Politica

Bagheria 9 gennaio 2012 - C’è veramente da essere preoccupati a Bagheria per l’incertezza delle prospettive politiche oltre che delle finanze locali: alle pressocchè insormontabili difficoltà economiche, si sommeranno a breve problemi politici altrettanto insuperabili.

Si era già visto nei primi sei mesi che di fronte agli attacchi veementi dell'opposizione , P.I.D. e P.D.L. soprattutto, ed in considerazione anche delle scelte difficile e impopolari che andavano fatte, la maggioranza di Lo Meo era palesemente incapace di replicare a tono

Approfitterà pertanto Lo Meo delle dimissioni di Fara Pipia e di quelle estremamente probabili di Vittoria Casa per cercare di rafforzare la maggioranza

La recente legge regionale che esclude la contemporanea presenza in giunta e in consiglio comunale di assessori e consiglieri che abbiano un rapporto di parentela sino al 2° grado, porterà nel breve periodo alle dimissioni di Vittoria Casa ultimo superstite del tris di donne, che erano state una delle carte giocate più forti e  suggestive della campagna elettorale vincente di Lo Meo.

Con quel gesto del candidato sindaco sembrava che finalmente la politica al femminile, avrebbe ricevuto un decisivo impulso dalla contemporanea presenza in giunta di tre donne dalla forte personalità, dalla indubbia competenza, anche se, almeno nel caso di Pipia e Naro, dalla scarsa esperienza politica.

Sono bastati sei mesi per cancellare quel disegno e forse quella illusione,e per motivazioni diverse.

Un insanabile conflitto tra l’assessore Tania Naro e il partito di appartenenza l’F.L.I., una sin troppo palese incomunicabilità tra l’assessore Fara Pipia e il sindaco e la giunta e una legge un po’ farlocca nel caso di Vittoria Casa, ci fanno pensare che nel prossimo futuro la politica bagherese tornerà a parlare al maschile.

La legge che costringerà Vittoria Casa a dimettersi, sia detto per inciso la consideriamo un po’ debole nelle motivazioni, anche perché è dimostrato che un insano rapporto  di interessi tra assessori e consiglieri, può fare senz’altro più danni di quella di un rapporto di sangue.

Comunque la legge c’è e occorrerà rispettarla.

Sarà difficile che nella ricomposizione della sua giunta Lo Meo riuscirà a dare altrettanto spazio alle donne, ma ancora più difficile  sarà far quadrare il cerchio e contemperare  le  istanze divergenti che esprimono i partiti.

Vediamo le variabili in campo.

E’ stato avviato il dialogo tra la maggioranza di Lo Meo e il Partito democratico ad oggi formato da quattro consiglieri che si preparano a chiedere due assessori, anche se va detto che l’avere portato a casa uno dei tre revisori  è stato già un primo risultato “concreto” per il Partito Democratico.

Vittoria Casa si dimetterà, ma evidentemente questa sua rinuncia dovrà trovare un concreto apprezzamento nelle scelte future del sindaco, non in termini di risarcimenti o di indennizzo, ma di una valorizzazione di una delle figure di maggiore esperienza politica e che meglio stava lavorando nell’assessorato di competenza.

Il gruppo Democratici x Bagheria che aveva espresso Vittoria Casa, è di fatto avviato verso una separazione consensuale: è difficile che separatamente uno dei due riesca ad ottenere un assessorato, considerato che Vittoria Casa ed Antonio Chiello, pare viaggino ormai verso l’M.P.A., e che Leonardo Pssarello, anche lui espressione di questa lista civica è stato nominato presidente dei revisori.

Qualora Lo Meo accettasse di dare un assessore  a questa componente civica  il nome più probabile sembra quello di Nino Amato, già consigliere comunale del PD non rieletto.

Ed a proposito di MPA non si può dimenticare che questa passaggio era già stato ipotizzato per Bagheria popolare presente in consiglio con i due consiglieri Mimmo Di Stefano e Mimmo Prestigiacomo.

Ma i due consiglieri in questione tengono duro, anche perché sanno che se restano a rappresentare una lista civica hanno una qualche voce in capitolo, se passano all’M.P.A. saranno in tanti a tirar fuori pretese, ed è logico che Lo Meo pretenderebbe che il nome dell’assessore dovrebbe esprimerlo direttamente Raffaele Lombardo.

Bagheria popolare si potrebbe ritrovare espropriata da quello che ritiene un suo diritto.

Il rapporto con il Partito democratico non sarà facile, per due ordini di motivi: il primo strettamente locale, perché ognuno dei quattro consiglieri si muove con una propria “logica”, e poi perché a livello regionale pare l’U.D.C. abbia intenzione di lasciare Lombardo al proprio destino e si prepara a correre con il PDL

Se questo orientamento dell’U.D.C. trovasse conferma nelle prossime settimane, rivedremmo un centro destra riunificato tentare la scalata oltre che alla carica di sindaco di Palermo nel 2012, anche a quella di presidente della Regione nel 2013.

Anche in periferia i rapporti quindi cambieranno, per cui c’è da ritenere che questo rapporto con il Partito Democratico sarà combattuto e accidentato, e a questo punto Lo Meo potrebbe essere tentato di andare a cercare i voti per una maggioranza più larga e coesa, proprio là dove lo portano il cuore e la sua storia politica, cioè a destra.

Rimangono poi i due consiglieri dichiaratisi indipendenti, Michele D’Amato, anche lui dato in viaggio verso l’M.P.A, e Antonio Scaduto, vicinissimo a Nino Dina, nostalgico e anticipatore di un percorso che vedrà molti del PID tornare all’U.D.C.

Se si aggiunge che la legge succitata (la N° 6 del 5 aprile 2010), prevede che la metà degli assessori potranno anche rivestire la carica di consiglieri, il numero di variabili aumenta considerevolmente e ci consente di esimerci da qualsiasi previsione, se non da quella molto ovvia, che sarà un periodo di forte turbolenza politica, cosa della quale non si sentiva nessun bisogno.

 

 

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