Nuovo anno, vecchie storie, stessa Identità- di Ezio Pagano

Nuovo anno, vecchie storie, stessa Identità- di Ezio Pagano

cultura
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“Chi segue la folla non andrà più lontano della folla. / Chi cammina da solo / può scoprire luoghi in cui / nessun altro è stato prima.

/ Non si può vivere creativamente / senza incontrare difficoltà, / perché l’originalità provoca il disprezzo, / e la conseguenza spiacevole del trovarsi / più avanti rispetto al proprio tempo, / è che quando gli altri capiranno / che avevate ragione, diranno che ciò / è sempre stato evidente. / Ci sono due possibili scelte di vita / potete sparire nella corrente / oppure potete distinguervene. / Per farlo dovete essere differenti. / Per esserlo dovete diventare come nessun / altro, tranne voi, riesce ad essere.” (anonimo)

Dei buoni genitori potranno dare ai figli amore, cultura, ricchezza e tanto altro, quello che non gli potranno dare è l’Identità. L’Identità non si dà e non si riceve, appartiene indistintamente a tutti gli abitanti del luogo, per questo l’Amministrazione comunale dovrebbe tutelarla.
Ma cos’è l’Identità e come va tutelata? Cos’è lo dirò dopo, prima dirò come non va tutelata, ovvero come ha fatto il sindaco, parlando ai cittadini della “Città delle Ville” dietro ad un banner con la scritta “Bagheria Città delle Ville e del Gusto” (che Dio benedica il gusto e, in merito all’Identità, ci protegga da questo atto increscioso).
Quando i potenti che governavano la Sicilia abitavano i sontuosi palazzi della capitale e nelle altrettante sontuose ville tra le campagne di Bagheria si ritiravano a meditare per ottimizzare l’esercizio del potere, le pratiche del pensiero filosofico che avvenivano nel buen retiro di campagna, esercitavano un ruolo determinante tra i loro più stretti collaboratori. Ovviamente, era poi dal Palazzo del potere di Palermo che si proclamavano diritti e doveri, censi e nomine gentilizie.
Tutto ciò ha determinato l’humus del genius loci e quindi l’Identità di Bagheria! I principali elementi che l’hanno caratterizzata sono: la bellezza (delle maestose ville barocche), la cultura europea (dei personaggi che l’abitarono) e la dignità (del ruolo che ricoprivano). E così le memorie, gli affetti, gli atteggiamenti, i saperi, compresi i colori del cielo, del mare e dei giardini che nutrono gli occhi, hanno modellato l’Identità di questo territorio.
Grazie a questa nostra storia oggi dovrei essere il cantore della magnificenza e parlare solo di bellezza; al contrario, sono costretto a raccontare la nuda e cruda realtà che ci conduce al torpore. Colpa anche dell’elettronica che applicata alla tecnologia, al netto dei suoi benefici, assottiglia giorno dopo giorno la parte migliore della nostra umanità, facendoci sentire più ricchi quando invece siamo più poveri.

Note a margine
La foto: Il sindaco Filippo Maria Tripoli nella conferenza di fine anno promuove il motto “Bagheria Città delle Ville e del Gusto”.

L’incipit dell’articolo è di un anonimo siciliano del Vᴼ sec. A.C.. Proviene da una tavoletta in bronzo rinvenuta negli scavi archeologici di Segesta. Scritta in greco antico è stata tradotta in italiano dal prof. Diego Ciccarelli dell’Università di Palermo.

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