Un sogno condiviso per Bagheria- di Francesco Paolo Provino

Un sogno condiviso per Bagheria- di Francesco Paolo Provino

Politica
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Un sogno condiviso per Bagheria
“La creatività nasce dall’angoscia
come il giorno nasce dalla notte.
E’ nella crisi che sorge l’inventiva,
le scoperte e le grandi strategie.”

Albert Einstein

Questa emergenza ci aiuta a ricordare come le città – con esigenze già da oggi ed in futuro necessariamente ben più ampie di quelle delle città tradizionali – abbiano nel loro DNA l’esigenza di gestire la convivenza riducendo la conflittualità. Proprio a tal fine gli architetti hanno il compito di mettere in relazione la città degli uomini con la città delle pietre e di realizzare l’equilibrio tra gli spazi urbani dedicati rispettivamente all’uso privato, a quello pubblico e al godimento comune. La situazione che stiamo vivendo ci deve spingere ad una riflessione su questi temi e sulle loro premesse, con l’obiettivo specifico di rendere concreta la visione di una città giusta, di una città per tutti, di una città inclusiva e partecipata.
A partire dall’incipit di einsteiana memoria, desidero attraverso questo piccolo contributo aprire un vasto campo di analisi e riflessioni su quanto sia possibile fare per il nostro territorio a seguito dei limiti che il coronavirus ha evidenziato ancora una volta in tutte le sue diverse declinazioni, pertanto vorrei subito condividere proposte che sicuramente, se ben organizzate, possono offrire opportunità all’intera realtà territoriale ed aprire un civico dibattito che da anni ormai manca in città.
Premetto che le idee partono tutte da una cosiddetta “vision” della città ossia una città green, smart, capace di generare luoghi urbani oggi ripensati per un utilizzo in ambito di sicurezza sanitaria e principalmente sempre alla ricerca di un nuovo modello di socialità aperta alla valorizzazione delle bellezze presenti nel territorio, dove paesaggio e beni culturali diventano veri e propri attrattori sociali e turistici.

1. Rapida realizzazione, nel rispetto delle norme di sicurezza, di vere e proprie piste ciclabili delimitando le stesse con segnaletica orizzontale ed eventuali dissuasori ove necessari. Tali piste, generando un sistema di viabilità nuovo per il cittadino bagherese, coniugherebbero il beneficio del bonus per l’acquisto di una bicicletta con la semplicità di utilizzo di percorsi ciclabili in tutta sicurezza per raggiungere il luogo di lavoro o le aree per lo shopping e la ristorazione. Tale iniziativa ha una sola ed esclusiva necessità quella di essere implementata rapidamente senza indugi nell’eventuale individuazione e limitazione totale al traffico automobilistico di alcune vie. Oggi la crisi ci chiede azione rapide capaci di intercettare le proposte economiche/ambientali del governo nazionale con il modello di città per la Bagheria del domani ciclabile dal centro ad Aspra per godere non solo del profumo dimenticato degli agrumeti ma della vista di un territorio ancora capace di incantare.

2. Accanto al sistema ciclabile occorre ragionare su un sistema di mezzi di trasporto a dimensione del tessuto cittadino ed a trazione elettrica capaci di rispondere organicamente all’offerta di inter modalità del trasporto urbano che coniugata con le aree di parcheggio consentano il raggiungimento dei luoghi urbani deputati alle attività del quotidiano. A tale sistema si potrebbe aggiungere (anche se sicuramente occorre del tempo) l’utilizzo, attraverso un accordo di partenariato pubblico-privato, degli immobili dismessi posti tra la Via Litterio e Bonavia (parallele a Corso Umberto). Gli immobili sarebbero da ristrutturare mantenendone integro l’intero sistema strutturale, con le murature in tufo a vista e le relative coperture lignee dando spazio al terminal per i mini-bus elettrici del sistema di interscambio. Si renderebbe concreto e fruibile di fatto quel necessario rapporto di accesso alla “galleria naturale” del Corso Umberto attraverso le piccole arterie del centro storico che sia in direzione Nord e Sud dovranno contribuire alla valorizzazione dell’intero tessuto urbano cittadino.

3. Sulla “galleria naturale” di Corso Umberto è necessaria la proposta con successiva costituzione e sottoscrizione di un accordo civico (con durata almeno quinquennale) con i cittadini proprietari degli immobili posti a piano terra con destinazione commerciale per fissare un prezzo unico al metro quadro per i canoni di locazione capace di calmierare il mercato e dall’altro generare un valido incentivo per coloro che vogliono trasferire la loro attività in quei luoghi. Perché se un non luogo come il centro del Dittaino offre la vista delle cortine di case fantasma per la location di spazi commerciali sicuramente un luogo vero può costituire un valido elemento attrattore per il pubblico. L’azione condotta in sinergia con le forze imprenditoriali consentirà di dare un volto ad uno spazio urbano che non può essere pensato per la viabilità veicolare ma dovrà consentire attraverso aree dedicate lo spazio ciclabile e quello pedonale, in modo che il commercio incontri la socialità in quel modello di sintesi che definisce gli attrattori sociali e culturali di una città.

4. L’intero tessuto urbano del centro storico presenta diversi spazi dimenticati e spesso abbandonati che possono rinascere attraverso attività culturali itineranti a partire dalla lettura di libri per bambini nelle ore pomeridiane per terminare alle rappresentazioni teatrali e/o musicali con artisti locali e non; il tutto corredato di una interfaccia tecnologica che possa informare e scandire gli appuntamenti, anche indicando la presenza degli eventuali avventori. Il tutto per un raccordo con le nuove norme di distanziamento sociale e sempre alla ricerca della sintesi tra luogo e spettacolo dove la città diventa la quinta urbana di un nuovo modello di vita.

5. Lascio ai ristoratori, uomini di grande iniziativa come hanno mostrato in questi giorni, di aprire una riflessione condivisa sui modelli di integrazione senza dimenticare tutta la catena dello street-food che può interagire in diversi modi a supporto delle diverse iniziative.

Invito e lascio spazio alle idee che ciascuno spero voglia aggiungere e dibattere per un Bagheria condivisa che sappia trarre il meglio dalla odierna crisi.

Arch. Francesco Paolo Provino

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