L’Italia di Roberto Mancini è nella storia del calcio: gli Europei tornano a Roma

L’Italia di Roberto Mancini è nella storia del calcio: gli Europei tornano a Roma

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“Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta.” Nei versi iniziali del nostro inno nazionale è descritto alla perfezione lo stato d’animo di un intero popolo che stamattina si è svegliato sul tetto d’Europa.

Era dal 1968 che gli Azzurri non riuscivano a vincere una rassegna continentale, 53 anni in cui di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, assieme a due finali perse nel 2000 contro la Francia e nel 2012 contro la Spagna che ci avevano fatto credere in una sorta di maledizione. Maledizione che invece è stata interrotta dalla squadra di Roberto Mancini che si è resa protagonista di una vera e propria impresa sportiva destinata a entrare per sempre nella storia del calcio per la gioia di un intero popolo, del presidente del CONI Giovanni Malagò e di quello della FIGC Gravina.

Il nostro, personalissimo, Maracanazo
Con il termine “Maracanazo” nel calcio si intende una disfatta di proporzioni bibliche di cui si rende protagonista una squadra che ospita una competizione internazionale. Il termine venne coniato nei Mondiali del 1950 quando davanti al pubblico di casa, allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro per l’appunto, il Brasile perse clamorosamente la finale Mondiale contro l’Uruguay in una partita che segnò intere generazioni. Sempre il Brasile si rese protagonista in negativo di un altro Maracanazo nel 2014, quando nei Mondiali casalinghi perse la semifinale contro la Germania con il sonoro, storico e roboante risultato di 7-1 che andò in onda sulle reti di Sky. Ieri l’Inghilterra ha vissuto il suo particolarissimo Maracanazo e gli artefici della disfatta sono stati proprio gli Azzurri di Roberto Mancini, autori di un’impresa indimenticabile. Dopo il goal subito dopo soli 117 secondi, la partita sembrava essere già indirizzata verso la Nazionale dei Tre Leoni che sognava di vincere il primo torneo europeo della propria storia e di riportare un trofeo internazionale a casa a distanza di 55 da quando vinsero i Mondiali di casa nel 1966. Ma l’Italia di Mancini aveva in serbo ben altri piani e così, puntando sulla forza del collettivo, del gioco e delle proprie idee è riuscita dapprima a pareggiare la partita per poi, all’esito della lotteria dei rigori, alzare al cielo di Wembley la Coppa. Insigne e compagni hanno frantumato i sogni di gloria dei 70.000 inglesi presenti a Wembley e l’hanno fatto con la forza delle idee che hanno permesso al gruppo azzurro di lasciarsi alle spalle la delusione della mancata qualificazione ai Mondiali di Russia del 2018 e di presentarsi alle prossime Final Four di Nations League, al 12 di luglio, come la squadra da battere nonostante la concorrenza di Belgio, Francia e Spagna secondo le scommesse calcio, a quota 2,60.

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La forza del gruppo
Ciò che ha impressionato maggiormente della Nazionale di Roberto Mancini è stata la capacita di reagire ai momenti difficili che, inevitabilmente, hanno dovuto affrontare nel corso della competizione. Sono riusciti a farlo perché convinti dal tecnico di Jesi che nessuna impresa fosse impossibile se ci avessero creduto con tutte le loro forze e se avessero affrontato le difficoltà insieme, fianco a fianco. Così è stato anche nella finale di Wembley in cui il goal a freddo di Shaw avrebbe tagliato le gambe a ogni squadra. A ogni squadra eccetto l’Italia, che non solo non si è scomposta ma ha continuato a fare la propria partita, agevolata anche dall’atteggiamento tattico degli inglesi che dopo il goal hanno badato solo a difendere il vantaggio. Come spesso accade nel calcio, però, l’attacco è stata la miglior difesa e gli Azzurri dopo aver pareggiato hanno continuato a tenere il mano il pallino del gioco come fatto in tutte le sei gare precedenti di questo Europeo. Sebbene non avessimo a disposizioni grandissime individualità e potessimo contare su giocatore molto meno blasonati rispetto agli inglesi, l’Italia ha letteralmente dominato la partita senza subire neanche un tiro in porta dopo l'iniziale 1-0 e rendendosi pericolosa ogni qual volta si è affacciata nella trequarti avversaria.
Ora questo gruppo non può fare altro che crescere ulteriormente, forte delle idee di un visionario come Roberto Mancini che tre anni fa ha creduto che l’impossibile potesse essere realizzato e che ha lavorato ogni giorno con la convinzione di poter entrare nella storia. La storia, alla fine, gli Azzurri sono riusciti a scriverla a distanza di 53 anni dall’ultima volta per la gioia di tutti gli appassionati di calcio e l’hanno fatto battendo meritatamente i padroni di casa.