Cronaca

L'auto, una Fiat 500 rubata a Palermo era dotata del geolocalizzatore satellitare e questo ha consentito ai poliziotti della Questura palermitana di informare in tempo reale nella mattinata di oggi, con una esemplare azione di coordinamento, i colleghi di Bagheria che l'auto si trovava nei paraggi della S.S. 113 in vicinanza della deviazione per la nostra città, più o meno la zona del mercatino.

Ed è proprio là che, con ammirevole tempestività, gli operatori della volante di servizio del Commissariato di P.S. di Bagheria, diretto dal dr. Francesco Fucarini (foto interna), hanno individuato l'auto rubata: di fronte alla segnalazione di stop da parte degli agenti d Polizia il conducente della vettura ha immediatamente accelerato, tentando di sottrarsi alla identificazione; ne è nato pertanto un breve inseguimento che si è concluso proprio in vicinanza del sottopasso ferroviario.

altI due occupanti la vettura hanno iniziato di fatto una colluttazione con gli agenti e mentre uno dei due è riuscito a darsela a gambe approfittando della confusione del mercatino, l'altro occupante della vettura è stato fermato e condotto in commissariato, dove, identificato per G.F, 24 anni, con l'accusa di ricettazione e oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, è stato tratto in arresto perchè colto in flagranza di reato.

Una febbrile attività di indagine, immediatamente seguita al fatto, malgrado l'emergenza ferragosto, ha consentito di identificare in S.I., 24 anni,  il secondo protagonista, che per gli stessi reati è stato anch'egli denunciato al Tribunale di Termini Imerese, dove si terrà il processo per direttissima. 

 

Cimitero, è di nuovo emergenza: lo scrive in una nota Orazio Amenta coordinatore del PD cittadino che precisa: 

" Loculi e posti salma in terra esauriti, piene anche le aree per la sepoltura di salme inconsunte provenienti da estumulazioni ed esumazioni. Tante le salme ammassate nella camera mortuaria in attesa di sepoltura. Insomma siamo di nuovo alle solite... Sono trascorsi ben sei mesi da quando, in data 4 febbraio, il Consiglio comunale approvava all’unanimità l’ordine del giorno presentato dal capogruppo del Partito Democratico Mimmo Di Stefano, che impegnava l’amministrazione comunale a portare avanti il progetto di ampliamento del cimitero comunale.

Ad oggi, tuttavia, non si hanno ancora notizie concrete né sul progetto nuovo di ampliamento né su quello (il cui iter, ricordiamo, è stato avviato già dal lontano 2005) che prevede la realizzazione delle opere pubbliche necessarie e la gestione del cimitero da parte di un privato, nell’ambito di un project financing.

Ed anzi, l’amministrazione comunale continua a condurre una gestione emergenziale del cimitero.

E’ tale il quadro che emerge dall’ordinanza sindacale n. 52 del 5 agosto, con la quale viene data esecuzione alle operazioni di esumazione ordinaria (da effettuare almeno 10 anni dopo la data di sepoltura) e straordinaria.

La situazione in cui versa il cimitero, insomma, si presenta nuovamente insostenibile, essendosi ormai esaurite le disponibilità anche dei loculi prefabbricati, il cui utilizzo (più volte lo abbiamo sottolineato) non avrebbe potuto che rivelarsi una soluzione tampone, funzionale ad arginare l’emergenza soltanto per poche settimane.

Quanto riportato trova pieno riscontro nella presenza di almeno trenta salme nella camera mortuaria cimiteriale.

Non è più il tempo delle chiacchiere: questa amministrazione deve agire ultimando il progetto di ampliamento e portandolo in Consiglio comunale. E deve farlo in fretta.

La precedente Giunta comunale è stata sfiduciata dalla città in seguito allo scandalo del cimitero; da quello scandalo doveva ripartire la nuova amministrazione comunale, risolvendo definitivamente una problematica che tocca il decoro e la sensibilità di una cittadinanza intera.

Tuttavia, dopo oltre un anno, continua ad esserci solo silenzio. 

Orazio Amenta, coordinatore cittadino PD

 

Duole constatare che i fatti segnalati dal PD sono reali e concreti: da mesi non si parla più delle indagini al cimitero. La famosa frase del sindaco pronunciata in una delle prime sedute del consiglio comunale,"anche il mio nipotino di 7 anni avrebbe capito che se muoiono 500 persone e incasso solo il corrispettivo di 250 loculi, i conti non tornano", e che lasciava presagire un impegno a tutto campo per fare pulizia e chiarezza, non ha avuto seguito

Ebbene, su questi "conti che non tornano", ancora non c'è stato spiegato alcunchè; su bagherianews.com qualche mese fa abbiamo ricostruito in una serie di articoli le vicende drammatiche del cimitero che portarono alla fine all'allontanamento di Lo Meo, ma nè l'assessore nè il sindaco si sono degnati di dare una risposta, non a noi, ma alla città, che pensava che finalmente gli scheletri di questo armadio sarebbero stati tirati fuori. Così non è stato, e, che noi si sappia, non è accaduto nulla

 Si va avanti con l'acquisto dei loculi prefabbricati, la cura del cimitero è stata indubbiamente più efficace ma non filtra uno straccio di notizia su quali siano le reali intenzioni dell'amministrazione per il futuro e per superare l'emergenza ormai struttturale e continua: come se il problema non esistesse e non fosse mai esistito. 

Un silenzio di tomba che suona incomprensibile.

redazione bagherianews.com

 

L'incidente è accaduto intorno alle 14.30 di oggi con un traffico quasi inesistente, che porta talvolta ad abbassare i livelli di attenzione nella guida. Una motocicletta del tipo BMW 800 percorreva la strada statale 113 in direzione di Santa Flavia verso Bagheria e si apprestava ad affrontare l'incrocio con l'inizio di corso Baldassare Scaduto, il lungo rettifilo che conduce ad Aspra.

Alla guida del mezzo B.C. di 32 anni, con a bordo la propria fidanzata; nello stesso istante una Opel corsa, condotta da T.A. di 23 anni proveniva  da corso Butera e dopo aver superato il passaggio a livello, presumibilmente, ma è solo una prima ipotesi, tirava diritto omettendo  di dare la precedenza e scontrandosi con la moto con la parte anteriore sinistra del proprio mezzo.

I due centauri, che indossavano entrambi il casco, venivano sbalzati malamente per terra riportando traumi e contusioni varie il giovane alla guida, mentre la ragazza al momento dei soccorsi mostrava una vistosa ferita lacero-contusa alla gamba.

altL'urto stando ad una prima osservazione non deve essere avvenuto ad alta velocità, perchè per fortuna i due occupanti della BMW  indossavano il casco, ed inoltre perchè i due giovani che hanno avuto la peggio ai soccorritori sono apparsi  lucidi e coscienti.

In ogni caso sono dovute intervenire due autoambulanze del 118 che hanno ricoverato i due giovani all'Ospedale 'Civico' ed al 'Policlinico'.

Mentre scriviamo sono in corso i rilievi da parte dei Carabinieri per ricostruire la dinamica dello scontro e che attendono notizie tranquillizzanti dagli Ospedali per potere autorizzare la rimozione dei mezzi.

 

 

 

 

 

 

ue anni dopo l'arresto nell'operazione Argo, il Nucleo del Reparto investigativo dei carabinieri sono riusciti a mettere le mani su venti conti correnti, un appartamento, lotti di terreno e auto, per un valore complessivo di 400.000 euro, appartenuti al reggente della mafia bagherese.

Lo riporta la Repubblica di oggi in un articolo a firma di Alessandra Ziniti: Giacinto Di Salvo, detto Gino, era stato arrestato nell'operazione 'Argo' del 2013 e qualche mese dopo avevano trovato conferma nelle dichiarazioni di Sergio Flamia, le accuse rivolte al Di Salvo, in particolare quella di essere il capomandamento di Bagheria, ruolo che gestiva collaborato dallo stesso Flamia e da Salvatore Lauricella.

Già al momento dell'arresto a Di Salvo era stata sequestrata una somma di denro di oltre 63.000 euro che teneva nascosti nell'intercapedine di un sottoscala all'jngresso di casa.

Solo recentemente l'abitazione del tutto abusiva, dove abitava il Di Salvo e  che sorge all'interno del parco di villa Valguarnera era stata sottoposta a sequestro; in precedenza e malgrado la confisca e la consegna nel 2009 all'Agenzia dei beni confiscati, non era stato 'possibile' sottrarre l'immobile all'uso del Di Salvo.

Di recente lo Stato ha sgombrato i mezzi che vi si trovavano ed ha preso possesso anche di una vasta area agricola circostante.

Si era pensato in un primo momento di ospitare all'inetrno della struttura un presidio dei Vigili del fuoco, ma l'idea è stata successivamente abbandonata.

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