Attualità

Un centinaio di persone domenica sera al piano Trizzanò al comizio di Giusi Gerratana, candidato sindaco di Santa Flavia, in una lista del Partito Democratico cui danno l'appoggio pezzi importanti di società civile oltre all'Associazione Patto per lo sviluppo.

Al comizio sono presenti anche Pino Fricano, l'ex assessore al bilancio del comune di Bagheria Fara Pipia, il candidato sindaco Salvo Sanfilippo, che Gerratana ringrazia per la cortesia istituzionale che le ha voluto rivolgere.

Parlano gli assessori designati Orazio Amenta e Vittorio Fiasconaro,  e poi Giusi Gerratana, mentre chiude Antonello Cracolici, capogruppo del PD all'ARS.

Superate le difficoltà iniziali, come dicono i primi due oratori, ora si sta vedendo l'importanza di una terza candidatura a Santa Flavia, che vada oltre gli schieramenti ormai "storici" che si fronteggiano a Santa Flavia.

Il "cortocircuito istituzionale" che rischia Santa Flavia è stato segnalato dall'avv. Vittorio Fiasconaro, e cioè il rischio che un eventuale rinvio a giudizio di Antonio Napoli, sindaco uscente  ricandidatosi, nella seduta del 4 giugno,  creerebbe una paralisi istituzionale in quanto il sindaco si verrebbe a trovare nella scomoda figura di imputato e parte lesa nello stesso processo.

Giusi Gerratana è una opportunità, come la definisce Cracolici, sulla quale puntare per un  vero cambiamento a santa Flavia: una donna, una madre  che ha lavorato con le famiglie dei pescatori, che ne conosce drammi e problemi.

Peraltro è una campagna elettorale che la lista Onda libera sta portando avanti sui media con grande efficacia, ne sono testimonianza le battaglie che Onda Libera sta facendo contro due decisioni che il sindaco uscente Antonio Napoli ha intenzione di prendere propria alla scadenza del mandato, e cioè un discutibile, per manifeste irregolarità di forma e di sostanza, affidamento del campo sportivo comunale ad una società appositamente da costituire, e del mercato ittico ad una società mista.

Su questo argomento in particolare, al di fuori di qualsiasi norma regolamentare e con il parere contrario della segretaria comunale, il presidente del consiglio Lo Buglio operando una evidente forzatura delle leggi e dei regolamenti ha convocato per lunedì 23 aprile, in piena campagna elettorale, una seduta per decidere l'affidamento della gestione del mercato ittico.

"Una campagna elettorale difficile - ha detto alla fine Orazio Amenta- ma che segna comunque un ritorno in campo del Partito democartico in un paese dove la gestione politica del comune è stata sempre in mano alle solite famiglie, cosa che ha impedito la crescita di un autonomo movimento di opinione democratico.

Però una battaglia entusiasmante dalla quale ci si attende una dignitosa affermazione della lista e della candidata sindaco"

 

 

E' una lodevole iniziativa quella messa in campo da alcuni giovani bagheresi di dare vita al movimento "Bagheria Bene Comune". 

Un modo per tentare di liberare la città dal torpore che la avvolge, un movimento che nasce in seno alla società civile, senza connotazioni politiche di alcun genere, in un momento in cui i partiti politici hanno perduto qualsiasi credibilità e le ideologie sono state seppellite dalla storia.

Il fondatore di questo movimento Salvatore Ducato, studente universitario di Bagheria da tempo impegnato attivamente nel territorio, lo dice chiaramente: -"Non tollero l'atteggiamento di chi si lamenta se qualcosa non va nella propria città senza far nulla per cambiare le cose"-. e continua -"Noi giovani siamo il futuro, vogliamo finalmente dire la nostra e farci sentire senza strumentalizzazioni da parte di chicchessia, per cercare di dare una scossa a Bagheria, una città che non sta attraversando per niente un buon momento"-.

E aggiunge  -" In questo drammatico periodo di crisi che stiamo vivendo, la questione del "Bene Comune" è quanto mai centrale. Lo era prima e lo è ancor più oggi. Noi vogliamo parlare di cooperazione e condivisione. Gli interessi dei singoli non ci interessano.

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Stamattina quindi i bagheresi hanno trovato appesi in giro per la città, soprattutto nei pressi dei Licei, degli striscioni con la scritta Cambiamo in arancione (il colore del movimento), che annunciavano la nascita di "Bagheria Bene Comune". 

Sempre oggi è stata diffusa una lettera di presentazione o se lo si preferisce il "manifesto" del movimento, che riportiamo integralmente di seguito: 

Cooperazione e condivisione. Sono queste le parole chiave alla base del progetto di Bagheria Bene Comune, volto a creare uno spazio di coesione sociale attiva e creativa all’interno del quale tutti i cittadini sono chiamati a dare vita ad un clima di fiducia e di collaborazione tra loro e, in sinergia con l’ambiente circostante. Il termine “cittadinanza” è infatti sì un vincolo, ma prima di tutto un diritto, un profondo senso di appartenenza ad un determinato luogo e ad una specifica comunità.

Il nostro è un movimento senza fini di lucro, apartitico e con struttura democratica, con particolare attenzione rivolta ai giovani.

Esso intende rivolgersi a tutti i cittadini proponendosi come luogo di incontro e di aggregazione alla luce di comuni interessi socio-culturali, attraverso il quale poter mettere insieme idee e proposte che abbiano lo scopo di incentivare la sensibilità della cittadinanza verso tematiche principalmente sociali, ambientali e organizzative della città di Bagheria, migliorandone la vivibilità; sensibilizzare l’interesse verso il patrimonio storico-artistico, naturalistico e paesaggistico, incoraggiando l’impegno civico; combattere le situazioni di disagio cittadino e promuovere soluzioni nuove e alternative ai problemi della città; avvicinare i cittadini ai problemi reali del territorio, ampliandone la conoscenza della cultura e della legalità anche attraverso contatti con enti e associazioni di altre città dentro e fuori il contesto siciliano. 

Le proposte di Bagheria Bene Comune rientrano all’interno di tematiche come la cultura, la legalità, la giustizia, la scuola, la tutela, le infrastrutture, i trasporti, il lavoro, la sicurezza e la valorizzazione dell’ambiente, dei diritti civili, dei servizi pubblici e della salute.

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Convinti che solo abbandonando gli interessi dei singoli e coinvolgendo l’intera cittadinanza sia possibile realizzare un grande e vero progetto che abbia come fine il risanamento della città, mattone dopo mattone, vogliamo costituire un percorso degno della nostra città nel quale i beni comuni non siano disponibili per interessi privatistici e speculativi ma al contrario difesi e tutelati. Un percorso in grado di superare diffidenze e pregiudizi di ogni genere e in cui ognuno di noi può e deve sentirsi concretamente responsabile, perché una vera cittadinanza attiva per sentirsi tale non deve limitarsi alla sfera di valori condivisi, ma deve innanzitutto prendere parte in prima persona all’azione civica nelle sue molteplici forme, affinché il senso di una società sostenibile e il processo di cambiamento siano costanti e a lungo termine.

Concorrere a realizzare la rinascita di un tessuto prima di tutto civile non segnato dall’esclusione, bensì dall’inclusione intesa come interdipendenza di interessi e di valori prima ancora che politici eminentemente educativi, non è qualcosa di impossibile. Sono necessari impegno e forza di volontà da parte di tutti noi. Nulla si può infatti costruire stando alla finestra limitandoci ad una sterile lamentela di ciò che non va. Dobbiamo alzarci e prenderci cura noi stessi della nostra comunità e riscoprire insieme cos’è il bene comune, difendendolo e tutelandolo. 

Insieme possiamo farcela.

Per informazioni sul movimento vi invitiamo a visitare il nostro sito ufficiale all'indirizzo www.bagheriabenecomune.org  

 

 

L'intervista a Tommaso Tomasello, amministratore delegato della Flott, azienda di lavorazione e commercializzazione del pesce salato, segue di alcune settimane quelle con Margherita Tomasello dell'omonimo pastificio di Casteldaccia, e con Rosario Provino direttore della Ecofruit, azienda di produzione e commercializzazione di prodotti dell'agricoltura biologica. Concluderemo questo viaggio attraverso il settore agroalimentare, che è quello che nel nostro territorio vede presenti importanti realtà, con l'azienda vinicola Corvo, duca di Salaparuta.

Cominciamo con una curiosità, quando hai cominciato a fare questo lavoro ?

Ho cominciato molto presto quando non avevo compiuto ancora 18 anni. Il mio è stato un percorso anomalo, nel senso che ho interrotto gli studi al terzo anno di ragioneria a 16 anni o poco più, per fare un esperienza che poi mi sarebbe servita tantissimo tra i 16 e i 18 anni; andai in Venezuela dove già si trovavano due miei zii che erano dei grossi armatori di pescherecci attrezzati per la pesca a strascico; uno di questi Antonio che ora vive tra Bagheria e New York è stato pure insignito in Italia del titolo di Cavaliere del lavoro. Due anni importantissimi che hanno segnato molto positivamente la mia formazione. Finiti questi due anni sono tornato e ho preso il diploma dell'Istituto Tecnico Commerciale, studiando di sera con non pochi sacrifici a conclusione del lavoro, anche perchè avevo nel frattempo con mio cognato iniziato questa attività del pesce salato.

Cosa producete ?

Un pò di tutto, l'acciuga principalmente, ma ad Aspra lavoriamo anche il tonno. Nei nostri stabilimenti sparsi in tutto il mondo lavoriamo complessivamente 12.000 tonnellate di acciughe l'anno. Inoltre siamo a livelli molto alti nel settore delle vongole.

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Voi producete anche per delle multinazionali del settore?

In conseguenza dei grossi volumi che facciamo, riusciamo ad essere altamente competitivi e a concludere contratti con multinazionali e società che operano in tutto il mondo, esportiamo infatti in 40 paesi.

Quanta parte della produzione rimane in italia e quando va all'estero?

Siamo al 50% e 50% per adesso, ma la tendenza vede aumentare la quota di produzione destinata ai mercati esteri.

Si parla di crisi economica, di contrazione dei consumi e del Pil, come affronta la FLOTT questa crisi che è italiana , europea, e per certi aspetti mondiale?

Per fronteggiare la crisi noi abbiamo potenziato le esportazioni e fatto investimenti in termini di marketing e investendo sulla qualità e sulle risorse umane dell'azienda, per tentare di penetrare nei mercati dove non eravamo presenti e in quei paesi del mondo che al contrario che da noi stanno vivendo un boom economico o hanno una favorevole congiuntura economica, come Brasile, India, Cina, Russia e Stati Uniti.

In questi paesi stiamo conquistando grosse fette di mercato con una crescita significativa negli ultimi anni.

Non siamo gli unici naturalmente a crescere, devo dire che le aziende che hanno come riferimento il mondo, sentono meno il morso della crisi economica.

Il mercato italiano come gran parte dei mercati europei sta soffrendo molto anche in conseguenza della diminuizione del potere d'acquisto delle famiglie, perchè, come sappiamo, i provvedimenti governativi stanno sottraendo risorse ai consumi.

Però ci dicevi che c'è un dato in controtendenza

In effetti nonostante le politiche di rigore attuate dal governo centrale, analizzando i nostri numeri il consumo di pesce surgelato anche in Italia è in crescita, e questo sia per la facilità di reperimento che per il minor costo rispetto al prodotto fresco. In un momento di crisi la gente va naturalmente al risparmio.

Parliamo di delocalizzazione. Per poter competere sui mercati internazionali, c'è bisogno di spostare alcune fasi produttive "fuori" d'Italia, e voi lo avete fatto da tempo.

Partiamo da un punto fondamentale e imprescindibile per affrontare questo punto: le risorse ittiche del Mediterraneo sono diminuite drasticamente; per poter andare avanti ed essere competitivi l'approvvigionamento di materie prime deve avvenire dove queste sono abbondanti.

Ce anche da considerare che statistiche alla mano solo un consumatore su 10 guarda l'etichetta del prodotto, ma al contrario è molto più attento al costo del prodotto per cui anche il valore aggiunto insito nel "made in Italy" non fa più, come un tempo, la differenza nelle scelte dei consumatori.

Inoltre la manodopera europea ha un costo notevolmente più alto rispetto ai paesi in via di sviluppo.

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Dò un dato a solo titolo esemplificativo: ad Aspra il costo lordo della manodopera è di 27 euro l'ora, altrove, in Marocco per esempio, dove abbiamo due stabilimenti, è di 10 euro al giorno. Chiunque capisce che la via della delocalizzazione tout court sarebbe quella più semplice.

Voi comunque avete fatto una scelta di compromesso che contempera diverse necessità?

Sì, proprio così. Io sono molto legato ai nostri dipendenti di Aspra, persone eccezionali. Checchè se ne dica l'operaio siciliano è un operaio che si lega all'azienda e dà il meglio di sè.

Inoltre avendo cominciato da giovane, ho un rapporto con molti di loro che non è quello classico padrone/subalterno, ma direi quasi un rapporto d'amicizia.

Per questo abbiamo mantenuto Aspra come punto di riferimento e abbiamo delocalizzato in altri paesi del mondo alcune fasi che vanno dall'approvvigionamento del prodotto e ad alcune fasi iniziali (pulitura del pesce) della produzione.Il semilavorato viene poi mandato in Italia dove avviene la fase finale di confezionamento.

In poche parole andiamo dove c'è ricchezza di materia prima e manodopera a basso costo; a certe condizioni però: tramite il controllo delle produzioni, cioè del pescato, e il controllo della qualità di fasi produttive che gestiamo con maestranze nostre.

Quesi due fattori che si associano ai minori costi che abbiamo nei paesi dove abbiamo delocalizzato, ci consentono oggi di essere azienda leader in moltissimi paesi per cui questa politica aziendale alla fine ci ha dato ragione.

Proprio perchè riusciamo ad ammortizzare i maggiori costi che affrontiamo in Italia grazie ai minori costi che sosteniamo nel mondo.

Tu viaggi in tutto il mondo per lavoro; Cosa provi quando vai in Cina, in Russia, negli Stati uniti, in Argentina trovi i prodotti con il marchio Flott esposti negli scaffali dei negozi?

Sicuramente una bella sensazione, magari quando trovi il tuo prodotto in un negozietto in un paesino sperduto nel mondo. Sono quelle piccole grandi soddisfazioni che ti spingono a fare di più e meglio e che ti invogliano a crescere. Come diceva un saggio, chi non ha degli obiettivi è un vagabondo.

E poi viaggiare in tanti paesi dà la possibilità di rendersi conto con i propri occhi di cosa accade nel mondo, e per chi fa questo lavoro ad un certo livello, questo è molto importante, poichè bisogna essere in grado di anticipare i tempi.

Noi negli anni siamo diventati ciò che siamo, anche grazie alla capacità di intuire e capire dove stavano andando i mercati. I consumatori chiedono sempre nuovi prodotti.

Per le poche realtà produttive ancora esistenti nel nostro territorio, la politica, non è riuscita a fare nemmeno un 'area artigianale. Che tipo di accoglienza trovate quando ancìdate all'estero e manifestate l'intenzione di investire?

Nei paesi dove abbiamo investito abbiamo trovato le condizioni ideali, a partire da una pubblica amministrazione che accoglie l'investitore estero come risorsa, ai tempi brevissimi per la realizzazione degli impianti. L'ultimo impianto che abbiamo realizzato in Marocco, da quando lo abbiamo ideato a quando è entrato in produzione, sono trascorsi appena 18 mesi. Si tratta di una struttura che sorge su un area artigianale di qualche migliaio di mq. e che occupa 600 dipendenti, non una cosa piccola. Ci sono le condizioni ideali per fare impresa.

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Cosa puo fare una politica che non sia estranea alle realtà produttive del territorio per voi, al di là delle chiacchiere di maniera?

E' chiaro che se io volessi realizzare un nuovo impianto oggi qui, non saprei dove realizzarlo, per cui sono discorsi puramente accademici i nostri.

Un imprenditore che vuole investire oggi in Sicilia, incontra molte difficolta oggettive.

Un'azienda che vuol nascere oggi in Sicilia deve avere sul posto le risorse e le materie prime necessarie per portare avanti l'attività, e se non ha questo, deve investire in un settore altamente tecnologico.

Bisogna considerare anche dove sono i mercati che contano. I mercati che contano sono lontani dalla Sicilia e la nostra isola ha problemi gravissimi nel settore delle infrastrutture e trasporti.

Ti faccio un esempio recente: due settimane fa la più grande compagnia di navigazione mondiale la Maersk ha deciso di non venire più a Palermo. Quindi i containers che prima arrivavano al porto di Palermo adesso dobbiamo andare a ritirarli a Gioia Tauro, quindi con un ulteriore aggravio di costi.

Questo solo per quanto riguarda la logistica, che ci vede altamente penalizzati. Poi ci sono i problemi del credito e di una pubblica amministrazione che certo non ti aiuta. Fare l'imprenditore quà è una missione.

Ad Aspra esiste una forte tradizione nella lavorazione del salato iniziata tantissimi anni fa con una serie di attività artigianali: adesso che valore ha per Aspra, o meglio che peso ha per l'economia del luogo? e lo chiedo a te che sei stato anche membro di giunta della Confindustria di Palermo, e quindi hai potuto avere accesso adati più precisi.

Ritengo di non essere molto lontano dal vero se dico che il fatturato consolidato delle aziende di Aspra e delle collegate raggiunge i 90 milioni di euro. Il personale che impiega il settore compreso l'indotto credo sia intorno a 1000 persone. Quindi una realtà che necessiterebbe di maggiore attenzione da parte delle istituzioni.

Invece a volte anche delle banali e legittime aspettative non riescono a trovare risposte e soluzioni

SI, è vero. In alcuni casi quando sono arrivati presso il nostro stabilimento delegazioni di ispettori di controllo, (in questi giorni per esempio, siccome noi esportiamo negli U.S.A., abbiamo avuto in azienda una delegazione dell'F.D.A americana, la Food and drugs administration), oppure clienti provenienti da ogni angolo del mondo, ed ho duvuto subire anche delle mortificazioni di fronte a questi ospiti, quando in certi momenti la situazione del nostro paese dal punto di vista della raccolta dei rifiuti era indecente.

Quale è la filosofia , se così vogliamo chamarla che vi ha consentito di crescere e di diventare una grande realtà economica e produttiva?

Secondo me i fattori fondamentali che favoriscono la crescita di un impresa sono innanzitutto la competitività, poi l'elemento qualitativo che io dò per scontato, perchè se non fai un prodotto di qualita il mercato ti espelle automaticamente, ancora la cura dell'immagine dell'azienda , e ultimo ma non per importanza, l'innovazione e la ricerca; i mercati, come già dicevo sono molto attenti e sensibili alle aziende innovative che producono sempre prodotti nuovi e "particolari" che incuriosiscono i consumatori. Per questo una grande azienda per non essere schiacciata dalla concorrenza internazionale ogni mattino deve sempre inventarsi qualcosa di nuovo, quindi conta anche l''inventiva.

altC'è quà appesa ad una parete del tuo ufficio una foto alla quale sei particolarmente legato

Sì, è una foto di mio nonno, Tommaso Tomasello, che era un sindacalista alla testa di un corteo di lavoratori, di braccianti, che allora a Bagheria era la categoria più sindacalizzata. La foto è particolarmente significativa perchè ritrae la prima manifestazione del 1° Maggio, Festa dei Lavoratori, dopo la caduta del fascismo. Mi riporta alle origini della mia famiglia.

Hobby e passatempi, aspirazioni, previsioni ?

La lettura innanzitutto: il fatto di viaggiare molto mi dà la possibilità per ingannare le ore di volo di leggere molto. E poi lo sport, la pratica dello sport soprattutto, per me è una delle cose più belle: dalla quasi settimanale partita di calcetto con gli amici, il tennis e la vela, sino ad una passione recente, il golf, sport poco costoso contrariamente a quanto si pensa, e che posso praticare anche quando vado all'estero, perchè è uno degli sport più diffusi nel mondo.

E poi, come tutti, amo trascorrere qualche serata in serenità e allegria con amici e familiari.

In sintesi cerco di fare mia l 'affermazione di un filosofo: "Vivi come se dovessi morire domani e pensa come se fossi immortale"

Aspirazioni? Se posso fare una battuta non vedo l'ora di andare in pensione, ma so che per i prossimi anni sarà un sogno, però non dispero: i miei figli e i miei nipoti intendono proseguire nella mia attività, quindi penso che tra qualche lustro lascerò a loro il timone dell'azienda.

E consentimi una previsione: dalla attuale situazione difficile verremo fuori: il popolo italiano, e non lo dico per retorica, è un popolo forte. Il nostro paese ce la farà a superare questa congiuntura difficilissima. Io credo molto nell'uomo e nei giovani in particolare.

 

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Emblematica così come emerge non solo dalle intercettazioni ma dai riscontri sui giornali la vicenda che vide contrapposti nel febbraio di due anni fa l’allora presidente del Coinres Vitale Gattuso, sindaco di Castronovo di Sicilia, e l’assessore regionale all’Energia Pier Carmelo Russo che si era insediato solo da qualche mese nella carica.

Esemplare, per capire di come il Coinres era stato di fatto piegato, come gli inquirenti stanno accertando, alle “esigenze” più o meno legittime di personaggi oggi arrestati con l’accusa di appartenenza alla mafia.

Questo il testo della conversazione riportata sul Giornale di Sicilia di giovedì 19 aprile, tra uno degli arrestati, Francesco Lo Gerfo, sospettato di essere il capo della mafia di Misilmeri e dintorni, e il sindaco di Castronovo di Sicilia e al tempo Presidente del COINRES, Vitale Gattuso appunto, estraneo però alla predetta operazione.

Lo Gerfo: “va bene … si vede che qua c'è qualche cosa che deve fare scoppiare qualche bomba completamente, in modo tale che qualcuno si toglierà il vizio...”

Gattuso: “Mi duole il cuore … queste cose dico sono nulle, perché capisci bene che qua c'è qualcuno che ci sguazza e ci vuole sguazzare così in maniera di rompermi”

Parrebbe che le ragioni dell'astio e delle poco larvate minacce, debbano essere rinvenute nel divieto che, il 2 febbraio 2010, l'Assessorato regionale per l'Energia ed i Servizi di Pubblica Utilità – Dipartimento acque e Rifiuti, aveva rivolto al COINRES, diffidandolo dal procedere ad ulteriori sei assunzioni (il consorzio contava già su un numero enorme di dipendenti), ivi compresa quella dello stesso Lo Gerfo.

Le date sono importanti.

Come si è visto, la conversazione si svolse nel mese di Febbraio 2010, periodo nel quale la carica di Assessore regionale per l'Energia ed i Servizi di Pubblica Utilità era ricoperta dall'avv. Carmelo Pietro Russo, ritenuto perciò il “colpevole” del divieto delle assunzioni e di essere intervenuto, anche pubblicamente, per ricondurre a legittimità la gestione del COINRES.
Pressocché contestualmente alla conversazione con Lo Gerfo, appena quattro giorni dopo, il sindaco Gattuso rendeva al Giornale di Sicilia del giorno 6 febbraio 2010 queste dichiarazioni:

Gattuso: “Abbiamo fermato le assunzioni ma vorrei precisare che questo personale avrebbe avuto tutti i requisiti per essere assunto. Faceva parte di un gruppo, il cosiddetto ex Falletta (anch'egli arrestato negli scorsi giorni, in quanto ritenuto prestanome del Lo Gerfo. N.d.R.) che è stato tutto stabilizzato in tempi recenti. Mi rendo conto che questi non sono tempi ideali per portare a termine un'operazione di questo tipo”.

Considerato tono e contenuti della conversazione fra Lo Gerfo e Gattuso, appare assai probabile che l'insediamento dell'assessore Russo e l'azione di tutela della legalità da questi intrapresa fossero le ragioni principali del venir meno dei “tempi ideali” per il tentativo di gonfiare il Coinres di altre unità di personale, assunte al di fuori di qualsiasi necessità, legittimità, e procedure di evidenza pubblica.

Non solo ma parrebbe di capire che con le dichiarazione al Giornale di Sicilia , Gattuso intendesse giustificarsi con il suo interlocutore anche a mezzo stampa, sensazione ulteriormente rafforzate dalle dichiarazioni rese, questa volta, in ordine alle azioni di contrasto agli affidamenti illegittimi dei cosiddetti “noli a caldo” dei mezzi, che comportavano l'utilizzazione di ulteriore personale e spese.

Durante una delle ennesime emergenze rifiuti nei comuni dell’ATO PA4 in una dichiarazione resa al Giornale di Sicilia del 20 febbraio 2010 Gattuso rincara la dose: “la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’uscita dell’assessore regionale Pier Carmelo Russo. Noi cerchiamo sempre di mettere pezze e garantire comunque il servizio e poi basta una dichiarazione per mandare tutto a carte quarantotto".

Ma quel “vizio” della legalità è difficile da far perdere, tant’è che l’indomani l’assessore P.C. Russo così risponde a Vitale Gattuso sempre dalle colonne del “Giornale di Sicilia”
Il presidente del Coinres, che e’ anche sindaco di Castronovo di Sicilia, sostiene che meglio sarebbe stato se avessi taciuto il fatto che il Consorzio dispone di ben 540 dipendenti e molto spesso non li utilizza per la raccolta, vale a dire per svolgere il lavoro per il quale sono pagati. E affida l’incarico a ditte esterne, che hanno i propri operai, in tal modo duplicando i costi. Meglio sarebbe stato, secondo Gattuso, se avessi taciuto che vi e’ stata per tali affidamenti una spesa cospicua di alcuni milioni, mentre non si riescono a trovare trentamila euro per dotare i propri dipendenti dei dispositivi minimi di sicurezza”.
Meglio sarebbe per il presidente del Coinres se tacessi del fatto che gli affidamenti superiori a un certo importo vanno obbligatoriamente effettuati con procedure di evidenza pubblica e previa acquisizione di ogni certificazione, compresa quella antimafia. Ovviamente non tacero’, anche perche’ non so se il presidente Gattuso si sia reso conto (spero davvero di no) che il suo e’, oggettivamente, un invito all’omerta’, che respingo del tutto, non appartenendomi per scelte culturali e per tradizione familiare ....”.

In quella risposta l’assessore Russo sottolineava, poi, l’opportunita’ che gli utenti dovessero essere informati sul fatto  che la raccolta dei rifiuti si interrompeva spesso perché costava troppo. “E costa troppo spiegava Russo– perché il Coinres ha più che duplicato i costi del personale (le ultime assunzioni illegittime hanno comportato un incremento di spesa di oltre 7 milioni di euro) e perché gli affidamenti senza gara hanno costi necessariamente maggiori di quelli effettuati in regime di concorrenza”.

Adesso arrivano gli arresti, ma prima è arrivato, previso e temuto, l'incremento del 100% della TARSU per le famiglie, le imprese, gli artigiani e le attività commerciali di Bagheria.

Per concludere: denunci il sindaco LO Meo, così come ha fatto, nella sua risposta del 17 aprile con coraggio le “magagne” su cui anche i commissari liquidatori glissano.

Non si trinceri però dietro eventuali inadempimenti dei commissari liquidatori, si assuma sino in fondo tutte quante le responsabilità che competono al comune che da solo rappresenta quasi il 30% delle quote del Coinres.

Chieda, perché la legge glielo consente, la convocazione dell'assemblea consortile, disponga la rimozione dei liquidatori, se effettivamente quegli inadempimenti vi siano, e porti avanti ogni ulteriore azione, nessuna esclusa, per eliminare tale stato di cose.

Se andrà avanti con fermezza, coerenza e coraggio su questa strada avrà l’appoggio dei partiti e il consenso dei cittadini
 

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