I sottoscritti Parroci di Bagheria , all’Amministrazione, al Consiglio Comunale, alla Società civile
Questa nostra città, all’interno di una pesante crisi nazionale ed europea, sta attraversando per proprio conto una ulteriore grave crisi essendo quasi sull’orlo del fallimento amministrativo.
Ancora più insidiosa è una crisi morale strisciante che affievolisce la coscienza di cittadinanza e rende inerti e indifferenti di fronte ai problemi che incombono e che dobbiamo affrontare insieme.
Non sembri quindi una invadenza di campo il nostro intervento.
Ciò che ci spinge è il desiderio di portare un contributo nella ricerca di soluzioni per superare il disagio che stringe sempre più tante famiglie della nostra città.
Riteniamo che in questo momento le preoccupazioni principali non devono essere rivolte solo alle casse comunali, ma soprattutto alle persone e alle famiglie che costituiscono lo scopo che giustifica l’esistenza stessa delle istituzioni pubbliche.
Trincerarsi dietro il rischio di cadere nell’assistenzialismo non permette di rendersi realmente conto di ciò che sta accadendo in questo periodo; e comunque dipende da chi ha responsabilità sociali e politiche trovare strade corrette per evitare questi rischi.
Ma rischi ce ne sono in ogni caso, perché la mancanza di lavoro è cattiva consigliera in persone fragili e in pericolo di delinquere.
E, poiché in questa crisi non sono coinvolte soltanto le tradizionali fasce che pesano sull’assistenza pubblica, ma anche persone e famiglie che hanno sempre vissuto di lavoro e che ora lo hanno perso senza speranza di nuovo inserimento lavorativo, chi ha responsabilità a tutti i livelli non può non tenere conto delle gravi conseguenze sul piano della fiducia nelle istituzioni e quindi della tenuta della democrazia e della legalità. Inoltre il male, ce ne accorgiamo dalle depressioni e anche dai suicidi di cui ci parlano le cronache, intacca anche la stessa persona nella stima di se stessi e conduce a crisi esistenziali devastanti.
Speriamo perciò che l’annunzio di un aggravamento della depressione economica sul piano nazionale per questo anno in corso non diventi realtà, altrimenti la disoccupazione, già molto pesante, si aggraverà, e si aggraveranno quindi tanti altri problemi, non ultimo quello della casa.
Le Caritas Parrocchiali fanno, come sempre, la loro parte a favore di coloro che soffrono disagio, ma i problemi sono troppo gravi ed estesi per potere essere affrontati dalle parrocchie che possono contare solo su pochi volontari e su donazioni spontanee.
Diventano necessarie nella nostra società una cultura e una mobilitazione di solidarietà.
Dobbiamo renderci conto che il superfluo, secondo il vangelo, va misurato dai bisogni primari di chi ci sta accanto.
Bisogna che ognuno faccia la sua parte. Nessuno può tirarsi fuori.
Saggezza vuole che una buona Amministrazione programmi per tempo come intervenire per limitare i danni sociali e salvaguardare le famiglie e soprattutto i bambini.
Una Amministrazione non può dare deleghe ad altri su responsabilità e compiti che sono in primo luogo proprie delle istituzioni civili. Non basta quindi dichiarare che mancano i fondi e che quindi si salvi chi può.
Riteniamo ingiusto nel bilancio di recente approvato che tagli per più di un milione di euro siano stati fatti proprio nelle politiche sociali. Non è comprensibile, per esempio, che si sia diminuita di 60 mila euro la già insufficiente somma di 100 mila euro per le famiglie bisognose e si siano cancellati i pochissimi fondi per progetti educativi individualizzati per minori e progetti per soggetti svantaggiati, per attività ludiche per i portatori di handicaps e così via.
Per evitare il collasso sociale e la protesta violenta bisogna mobilitarsi come di fronte a una calamità naturale, e trovare modalità di sostegno per le famiglie più fragili, e quindi fondi per interventi sociali urgenti.
Sappiamo che altri hanno più competenza per trovare soluzioni, noi, per non restare nel generico, ci permettiamo, a titolo di esempio, di suggerire dove intervenire per trovare soldi per le politiche sociali:
- Raschiare fondi dal Piano di Zona con una significativa rimodulazione. Come già fatto con la precedente amministrazione e come già richiesto alla nuova amministrazione, riteniamo necessario rimodulare il Piano di Zona che di fatto è diventato quasi l’unica fonte di fondi per interventi nel campo sociale.
Il Piano di Zona intende offrire servizi, gonfiando però un esercito di figure professionali, e non rispondendo alla nostra realtà locale, né al momento di crisi che stiamo attraversando. Riteniamo che in questo momento i servizi da attivare sono soprattutto quelli di sostegno al reddito.
Solo servizi alla famiglia a carattere pedagogico, psicologico, pur importanti rischiano di diventare ironia per famiglie di disoccupati e donne sole con figli che hanno il problema di come dare da mangiare ai figli, di come pagare bollette di vario genere o di come pagare l’affitto.
Se li sosteniamo in questo, forse avranno meno problemi psicologici. Si deve perciò intervenire sul Piano di zona subito.
Come?
-Si deve dimagrire il numero delle figure professionali previste (74 figure professionali sono troppe e qualcuna con retribuzione da manager), eliminare azioni del Piano di Zona in questo momento non necessarie, recuperando così una parte delle somme al fine di attivare progetti lavorativi e sostenere le famiglie a rischio di sfratto.
- Rivisitare con serenità il bilancio per scovare fondi non di urgente utilità da trasferire alle politiche sociali e alle politiche giovanili. Vero è che qualche lieve diminuzione è stata attuata nella retribuzione di sindaco e assessori, presidente del consiglio e fondo gettoni per i consiglieri, ma è solo pochissima cosa.
-Girano troppi soldi sotto la dizione “miglioramento dei servizi” (circa un milione e seicentomila), per straordinari, e troppi soldi per energia elettrica, telefoni e spese di vario genere. Sarebbe comunque interessante sapere per quali miglioramenti della macchina comunale e per quali straordinari. In questa revisione vanno recuperati per le politiche sociali anche fondi che sono stati destinati a enti religiosi.
- Per un principio di solidarietà in questo momento sarebbe opportuno ridiscutere con gli interessati l’assegnazione di gratificazioni aggiuntive, come ad esempio premi di produzione e per altri incarichi, a dirigenti e funzionari che già possono contare su stipendi molto consistenti nella pubblica amministrazione. Aumentare retribuzioni e redditi a chi ne ha già a sufficienza, quando ci sono famiglie con bambini senza il minimo necessario, diventa scandaloso.
Suggerimenti:
- Mettere in piedi subito un gruppo di programmazione e di ricerca di finanziamenti regionali, nazionali, europei per favorire lo sviluppo della nostra città.
-Mettere in cantiere al più preso possibile opere pubbliche per venire incontro alla disoccupazione.
- Piano casa.
È già devastante in seguito alla disoccupazione trovare casa per le famiglie sfrattate. Si programmi a breve, a media e a lunga distanza un progetto per la casa.
Sarebbe utile una figura specifica nell’amministrazione che segua le politiche della casa. Abbiamo già fatto proposte in questo campo alla precedente amministrazione sul risanamento del centro storico e sugli appartamenti rimasti incompiuti.
- Inoltre si rende necessario attivare il lavoro e lo sviluppo definendo nel più breve tempo possibile gli strumenti urbanistici e offrire incentivazioni e facilitazioni a chi vuole creare imprese e a imprese che si vogliono insediare nel territorio.
Questa emergenza non può essere affidata soltanto all’assessorato alla solidarietà sociale, ma deve coinvolgere l’intera amministrazione.
Sarebbe perciò opportuno mettere insieme una consulta che coinvolga tutte le componenti politiche e sociali: amministrazione comunale, maggioranza e opposizione del Consiglio, burocrazia, forze dell’ordine, sindacati, società civile.
Sac. La Mendola Giovanni, arciprete Chiesa Madre
Sac. Massimiliano Purpura, parr. Maria SS. Immacolata
Sac. Filippo Custode, parr. S. Sepolcro
Sac. Sciortino Francesco, parr. Trasfigurazione
Sac. Sunseri Giuseppe, parr. Maria SS. del Carmelo
Sac. Cellini Antonio, parr. S. Domenico
Sac. Taormina Dino, parr. Maria SS. Addolorata
Diacono Pino Grasso
Diacono Franco Cirano
Sac. Tindaro Faranda, parr. S. Antonio di Padova
p. Innocenzo Giammarresi
d. Francesco Michele Stabile, parr. S. Giovanni Bosco