Cronaca

Ci mette, come  si suol dire, la faccia, il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque in quella che dovrebbe essere una operazione di ampio respiro e di lunga lena per  consentire alla fine di regolamentare i punti di vendita 'selvaggi' che proliferano in tutte le strade, con l'occupazione spesso arbitraria di suolo pubblico e senza alcuna regola e controllo sui prodotti venduti.

Nella giornata di martedì pomeriggio intorno alle 16.30 gli interventi sono partiti da via Città di Palermo, angolo cap. Giorgi Luigi; due pattuglie di agenti di Polizia municipale, con alla testa il sindaco, hanno obbligato S.S. commerciante di frutta, a togliere stand espositivi, cassette di frutta, pedane e quant'altro: il materiale è stato caricato su un mezzo del comune per essere portato via, ma nel frattempo sono arrivati alcuni amici e familiari del titolare per dargli man forte contro l'intervento dell'autorità.

Inevitabile qualche parola di troppo, toni esagitati, al punto da dovere richiedere anche la presenza della Polizia e dei Carabinieri, ma alla fine è tornata la calma.

Il sindaco è stato chiaro: noi vi offriamo una opportunità alternativa e sta a chi è stato costretto ai margini della legge farne l'uso opportuno; ma va detto che il 'piano commerciale' con il reperimento di 30 nuovi stand non convince gli ambulanti, che scelgono il posto dove 'insediarsi' in base a tutta una serie di criteri di 'mercato' e che vedono malvolentieri l'ipotesi di doversi allontanare dal posto che occupano abitualmente, sia pure in maniera abusiva, dove si sono creati anche una clientela stabile.

L'amministrazione sembra essere stavolta pronta a fare sul serio, ma come veniva fuori dal teso confronto di ieri pomeriggio se legalità deve essere che lo sia per tutti, ed è su questo punto che nei prossimi giorni si giocherà la partita.

Il terreno su cui sta lavorando l'amministrazione è estremamente complesso e controverso ed avrà ricadute pesanti sull'economia di  molte famiglie, per questo come ci permettemmo di suggerire inascoltati su altre questioni, per esempio quella del personale comunale, non può esistere la politica dei due pesi e delle due misure, perchè vorrebbe dire che il rimedio sarebbe peggiore del male che si vuole curare.

Se legalità deve essere che lo sia per tutti indistintamente, ed è chiaro di cosa parliamo; ma sull'argomento intendiamo ritornare.

 

La Polizia 

La Polizia sta arrivando, passo dopo passo, a scoprire tutti i ciomponenti del commando che lo scorso gennaio rapinò la tabaccheria Maggiore di Bagheria; il secondo componente  è Daniele Gebbia, 34 anni, palermitano di Piazza Calona, già arrestato per un altro colpo: sarebbe lui il complice di Benito Marino arrestato a maggio sempre di quest’anno per il medesimo colpo.

La rapina sarebbe stata commessa da da una banda di alemno 4 persone ed è per questo che si continua ad indagare per indivuìidure gli altri responsabili.

Secondo la ricostruzione dei poliziotti, Marino e Gebbia erano entrati nella rivendita con il volto coperto ed armati di pistola  seminandoo il panico all’interno dell’esercizio commerciale. Uno dei quattro si era messo a cavalcioni della vetrata di sicurezza, lasciando intendere al proprietario di essere disposto a tutto qualora non avesse aperto la porta di accesso verso l’area riservata. Il titolare, preoccupato per l’incolumità dei clienti presenti, li aveva lasciati entrare, permettendo loro di rubare contanti per 2 mila euro, schede telefoniche per 1.300 euro e “Gratta&vinci” per 150 euro.

All’esterno, però, un cittadino si era accorto di ciò che stava accadendo ed aveva appuntato parte della targa dell’auto con la quale la banda si era allontanata.

Da questo spunto investigativo  i poliziotti sono partiti incrociandolo con l’arresto di Benito Marino, il 22 gennaio del 2014 (pochi giorni dopo la rapina alla tabaccheria Maggiore) per una rapina ad un “tabacchi” di via Emilia a Palermo.

Subito dopo quell’arresto, i poliziotti scavarono nel recente passato criminale di Marino, individuandolo quale autore, anche della rapina alla tabaccheria “Maggiore” di Bagheria.

In questi giorni, al Gebbia quale secondo componente del commando di banditi della tabaccheria “Maggiore” , ma l'indagine non è affatto chiusa.

L'auto, una Fiat 500 rubata a Palermo era dotata del geolocalizzatore satellitare e questo ha consentito ai poliziotti della Questura palermitana di informare in tempo reale nella mattinata di oggi, con una esemplare azione di coordinamento, i colleghi di Bagheria che l'auto si trovava nei paraggi della S.S. 113 in vicinanza della deviazione per la nostra città, più o meno la zona del mercatino.

Ed è proprio là che, con ammirevole tempestività, gli operatori della volante di servizio del Commissariato di P.S. di Bagheria, diretto dal dr. Francesco Fucarini (foto interna), hanno individuato l'auto rubata: di fronte alla segnalazione di stop da parte degli agenti d Polizia il conducente della vettura ha immediatamente accelerato, tentando di sottrarsi alla identificazione; ne è nato pertanto un breve inseguimento che si è concluso proprio in vicinanza del sottopasso ferroviario.

altI due occupanti la vettura hanno iniziato di fatto una colluttazione con gli agenti e mentre uno dei due è riuscito a darsela a gambe approfittando della confusione del mercatino, l'altro occupante della vettura è stato fermato e condotto in commissariato, dove, identificato per G.F, 24 anni, con l'accusa di ricettazione e oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, è stato tratto in arresto perchè colto in flagranza di reato.

Una febbrile attività di indagine, immediatamente seguita al fatto, malgrado l'emergenza ferragosto, ha consentito di identificare in S.I., 24 anni,  il secondo protagonista, che per gli stessi reati è stato anch'egli denunciato al Tribunale di Termini Imerese, dove si terrà il processo per direttissima. 

 

Cimitero, è di nuovo emergenza: lo scrive in una nota Orazio Amenta coordinatore del PD cittadino che precisa: 

" Loculi e posti salma in terra esauriti, piene anche le aree per la sepoltura di salme inconsunte provenienti da estumulazioni ed esumazioni. Tante le salme ammassate nella camera mortuaria in attesa di sepoltura. Insomma siamo di nuovo alle solite... Sono trascorsi ben sei mesi da quando, in data 4 febbraio, il Consiglio comunale approvava all’unanimità l’ordine del giorno presentato dal capogruppo del Partito Democratico Mimmo Di Stefano, che impegnava l’amministrazione comunale a portare avanti il progetto di ampliamento del cimitero comunale.

Ad oggi, tuttavia, non si hanno ancora notizie concrete né sul progetto nuovo di ampliamento né su quello (il cui iter, ricordiamo, è stato avviato già dal lontano 2005) che prevede la realizzazione delle opere pubbliche necessarie e la gestione del cimitero da parte di un privato, nell’ambito di un project financing.

Ed anzi, l’amministrazione comunale continua a condurre una gestione emergenziale del cimitero.

E’ tale il quadro che emerge dall’ordinanza sindacale n. 52 del 5 agosto, con la quale viene data esecuzione alle operazioni di esumazione ordinaria (da effettuare almeno 10 anni dopo la data di sepoltura) e straordinaria.

La situazione in cui versa il cimitero, insomma, si presenta nuovamente insostenibile, essendosi ormai esaurite le disponibilità anche dei loculi prefabbricati, il cui utilizzo (più volte lo abbiamo sottolineato) non avrebbe potuto che rivelarsi una soluzione tampone, funzionale ad arginare l’emergenza soltanto per poche settimane.

Quanto riportato trova pieno riscontro nella presenza di almeno trenta salme nella camera mortuaria cimiteriale.

Non è più il tempo delle chiacchiere: questa amministrazione deve agire ultimando il progetto di ampliamento e portandolo in Consiglio comunale. E deve farlo in fretta.

La precedente Giunta comunale è stata sfiduciata dalla città in seguito allo scandalo del cimitero; da quello scandalo doveva ripartire la nuova amministrazione comunale, risolvendo definitivamente una problematica che tocca il decoro e la sensibilità di una cittadinanza intera.

Tuttavia, dopo oltre un anno, continua ad esserci solo silenzio. 

Orazio Amenta, coordinatore cittadino PD

 

Duole constatare che i fatti segnalati dal PD sono reali e concreti: da mesi non si parla più delle indagini al cimitero. La famosa frase del sindaco pronunciata in una delle prime sedute del consiglio comunale,"anche il mio nipotino di 7 anni avrebbe capito che se muoiono 500 persone e incasso solo il corrispettivo di 250 loculi, i conti non tornano", e che lasciava presagire un impegno a tutto campo per fare pulizia e chiarezza, non ha avuto seguito

Ebbene, su questi "conti che non tornano", ancora non c'è stato spiegato alcunchè; su bagherianews.com qualche mese fa abbiamo ricostruito in una serie di articoli le vicende drammatiche del cimitero che portarono alla fine all'allontanamento di Lo Meo, ma nè l'assessore nè il sindaco si sono degnati di dare una risposta, non a noi, ma alla città, che pensava che finalmente gli scheletri di questo armadio sarebbero stati tirati fuori. Così non è stato, e, che noi si sappia, non è accaduto nulla

 Si va avanti con l'acquisto dei loculi prefabbricati, la cura del cimitero è stata indubbiamente più efficace ma non filtra uno straccio di notizia su quali siano le reali intenzioni dell'amministrazione per il futuro e per superare l'emergenza ormai struttturale e continua: come se il problema non esistesse e non fosse mai esistito. 

Un silenzio di tomba che suona incomprensibile.

redazione bagherianews.com

 

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