Lagalla candidato sindaco di Palermo ? Bagheria trattiene il fiato- di Lorenzo Gargano

Lagalla candidato sindaco di Palermo ? Bagheria trattiene il fiato- di Lorenzo Gargano

Politica
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Con il voto dello scorso 3 e 4 ottobre si sono chiuse, salvo i comuni che andranno al ballottaggio tra due settimane, le elezioni amministrative che hanno visto impegnati i cittadini di 1.342 comuni, tra cui alcune delle più importanti città italiane come Roma, Milano, Bologna, Napoli e Torino.

Nella primavera del 2022 toccherà invece alla città di Palermo ed altri 24 capoluoghi di provincia andare al voto per rinnovare sindaco e consiglio comunale, mentre nell'autunno sempre del 2022 ci saranno le elezioni regionali siciliane. 

Anche se mancano ancora alcuni mesi, il mondo politico è già proiettato verso questi importanti appuntamenti per il popolo siciliano.

Sono appuntamenti importanti di per sè, ma che potrebbero avere conseguenze dirette sull'amministrazione di Bagheria eletta nel 2019 e che si appresta a compiere il proprio giro di boa di metà percorso. Conseguenze che potrebbero portare nel giro di di poche settimane, o mesi, alle dimissioni del sindaco Filippo Tripoli. Vediamo perchè.

La vicenda ruota ancora una volta intorno all'ex Rettore di Unipa e attuale assessore regionale alla Pubblica Istruzione e Formazione On. Roberto Lagalla.

In questi ultimi giorni infatti, il nome di Roberto Lagalla come candidato sindaco di Palermo per il centrodestra, che con il suo movimento politico "Idea Sicilia" è intanto confluito nell'Udc, è diventata qualcosa in più di una semplice "voce di popolo", con lo stesso interessato che non si è nascosto ed anzi ha dichiarato a Repubblica: "Le candidature attengono alla coalizione. Il fatto che mi abbiano preso in considerazione è già una soddisfazione. Detto questo, non ho mai rifiutato le sfide".

Ovviamente per la corsa a sindaco di Palermo ci sono altri nomi sul tappeto per il centrodestra come quelli di Franceso Scoma e di Francesco Cascio, di Totò Lentini e tra le file di Fratelli d'Italia quello dell'On. Carolina Varchi. Con alcuni esponenti del centrodestra che invocano le primarie per scegliere il candidato. 

Se alla fine il candidato unico del centrodestra dovesse essere proprio l'on. Roberto Lagalla e nell'eventualità tutt'altro che remota, considerato che alla scadenza naturale della legislatura regionale manca un anno appena, delle sue dimissioni da deputato all'Ars, gli subentrerebbe il primo dei non eletti della lista "Popolari e Autonomisti", vale a dire Filippo Tripoli. 

Una poltrona, quella di deputato all'ars, troppo ghiotta per essere rifiutata da parte del sindaco di Bagheria, le cui legittime ambizioni sono quelle di fare politica a livelli più "alti" di quelli comunali e che gli permetterebbe di aprirsi la strada verso una ricandidatura alla regione in autunno forte di appoggi importanti, come quello dell'ex goverantore Totò Cuffaro e di un consenso elettorale che nelle ultime elezioni sia regionali che amministrative è stato portentoso. Intanto però l'entusiasmo del sindaco verso il progetto "Italia Viva", movimento al quale ha aderito da alcuni mesi, pare essersi raffreddato, e si vocifera che il sindaco possa avvicinarsi al movimento politico "+ Europa", all'interno del quale potrebbe trovare più spazio nell'eventualità di future elezioni.

Interpellato da Repubblica sulle sue possibili dimissioni da assessore e da deputato regionale Lagalla ha dribblato il discorso: "Non ho studiato il problema perché è intempestivo, ma credo che ci sia un problema di incompatibilità, non di ineleggibilità: dovrei dimettermi se eletto. Ma se mi candidassi non sarebbe né opportuno né elegante farlo da assessore in carica".

Qualora la poltrona di sindaco di Bagheria dovesse rimanere vacante, sia in caso di dimissioni da deputato o dell' elezione a primo cittadino di Palermo di Lagalla, con Tripoli che andrebbe ad occupare un seggio all'ars, il Comune potrebbe ritrovarsi a dover andare ad elezioni nella prima finestra utile con un commissario ad acta a fare da traghettatore, come successe nell' interregnum tra la sindacatura dello sfiduciato Lo Meo e di Patrizio Cinque. nel 2014.

Non siamo nel campo della fantapolitica, e senza voler essere venali, la differenza di prestigio, di stipendio e di potere che intercorrono tra la carica di sindaco di un comune come Bagheria e il ruolo di parlamentare all'Ars sarebbero capaci di far vacillare qualunque uomo politico e noi crediano anche Filippo Tripoli, che si troverebbe di fronte ad un occasione più unica che rara, quella di fare un salto di carriera politica a lungo agognato. 

Il sindaco vorrebbe anche prepararsi il terreno per le prossime comunali di Bagheria, in cui a candidarsi per sostituirlo potrebbe essere un esponente di punta della sua attuale amministrazione, ma sulla tenuta della coalizione che stravinse alle ultime amministrative bagheresei del 2019 ci sono un mucchio di punti interrogativi. 

Lorenzo Gargano 

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