La replica: Cara Itinera, o si fa la recita o si fa la critica

La replica: Cara Itinera, o si fa la recita o si fa la critica

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Il diritto di cronaca spesso si scontra con la permalosità dei soggetti coinvolti, specie come quando nel caso del mio articolo, si toccano dei nervi scoperti. Gli insulti gratuiti provenienti da chi è

palesemente di parte si mettono in conto e, dopo oltre dieci anni di attività giornalistica per testate nazionali, francamente scivolano anche addosso.

È illogico perciò pretendere che vengano rettificati dei dati di fatto. Il diritto di cronaca, si sa, consiste nel potere-dovere conferito al giornalista di portare a conoscenza dell’opinione pubblica fatti, notizie e vicende interessanti la vita associata.

Ma come si può pensare e pretendere di poter essere organizzatori di eventi e critici degli stessi? Della serie: io me la canto e io me la suono. Ad ognuno il suo ruolo, il mio è quello di raccontare i fatti e di comunicarli, piaccia o non piaccia, come da prassi, dopo aver verificato le fonti.
Ribadisco la legittimità della domanda “Chi ha acquistato le sedie?” in quanto si tratta di denaro sperperato. E sicuramente una buona custodia avrebbe evitato questo danno. In ogni caso, come è purtroppo solito di certi ambienti, si fa una domanda e si ricevono insulti che, senza offesa per nessuno, lasciano il tempo che trovano.

I disagi nella zona di piazzetta Butera non sono una mia opinione, bensì fatti tangibili. Non ho gli strumenti per poter valutare la buonafede di alcuno dei soggetti auto referenziati, tuttavia ho sufficienti strumenti per poter affermare che questa miriade di eventi organizzati, ribadisco quasi sempre con pochissima affluenza di pubblico (considerando che Bagheria è una città con circa 55 mila abitanti e non un paesello di poche anime, e che comunque sul quartiere “insistono” 4.000 o 5.000 residenti.), rivelano una superficiale conoscenza del territorio “servito”.

E, da quanto appreso, vi sarebbe carenza anche nell’ascolto delle esigenze della sua gente. Infatti, in molti, in base alle numerosissime testimonianze raccolte (vi risparmio l’elenco dei nominativi perché mi sembra di cattivo gusto e in quanto i cittadini vanno rispettati nella loro riservatezza e non tirati in ballo per polemizzare) lamentano l’impossibilità alla libera fruizione della piazza e non si sentono in alcun modo coinvolti negli eventi organizzati.
Oggi il quartiere ha un’alta presenza di anziani, molti dei quali in diverse occasioni si sono lamentati “ribadisco” per l’alto volume della musica (latino-americana, zecchino d’oro, musica dance, hiphop etc) che in certi casi ha bruscamente interrotto la loro pennichella pomeridiana e non solo. Un’ anziana della zona mi ha detto. “A quale associazione bisogna iscriversi per tornare a sedersi nella piazzetta?”

È inconfutabile che per salvaguardare il “bianco gazebo vittima di continuo perpetrato atto vandalico”, la piazza resti chiusa e la gente si veda costretta a portare i propri figli altrove. È indubbio che la negligenza e l’imprudenza di chi le “famose sedie distrutte” avrebbe dovuto custodire, abbia causato tale danno che certamente paga la collettività; è innegabile che la discarica di plastica sia stata lasciata li per molti giorni e rimossa solo a seguito dell’articolo della scrivente (una fortunata casualità?); è inconfutabile che la stessa energia che si è spesa per indignarsi per un articolo che fotografa una realtà che, tra l’altro, soltanto in parte può riguardare l’associazione che si è ritenuta chiamata in causa, non sia stata spesa per denunciare pubblicamente e a tempo dovuto questi “grandi” atti vandalici, a quanto pare, attribuiti a dei pericolosi infanti criminali.

In ogni caso, la critica era rivolta ad una cattiva gestione della cosa pubblica e, fino a prova contraria, la città è amministrata dal sindaco e non dalle associazioni di turno. Di conseguenza, questa presa di posizione dei firmatari della lettera risulta alquanto bizzarra.
Colgo l’occasione per ringraziare il Centro Studi Itinera per essersi finalmente presentato, certa che farà tesoro delle segnalazioni di eventuali disservizi (pervenute anche dai lettori di Bagherianews) per le centinaia di manifestazioni che potrà proporre anche nel 2009 nell’interesse della collettività urbana tutta.

Giusy La Piana

Confessiamo di essere rimasti sorpresi e sconcertati, per la reazione largamente “sopra le righe” degli operatori del Centro Studi Itinera e degli altri firmatari della lettera.
Giusy La Piana ha risposto per la sua parte, noi vogliamo aggiungere qualcosa: si parla di false affermazioni, che in realtà sono documentate da foto, che hanno la stessa identica, precisa attendibilità delle foto che ci sono state inviate per certificare che tutto è stato grande e bello.
Nell’articolo venivano in realtà criticate delle scelte politiche e l’assenza di una valutazione investimento/beneficio di tutta una serie di iniziative realizzate da Urban Italia, e nessun rilievo, di fatto, era stata mosso alle professionalità degli operatori.

Il livello di attenzione e di coinvolgimento della gente del quartiere abbiamo potuto constatarlo "de visu" dalla partecipazione alla Festa conclusiva di lunedì pomeriggio, e sulla quale è il caso di stendere un velo pietoso.

.Per quanto riguarda la qualità dell’informazione che diamo e la professionalità dei nostri collaboratori, esse ci vengono quotidianamente certificate e testimoniate da oltre un paio di migliaia di accessi al giorno al nostro sito, ed è questo il giudizio cui teniamo di più; e comunque gli scriventi, dovrebbero quantomeno dimostrare di avere loro un qualche titolo, prima di dare giudizi sommari.
Ed infine l’indignazione; la riservino i nostri critici a cose senz’altro più importanti: per esempio la scarsa o nessuna trasparenza dei criteri con cui sono stati selezionati consulenti e collaboratori di Urban Italia.
E ci dispiace, per chiudere, di non potere far parte del coro plaudente delle cose che ha fatto e fa Urban Italia su questo terreno. Pensiamo che ci debba essere lasciato il diritto di poterlo pensare e, ove necessario, scriverlo.

Angelo Gargano


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