigniamo sempre meno e sempre meno ci interessiamo di ciò che ci sta attorno e ci appartiene. Pretendiamo un positivo futuro per i nostri figli ma non facciamo nulla per crearne le condizioni.

La politica stessa ha perso di fare Politica. I politicanti fanno a gara per interpretare i mal di pancia dei cittadini e trasformarli in dissenso e rifiuto fine a se stesso. È una lotta di tutti contro tutti, dove non ci saranno vincitori ma una uniformità di vinti. Il punto è che queste non sono le vere lotte ma un’assurda autodistruzione.

Attuali più che mai le parole di Pepe Mujica che risponde ai giovani con la voglia di fare politica: “è meraviglioso lottare per ciò che si pensa, per quello che uno sente. È necessario imparare a vivere coerentemente con quel che si pensa. Non dimenticartelo! Vivi come pensi, altrimenti finirai per pensare come vivi”.

Dobbiamo tornare a pretendere di più da noi stessi, a riconsiderare il nostro essere cittadini, a riscoprire che le responsabilità non sono mai sinonimo di fregatura quanto termometro di senso civico. È necessario riscoprire la propria appartenenza per ritornare a essere custodi del nostro territorio.

Proviamo a chiudere gli occhi per un istante, spegniamo tutti i rumori e immaginiamo di sorvolare il nostro territorio. Piano piano riusciremo a sentire i suoni che contano: quel padre che ha perso il lavoro e non sa come sostentare la propria famiglia, quella madre che prega perché i sacrifici e i sogni del figlio trovino risposta, quelle persone che di fronte la malattia di un proprio caro rimangono imbrigliati tra burocrazie e disservizi, quell’anziano al limite della povertà e della solitudine, quei bambini che chiedono ai genitori un parco dove giocare, quel cittadini che chiede solo una Città normale dove i buoni servizi non siano un’eccezione ma una costante, quel diversamente abile che vive in una comunità disabile, quell’immigrato che chiede solo un posto dove ricominciare, ... e sono questi i suoni che chiedono gesti di normale responsabilità ...

Movimento “Senza Potere”