Cosa significa fare politica oggi - di Mimmo Sorci

Cosa significa fare politica oggi - di Mimmo Sorci

Politica
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Analizziamo la società di oggi per parlare della politica di oggi.
Bisogna partire da Bagheria o dalla società globalizzata?
E' presunzione fare una analisi “globale” della società a livello internazionale o è presunzione fare una analisi politica partendo da Bagheria?
Penso che per “capirci” e parlare lo stesso linguaggio bisogna condividere un minimo di ragionamento “globale” in quanto l'analisi di partenza deve essere necessariamente, per grandi linee, condivisa e/o accettata.
Da questo sunto, bisogna condividere che:
-sono saltate le “ideologie” nate alla fine dell'800 e quanto di analisi economica e sociale vi era dietro a ciò.

Negli anni '90 del secolo scorso, è avvenuta in Italia una “rivoluzione giudiziaria” unica nel mondo occidentale (è sparita un'intera generazione di classe politica a tutti i livelli istituzionali).

Il sistema che ne è nato, ha sovvertito, negli anni successivi, ogni ragionamento di tipo politico ancorato su “vecchi” concetti ed analisi.
Una per tutti: Berlusconi ed il suo “partito azienda”, non sarebbero sopravvissuti se non “qualche anno” spazzato via da una “gioiosa macchina da guerra”.

Celebre anche la “rottura” fra Berlusconi ed Indro Montanelli rispettivamente editore e direttore del quotidiano “Il Giornale”.
A distanza di più di 15 anni, possiamo affermare che il sistema si è “adattato” a Berlusconi o che Berlusconi ha adattato il sistema alle sue esigenze.

Sono infatti nati i partiti aziende, i sondaggi usati come arma mediatica per influenzare il voto, la politica fatta di indagine di marketing, è insomma cambiato il sistema di comunicazione tra la politica ed i cittadini.
Si è sempre detto (per la verità ormai non si dice più) che il partito di Berlusconi (Forza Italia) non è un partito ma “il partito” di Berlusconi. Ed in effetti Forza Italia è un partito azienda a socio unico.

Ma che dire allora degli altri partiti, che per identificarne la politica, evocano i nomi dei propri leader nei simboli?

A coronamento di una “RIVOLUZIONE” nata “contro i partiti” e la loro ingerenza nella vita e nella società italiana, ci ritroviamo con i partiti “spariti” (così come concepiti fino al secolo scorso), soppiantati da “partiti aziende”.
La “rivoluzione Berlusconiana”, si completa con il nuovo sistema di elezioni del Parlamento Italiano, dove le segreterie dei partiti, decidono chi eleggere nei due rami del parlamento.

I nuovi “partiti” si impossessano del Parlamento decidendo chi eleggere e chi va lasciato a casa, creando una frattura insanabile tra l'eletto e il territorio.
Quando un simbolo di “partito” diventa “logoro” e non più proponibile, ecco che si cambia nome, leader e, perché no, anche collocazione parlamentare.

Destra, sinistra, centro sono schemi legati ai vecchi concetti della politica.

Le aggregazioni, avvengono per interessi, lobby e “opportunità e congetture occasionali”.

A livello locale, queste aggregazioni, sono molto più facili ed evidenti e avvengono in maniera più semplice, in quanto si utilizzano le “liste civiche”, incolori, insapori, inodori.

Ma di questo comportamento, non sono da meno i “partiti nazionali”.

 Come giudicare sennò l'approvazione unanime del bilancio del comune di Bagheria?
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