Cronaca

Circa sei mesi fa, il 06 febbraio 2015 verso le 20:00 ad Aspra, località marinara di Bagheria, due giovani con il volto parzialmente travisato, facevano irruzione all’interno di un supermercato sito nei pressi del lungo mare. I due malviventi entrarono all’interno del supermercato armati di pistola e sotto la minaccia dell’arma, si fecero consegnare dal titolare, l’incasso della giornata, pari a circa 150 euro.

Le concitate fasi della rapina e la reazione dei dipendenti - che arrivarono anche ad inseguire i due - colsero di sorpresa i rapinatori che, presi dal panico scappavano a piedi, abbandonando il ciclomotore che avevano parcheggiato a breve distanza e che avrebbero dovuto utilizzare per la fuga.

Fin dai primi attimi successivi alla rapina, i Carabinieri attivavano le indagini finalizzate ad assicurare alla giustizia i due rapinatori. Le investigazioni sono partite dal ciclomotore rinvenuto a circa 50 metri dal supermercato che, da subito, destava i sospetti degli inquirenti. In effetti l’intuizione si rivelava fondata: lo scooter era in uso a FRAGALI Antonino, classe 1994, palermitano, del quartiere Sperone, arrestato insieme a CARUSO Alessio Salvo, classe 1995, anch’egli dello Sperone.

Grazie alle investigazioni svolte dai militari mediante i metodi tradizionali di osservazione e pedinamento, nonché mediante l’ausilio di strumenti tecnici, le indagini hanno consentito di accertare la responsabilità dei due che, a conclusione diella serrata e intensa attività di indagine sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

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Caruso Alessio Salvo                                       Fragali  Antonino

 

 

La notte scorsa Carabinieri e Polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari e obblighi di dimora emessa dal G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 17 soggetti tutti residenti nel quartiere popolare Z.E.N. di Palermo, gravemente indiziati di far parte, a vario titolo, di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti in danno di negozi di materiale elettronico e hi-tech, nonché tabaccherie e ricevitorie.

L’operazione conclude un’attività investigativa iniziata dalla Compagnia Carabinieri e dal Commissariato di Ps di Cefalù nel mese di maggio del 2014 e terminata nel novembre successivo.

I colpi messi a segno dalla banda di Palermitani, che poteva contare anche sull’appoggio di alcuni soggetti legati alla malavita organizzata a causa di trascorse vicende giudiziarie o per vincoli familiari, si svolgevano sempre con il medesimo modus operandi: alla base vi era infatti la preliminare e approfondita pianificazione consistente nello studio dell’obiettivo da colpire, le vie di fuga in caso di intervento delle Forze di Polizia, il dislocamento delle vedette in punti nevralgici e, infine, ma non meno importante, l’uso di “telefoni dedicati” che durante l’esecuzione dei colpi erano messi in modalità “conferenza”.

Un sistema estremamente collaudato che aveva permesso ai sodali di mettere a segno nelle province di Palermo, Messina e Trapani almeno 21 furti in danno di centri commerciali, tabaccherie e ricevitorie, dai quali venivano rispettivamente trafugati prodotti elettronici, quali I-Phone, I-Pad e telefoni cellulari di ultima generazione, nonché T.L.E. e i consistenti ricavati derivanti dalla lotteria istantanea, per un valore complessivo di oltre € 300.000. Inoltre, il pronto intervento delle Forze di Polizia costantemente impegnate nelle investigazioni ha permesso di trarre in arresto nel periodo compreso tra il giugno e ottobre 8 soggetti in flagranza di reato e di impedire la consumazione di 13 furti già pianificati nei minimi dettagli.

È proprio nei confronti dei soggetti arrestati l’organizzazione si è mostrata particolarmente attenta, tanto da provvedere, durante il periodo di detenzione dei complici, al sostentamento economico delle loro famiglie e al pagamento delle spese legali.

Dieci degli indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari; ai restanti sette è stato notificato l’obbligo di dimora nel Comune di Palermo con la prescrizione di non allontanarsi dal proprio domicilio dalle ore 19:00 alle ore 07:00.

Tutte le persone raggiunte dai provvedimenti coercitivi risultano annoverare precedenti penali e di polizia e non svolgerebbero un'attività lavorativa stabile, sì da ipotizzare che unitamente alle rispettive famiglie vivessero prevalentemente dei proventi delle loro "scorribande"

L'informazione è stata trasmessa ieri ai Carabinieri della locale caserma da alcuni bagnanti che avevano creduto di individuare a circa due metri di profondità ed a qualche decina di metri dalla battigia un alettone di ferro conficcato sul fondo.

La loro intuizione si è rivelata esatta ed oggi gli artificieri, assieme al maresciallo Fragano comandante la stazione di Santa Flavia e agli uomini della Capitanerìa di Porticello, stanno cercando di individuare su quale possa essere la strada più opportuna da percorrere per intervenire nella bonifica dell'area garantendo la sicurezza della popolazione della borgata marinara.

Si sta valutando cioè  se sia più opportuno rimuovere l'ordigno e farlo brillare in altro luogo o farlo brillare direttamente sul posto, il che richiederebbe evidentemente,  almeno per qualche ora, di sfollare almeno i residenti nell'area oggetto dell'intervento che, come è noto, ed in questo periodo soprattutto, è frequentatissima dai bagnanti.

altL'ordigno è quasi certamente un residuato bellico sganciato dagli aerei americani nel periodo aprile-maggio del 1943, durante le missioni di bombardamento del porto e dell'area portuale di Palermo;  gli aerei al rientro verso le basi di partenza sganciavano le bombe inutilizzate, proprio per alleggerirsi, in mare; infatti sono state decine e decine durante gli anni del dopoguerra i ritrovamenti effettuati e gli ordigni rimossi molto spesso segnalati dai sub o da semplici bagnanti.

In questo momento l'area è presidiata dai Carabinieri.

Nella foto lo specchio di mare della Caletta ed i Carabinieri che presidiano l'area.

Alle 11 di oggi uno scontro rocambolesco tra due auto è avvenuto sulla strada statale 113 proprio all'altezza dell'incrocio che segna il confine tra il comune di Bagheria e quello di Santa Flavia.proprio all'incrocio.

Una Panda proveniva da Bagheria percorrendo la S.S.113 ed era diretta verso S.Flavia mentre una Chevrolet Aveo provendendo da via Sant'Ignazio, giunta all'altezza dell'incrocio si preparava a svoltare verso la propria sinistra in direzione di Bagheria e pare che non abbia rispettato il segnale di stop, non dando quindi la precedenza alla Panda che pare arrivasse a velocità sostenuta

L'urto è stato inevitabile e mentre la Panda è andata a cozzare sul lato sinistro della carreggiata, la Chevrolet è stata letteralmente scaraventata nella piazzola a ridosso deille baracca dove vengono custodite le attrezzature, riportando seri danni alla parte anteriore.

altE' stato chiamato subito il servizio del 118 che ha trasportato al Pronto soccorso di Bagheria, ma solo a scopo preecauzionale perchè in stato evidente di choc, A.N., il conducente della Panda, mentre G.C. non ha riportato per fortuna alcun danno, anche perchè presumibilmente l'attivazione dell'air bag aveva attenuato gli effetti del violento scontro.

Sono successivamente intervenuti gli operatori della Polizia municipale di Santa Flavia che hanno operato a lungo per effettuare i rilievi, e per regolare il traffico che per un lungo periodo è rimasto di fatto pressocchè bloccato.

Nella foto di copertina  La Chevrolet finita all'angolo della piazzola 

Nella foto all'interno il luogo dove è andata a rimbalzare la Panda

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