La sinistra 0.2 - di Giusi Buttitta

La sinistra 0.2 - di Giusi Buttitta

senza zucchero
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Sorpassi – Non è una novità che al mondo avvengano fatti strani in posti con nomi altrettanto strani. I tre giorni della kermesse della Leopolda voluta da Renzi, per esempio, saranno ricordati come i giorni dove qualcosa di inimmaginabile è accaduto: il sorpasso a destra della Sinistra alla Destra. E non è facile, nemmeno da capire. E sì che c’erano i segnali, perché i fatti non accadono mai, così, all’improvviso. Si fanno preannunciare. Allora, pensi alle visite di Renzi ad Arcore, rifletti che non si era mai visto un leader della sinistra così stimato, ammirato, apprezzato da parte del suo dirimpettaio della destra; se poi il dirimpettaio è Berlusconi, forse, qualche riflessione in più bisogna farla. Ma le parole, quelle contano; le parole. Non le considerazioni. E allora andiamo alle parole del leader del maggior partito di sinistra (???) italiano. 

Se D’Alema si limitava a non dire nulla di sinistra, questo dice molto di destra. Spariamoci subito le prime parole: “il posto fisso non c'è più”; dette praticamente in concomitanza con la manifestazione della CGIL, sono parole che subito segnano una bella linea di demarcazione tra la sinistra e la sinistra in maschera (che potrà anche piacere più della prima, ma che, per chiarezza, vanno distinte. Chiamiamola Sinistra Fonzie, tanto per rendere omaggio al suo creatore). Il posto fisso non c’è più, e allora cosa c’è, verrebbe da chiedere; cosa c’è di sinistra, intendo. Non si sa.

Altra picconata al passato: “Non saremo un partito di reduci e non permetteremo a quella classe dirigente di riprendersi il Pd per riportarlo dal 41al 25 per cento”; ma cos’è questa sfida sul terreno dei numeri, della sostanza, del potere, se non un cavallo di battaglia della destra? Quanto è berlusconiana l’aspirazione al 51% dei consensi? E quanto è berlusconiano Renzi quando etichetta negativamente l’élite pensante del Paese con un “di una parte del ceto intellettuale”, riducendola ad una casta privilegiata e socialmente schizzinosa. E sull’art. 18: “E' una regola degli anni Settanta”; e sulla semplificazione modernista del futuro (ricorda molto le tre “I” di Silvio) sfodera il suo cavallo di battaglia: le battute (come il Cavaliere); e allora, “è come prendere un Iphone e dire dove metto il gettone?” (riferendosi all’art. 18), oppure, “Come prendere una macchina fotografica digitale e provare a metterci il rullino.”. E poi l’annuncio solenne “E' finita l'Italia del rullino”, nemmeno un brusio in sala di fronte a tale rivelazione.

Che l’Italia del rullino fosse finita l’avevamo capito, quello che non si è ancora capito, o, meglio, non esplicitamente detto, qual è l’Italia che è cominciata. O forse sì, e per capire basta andarsi a rileggere (meglio sentirgliele pronunciare, rende di più; fatelo, andate su internet e fatelo…) le parole del finanziere Davide Serra, proprietario del fondo Algebris, sostenitore e finanziatore del premier Matteo Renzi (un finanziere che è finanziatore del leader della sinistra… Fantascienza, nemmeno in Blade Runner si sono viste cose del genere); le parole sono sull'ipotesi di limitare il diritto di sciopero dei lavoratori pubblici: "Dico che è un diritto, cerchiamo di capire che è anche un costo".

Lo sciopero è un costo e lui vorrebbe limitarne il diritto. Legittimo pensarlo, se non fosse che stiamo parlando di sinistra. E in tutto questo parallelismo berlusconiano non poteva mancare la battuta anti Merkel, che pur senza definirla “culona”, le si ricorda che un po’ di polvere alle elezioni gliela si è fatta mangiare: “Io rappresento il partito più votato. Tu hai preso 10,6 milioni di voti, noi 11,2: sono cose che capitano. Quindi abbiate rispetto per il mio paese e per il mio partito”. Il Renzi dall’ego smisurato non si poteva astenere. E tanto per non lasciare dubbi su cosa lui pensa di una sinistra meno pragmatica, più idealista (e, forse, più sinistra), Renzi sentenzia: “le sinistre arcobaleno perdono e fanno perdere l'Italia”. E anche questi sono stati messi a posto. Che dire, questa è la nuova sinistra, la sinistra 2.0 o, più correttamente, la sinistra 0.2, nel senso delle percentuali, come nei succhi di frutta dove ti indicano in percentuale la reale presenza della quantità di frutta. Nel PD, con Renzi, c’è lo 0,2 per cento di sinistra, tutto il resto è acqua e sostanze di dubbia origine.

GIUSI  BUTTITTA

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