Cronaca

L'informazione è stata trasmessa ieri ai Carabinieri della locale caserma da alcuni bagnanti che avevano creduto di individuare a circa due metri di profondità ed a qualche decina di metri dalla battigia un alettone di ferro conficcato sul fondo.

La loro intuizione si è rivelata esatta ed oggi gli artificieri, assieme al maresciallo Fragano comandante la stazione di Santa Flavia e agli uomini della Capitanerìa di Porticello, stanno cercando di individuare su quale possa essere la strada più opportuna da percorrere per intervenire nella bonifica dell'area garantendo la sicurezza della popolazione della borgata marinara.

Si sta valutando cioè  se sia più opportuno rimuovere l'ordigno e farlo brillare in altro luogo o farlo brillare direttamente sul posto, il che richiederebbe evidentemente,  almeno per qualche ora, di sfollare almeno i residenti nell'area oggetto dell'intervento che, come è noto, ed in questo periodo soprattutto, è frequentatissima dai bagnanti.

altL'ordigno è quasi certamente un residuato bellico sganciato dagli aerei americani nel periodo aprile-maggio del 1943, durante le missioni di bombardamento del porto e dell'area portuale di Palermo;  gli aerei al rientro verso le basi di partenza sganciavano le bombe inutilizzate, proprio per alleggerirsi, in mare; infatti sono state decine e decine durante gli anni del dopoguerra i ritrovamenti effettuati e gli ordigni rimossi molto spesso segnalati dai sub o da semplici bagnanti.

In questo momento l'area è presidiata dai Carabinieri.

Nella foto lo specchio di mare della Caletta ed i Carabinieri che presidiano l'area.

Alle 11 di oggi uno scontro rocambolesco tra due auto è avvenuto sulla strada statale 113 proprio all'altezza dell'incrocio che segna il confine tra il comune di Bagheria e quello di Santa Flavia.proprio all'incrocio.

Una Panda proveniva da Bagheria percorrendo la S.S.113 ed era diretta verso S.Flavia mentre una Chevrolet Aveo provendendo da via Sant'Ignazio, giunta all'altezza dell'incrocio si preparava a svoltare verso la propria sinistra in direzione di Bagheria e pare che non abbia rispettato il segnale di stop, non dando quindi la precedenza alla Panda che pare arrivasse a velocità sostenuta

L'urto è stato inevitabile e mentre la Panda è andata a cozzare sul lato sinistro della carreggiata, la Chevrolet è stata letteralmente scaraventata nella piazzola a ridosso deille baracca dove vengono custodite le attrezzature, riportando seri danni alla parte anteriore.

altE' stato chiamato subito il servizio del 118 che ha trasportato al Pronto soccorso di Bagheria, ma solo a scopo preecauzionale perchè in stato evidente di choc, A.N., il conducente della Panda, mentre G.C. non ha riportato per fortuna alcun danno, anche perchè presumibilmente l'attivazione dell'air bag aveva attenuato gli effetti del violento scontro.

Sono successivamente intervenuti gli operatori della Polizia municipale di Santa Flavia che hanno operato a lungo per effettuare i rilievi, e per regolare il traffico che per un lungo periodo è rimasto di fatto pressocchè bloccato.

Nella foto di copertina  La Chevrolet finita all'angolo della piazzola 

Nella foto all'interno il luogo dove è andata a rimbalzare la Panda

Nella mattinata, i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, al termine di una complessa attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica (Procuratore Capo dott. Francesco LO VOI, Procuratore Aggiunto dott. Bernardo PETRALIA e Sostituti Procuratori dott.ssa Annamaria PICOZZI e dott. Roberto TARTAGLIA), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo nei confronti di 18 soggetti (3 carcere, 3 arresti domiciliari, 12 obblighi di presentazione alla P.G.), ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di associazione per delinquere (art. 416 c.p.) finalizzata alla commissione di più delitti di falso materiale in atto pubblico (artt.478 - 482 c.p.) e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.), tutti finalizzati a far ottenere illecitamente a terzi soggetti, non in possesso dei requisiti richiesti, i benefici economici previsti dalla legge in favore degli invalidi civili.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e dirette dalla Procura della Repubblica, sono state avviate nel febbraio 2014, a seguito degli accertamenti sviluppati su di un tentativo di estorsione posto in essere da una donna che, avendo acquisito la disponibilità di un’abitazione dall’ex compagno TANTILLO Giovanni, aveva illecitamente sottratto copiosa documentazione medica contraffatta pretendendo denaro per la sua restituzione.

Al vertice dell’associazione è stato individuato CINA’ Giuseppe,[1] nullafacente, pluripregiudicato, già tratto in arresto per analoghi reati nel giugno 2007 e attualmente sottoposto alla detenzione domiciliare. CINA’ procacciava in prima persona i “clienti” e svolgeva opera di raccordo dell’attività degli altri intermediari, concordando preventivamente le modalità di commissione delle condotte illecite, formando gli atti sanitari falsi e svolgendo funzioni di costante assistenza nei confronti dei beneficiari nella gestione delle pratiche.

Le attività hanno permesso di ricostruire il modus operandi dell’associazione:

- l’aspirante pensionato si rivolgeva a CINA’ esternando il desiderio di beneficiare di una pensione di invalidità;

- venivano redatti/formati alcuni certificati medici falsi;

- iniziava l’iter burocratico, che veniva seguito per il suo intero svolgimento dallo stesso CINA’ il quale era sempre informato sulle date delle visite mediche, sulle commissioni assegnatarie, sull’esito (positivo o negativo), e sulla data di liquidazione dei benefici economici;

- al momento della verifica medica il paziente era “istruito” su come comportarsi, e in molti casi veniva addirittura accompagnato presso la commissione medica dallo stesso CINA’ o dal suo autista e factotum CIPOLLA Nicola;

- CINA’ si adoperava anche per trovare delle persone che, spacciandosi per badanti o familiari, erano disposte ad assistere il paziente durante la visita affinché la messinscena fosse più credibile (tali soggetti erano poi retribuiti con 50 euro a visita);

- in caso di esito positivo il compenso per CINA’ era rappresentato dalla riscossione degli arretrati e dal pagamento di un fisso mensile su ogni singola pensione.

Emblematici risultano essere alcuni dei fatti accertati.

Nel corso delle intercettazioni, ad esempio, il CINA’ diceva testualmente: “...non voglio lavorare più, e potevo lavorare... io non lo voglio, io, la pensione, lo Stato mi deve campare!, io il muratore facevo, facevo il barista...”.

Stesso “privilegio” dovevano avere anche le pesone allo stesso vicine: “… tu devi prendere 800 euro al mese. Ci arriveremo, stai tranquilla … Tu sei l’amante mia e tu camperai come dico io, hai capito?”.

Significative le patologie documentate, anche con evidenti errori di ortografia, (ad es. “allucinazioni uditive a contenuto querulo manico”) e chiare le messe in scena poste in essere nel corso delle visite straordinarie (“tendenza alla magnificazione della sintomatologia con atteggiamento teatrale”).

L’indagine ha visto la collaborazione attiva sia della direzione regionale dell’INPS di Palermo, sia della Commissione Medica Centrale dell’INPS di Roma, e ha accertato nel complesso 25 truffe per un ammontare di 1 milione e 500 mila euro, motivo per il quale i Carabinieri stanno eseguendo il cosidetto sequestro per equivalente di saldi attivi di conti bancari, di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati.

Si tratta di un provvedimento ablativo disposto su somme di denaro, beni o altre utilità di cui il reo abbia la disponibilità per un valore corrispondente al prezzo, al prodotto e al profitto del reato, previsto per talune fattispecie criminose e sia impossibile identificare fisicamente le cose che ne costituiscono effettivamente il prezzo, il prodotto o il profitto.

Tuttavia i casi di grandi abusi come quello emerso dall’indagine dei carabinieri del Comando Provinciale di Palermo non assumono rilievo per le somme sequestrate e i risparmi ottenuti, anche se non indifferenti.

Il valore principale di questa attività sono gli effetti positivi sul piano dell’equità e della legalità. Il terreno di coltura del fenomeno, infatti, è questa rete di burocrazia infedele che certifica falsità con connivenze e interessi clientelari enormi. L’opposto di quanto avrebbero bisogno i veri invalidi, vere vittime di questo sistema criminale”.

ELENCO PERSONE NEI CUI CONFRONTI E’ STATA DISPOSTA LA MISURA CAUTELARE

MISURA CAUTELARE IN CARCERE

1. CINA’ Giuseppe, nato a Palermo 05.11.1954;

2. CIPOLLA Nicola, nato a Palermo il 18.03.1952;

3. TANTILLO Giovanni nato a Palermo il 24.05.1974;

MISURA CAUTELARE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI

4. CARMAZ Alina Nicoleta, nata a Roman (Romania) il 26.11.1984;

5. GIORDANO Silvana nata a Palermo il 26.01.1964,

6. PIPITONE Paola, nata a Palermo il 03.02.1984;

MISURA CAUTELARE DELLA PRESENTAZIONE ALLA P.G.

7. ABBATE Vito Salvatore, nato a Trapani il 16.11.1965;

8. BUONAFORTUNA Antonina, nata a Palermo il 04.09.1952;

9. CITARRELLA Maria, nata a Palermo l’11.09.1958;

10. DI NUOVO Salvatore, nato a Palermo il 03.09.1983;

11. GIAMMONA Loreta, nata a Palermo il 03.09.1958;

12. MARANO Maddalena, nata a Palermo il 25.07.1966;

13. MELI Paolo, nato a Palermo il 16.09.1960;

14. MIGNOSI Giuseppe, nato a Palermo il 13.01.1975;

15. NACCARI Giovanna, nata a Palermo il 20.03.1947;

16. SANFILIPPO Pietro, nato a Palermo il 29.04.1954;

17. SERPA Deborah, nata a Warendorf (D) il 25.08.1979;

18. TANTILLO Andrea nato a Palermo il 06.07.1972.


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Da stamane, i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo sono impegnati nell’esecuzione di 17 misure cautelari emesse dall’ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo, nei confronti di appartenenti ad un’associazione in grado di far ottenere pensioni d’invalidità a persone non in possesso dei requisiti di legge, talvolta accompagnate presso le commissioni mediche da false badanti a loro volta già indebitamente riconosciute invalide.

Si tratta della conclusione di una complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo che ha consentito di accertare truffe ai danni dell’INPS per 1 milione e 500 mila euro.

Gente che per anni e anni ha incassato una pensione. I finti malati si sono spacciati per cardiopatici, diabetici, ipovedenti o schizofrenici. L'istituto nazionale di previdenza sociale ha dato il via libera a pensioni risultate frutto dell'imbroglio. Ecco perché si tratta del primo step investigativo. I futuri accertamenti dovranno scovare eventuali complicità all'interno delle commissioni che hanno valutato le condizioni di salute dei cittadini.

Gli indagati, l'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dal sostituto Roberto Tartaglia, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Gli organizzatori del raggiro in cambio dell'aiuto per gabbare l'Inps avrebbero chiesto e ottenuto una quota mensile sugli assegni di invalidità o le indennità di accompagnamento che avrebbero fatto ottenere, oppure una percentuale sugli arretrati incassati dai finti invalidi.

Circa un mese fa era stata arrestata in flagranza di reato dagli uomini della Polizia di Stato di Bagheria una pediatra termitana, Domenica Randazzo, mentre intascava presso il proprio studio una tangente di 1000 euro richiesta per potere riconoscere ad una donna i requisiti di invalidità. Da questo arresto hanno tratto alimento indagini che la Procura di Palermo portava avanti da tempo per smascherare queste truffe ai danni dell'Inps e dei cittadini.

 

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