Verso le elezioni: storie di cittadini soli 1. IL RIPETITORE- di Antonio Belvedere

Verso le elezioni: storie di cittadini soli 1. IL RIPETITORE- di Antonio Belvedere

Politica
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Gianfranco e Sara hanno restaurato con amore una vecchia casa nel centro storico. Ci abitano da vent’anni.

Le case del vecchio centro, si sa, sono contigue, attaccate l’una all’altra, molte di esse sono state malamente rinnovate, con orrendi enormi balconi che, a causa del degrado dei materiali, sono in gran parte a rischio di crollo: non avete notato le impacchettature di telo grigio verde sulla maggior parte dei balconi baarioti ? La loro casa invece no. Hanno restaurato il vecchio prospetto che ha un balcone tradizionale in ferro battuto e marmo e poi lo hanno riempito di piante con fioriture stagionali; all’interno hanno ripreso e restaurato volte, solai, intonaci, scale. Un investimento di energie, di capitali, di amore. Recentemente, proprio sulla casa contigua alla loro, hanno visto innalzare un enorme ripetitore di telefonia. Il vicino di casa, certamente dietro compenso, ha accettato la proposta della compagnia telefonica.

I nostri eroi sono increduli, spaventati, arrabbiati per la svalutazione estetica ma anche fondiaria che subisce la casa che tanto amano e si chiedono se quell’intervento abbia tutte le autorizzazioni necessarie, cercano amici, si informano, discutono. Ma come? La Sovrintendenza che fa storie per il fotovoltaico, ad esempio, o per una banale finestra come ha potuto concedere il nulla-osta? E la ASP, con i rischi dell’elettromagnetismo, ha dato il benestare? E il Genio Civile? Una struttura pesante, alta un paio di metri sul tetto di casa, che minaccia di abbattersi sulle nostre teste con un forte vento o una scossa di terremoto? Paure infondate? Provate a chiederlo. Molto probabilmente vi risponderanno di si. “Il conflitto di interessi impedisce ogni discussione sull’argomento – dichiarava un noto biologo molecolare del CNR in una intervista di qualche tempo fa – l’industria dei cellulari fa resistenza”1.

Ma i nostri amici non si arrendono, vogliono vederci chiaro, chiedono un accesso agli atti presso il Comune di Bagheria. Nessuno a consigliarli, probabilmente scelgono la procedura sbagliata e questa documentazione tarda ad arrivare. Si rendono conto però che da quando vanno su e giù per le scale del Comune hanno la sensazione di essere ospiti sgraditi, l’incontro con i funzionari è spesso inconcludente, avvertono di essere soli. Accade solo a Bagheria? No, accade un po’ dovunque. E accade soprattutto se non hai santi in paradiso. Possibile misurare il livello di rischio per la salute? Interpellare l’Arpa? : “L’Arpa non lo fa più – dichiara l’esperto – sanno cosa succede e vengono solo se ipotizzano che l’emissione superi i limiti di legge, che sono comunque troppo alti rispetto alle attuali evidenze scientifiche…”2.

A Bagheria le emissioni elettromagnetiche si sommano all’inquinamento dell’aria provocato dallo spropositato numero di auto in circolazione, dai roghi tossici ( ASP e forze dell’ordine sanno esattamente cosa viene bruciato?) accesi regolarmente nelle periferie in una città che ha deciso di privarsi, tagliandoli, di decine e decine di alberi adulti sani e che va alle elezioni senza un vero confronto democratico, con tutte e tutti in soccorso dell’annunciato vincitor….

1. Intervista a Fiorenzo Marinelli, biologo molecolare del CNR di Bologna su Wired del 28.04.2015

2. Idem

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