Cronaca

Botta e risposta tra Patrizio Cinque e i sindacati che stamane non si erano recati all'appuntamento con il sindaco, che ha replicato:"Da oggi affiderò il servizio ai privati".

Questo il testo del comunicato diffuso dall'Ufficio Stampa del comune di Bagheria

Dopo due convocazioni, seppur con tempi risicati, i sindacati che rappresentano i lavoratori del consorzio Coinres non si sono presenti all’incontro fissato dal sindaco di Bagheria Patrizio Cinque per discutere delle problematiche del personale all’indomani della fuoriuscita del Comune dal Consorzio.

La città è senza servizio di raccolta dei rifiuti da sabato 4 aprile – spiega il sindaco, preoccupato per la salute e l’igiene pubblica – non possiamo più aspettare, quindi nel pomeriggio affiderò il servizio ad una ditta”.

Nel frattempo i dipendenti verranno contattati singolarmente e, se accetteranno le condizioni offerte, verranno contrattualizzati dalla nuova ditta” aggiunge Cinque che riferisce: “nel frattempo alcuni dipendenti Coinres hanno bloccato i noli interrompendo il pubblico servizio e per tale azione si sta procedendo con una denuncia. Invito i dipendenti a non complicare le cose – conclude il primo cittadino – i loro datori di lavoro, i bagheresi, che pagano le tasse che servono per i loro stipendi, hanno diritto ad una città pulita e non tollereremo tali atteggiamenti”.

In merito alla scelta della ditta che svolgerà il servizio di raccolta dei rifiuti, per il periodo dell’emergenza, – periodo dopo il quale verrà bandita una gara europea – si ricorda che l’amministrazione si è rivolta alla Prefettura di Palermo per accedere ad una lista di ditte, la cosiddetta white list, dove sono indicate aziende o società che non sono a rischio di infiltrazioni mafiose.

E’ stato infatti possibile sulla scorta dell’articolo 191 del D.Lgs. n. 152/2006 procedere alla redazione urgente di un capitolato d’oneri e per un affidamento immediato con tempi stringenti per contingibilità. Verrà proposta dalle 5 ditte, sulla base delle indicazioni di capitolato, l’offerta economicamente più vantaggiosa, considerando prezzo e miglior servizio reso.

Fonte Ufficio Stampa del comune di Bagheria

 

L'incidente è accaduto poco dopo le 16, e secondo una prima ricostruzione  una Renault Clio, a bordo della quale viaggiavano cinque persone ed il cui conducente ancora non è stato identificato viaggiava in direzione di Casteldaccia, quando subito dopo il breve rettilineo di Fondachello nella curva verso sinistra è sbandato, finendo prima sul guard rail e subito dopo invadendo la corsia opposta, dalla quale proveniva una Ford Focus, condotta da A.B., flavese residente in Calabria, che si trovava qui per un periodo di vacanze e viaggiava con la moglie e i due figli a bordo.

La Focus dopo l'urto, in conseguenza del quale si sono aperti gli airbag, è andata a sbattere contro un muretto che delimita la piccola area di posteggio a ridosso della Casa Cantoniera, ed a restare feriti sono stati solo il conducente e la bambina che è stata ricoverata  all'Ospedale dei bambini.

Anche nella Clio, andata gravemente danneggiata e il cui proprietario è un bagherese viaggiavano in cinque; a parte uno che è rimasto solo in stato confusionale e lamentava dolenzia agli arti, gli altri  sono stati tutti prelevati dalle ambulanze e condotti in vari Ospedali.

In totale verso gli ospedali sono state accompagnate sei persone, nessuno dei quali, per fortuna, sembra essere però in pericolo di vita.

Proprio di fronte alla Casa cantoniera sono accaduti due incidenti mortali negli ultimi anni: prima un carabiniere a bordo di una gazzella che stava intervenendo a sirene spiegate per la presunta scomparsa di un minore a Santa Flavia, con il fondo stradle scioloso,  e qualche mese dopo a perdere la vita sono stati due ragazzi giovanissimi di Bagheria; in entrambi i casi le auto provenivano da Casteldaccia e procedevano  verso Santa Flavia. 

AGGIORNAMENTO

La bambina è già stata dimessa dall'Ospedale dei bambini, dove le è stato riscontrato un trauma facciale, mentre l'altro ferito della Focusil conducente padre della piccola, risulta ancora ricoverato al Buccheri La Ferla

Tutto è accaduto all'improvviso, tra la paura e lo stupore dei passanti, numerosi a quall'ora all'incrocio tra via Dante e corso Butera a Bagheria. Secondo una prima ricostruzione fatta dalla Polizia, a  bordo di un lapino un padre assieme ad uno dei figli sono arrivati all'incrocio,  ed hanno iniziato una lite furibonda con altri due dei suoi figli che  pare stazionassero in quel posto.

Secondo testimoni oculari si sono viste scene da Far West con i contendenti che si affrontavano a colpi di spranga in testa; nessuno dei presenti osava intromettersi vista la furia dei duellanti. 

E' stata chiamata la Polizia, sono poi arrivati altri componenti dello stesso nucleo familiari e una volta separati si è visto che qualcuno era rimasto seriamente ferito: sono state chiamate due ambulanze che hanno accompagnato il padre che era il ferito più grave all'Ospedale Civico di Palermo, dove si trova tutt'ora ricoverato, ed uno dei figli che aveva subito un forte trauma cranico ed un profondo stato confusionale dal quale comunque si è ripreso.

Malgrado decine di persone fossero stati testimoni del fatto, scarsi sono stati gli elementi utili forniti alla Polizia per potere ricosturire con esattezza la dinamica e la responsabilità dell'accaduto.

A dare la loro versione dei fatti sono rimasti i protagonisti della vicenda che sono stati tutti identificati e denunciati per rissa e lesioni gravi. Nessuno è stato fermato.

AGGIORNAMENTO

La versione dei fatti che sopra riportiamo suffragata da una serie di voci raccolte dagli inquirenti in loco nell'immediato occorso del fatto, non sembra essere però del tutto rispondente al vero. Durante la scorsa notte e la mattinata di oggi la Polizia ha continuato ad ascoltare protagonisti e testimoni della rissa, ed è emerso che i due arrivati con il lapino, padre e figlio, hanno inizialmente avuto una discussione con due soggetti che stavano seduti dentro un auto nelle immediate vicinanze della piazzetta, che le forze dell'ordine però ancora non sono riuscite ad identificare.

Ad un certo punto sarebbe scoppiata la lite, ma non è ancora chiaro se ad avviare le ostilità siano stati il padre e il figlio arrivati col lapino o i due che si trovavano nell'auto. La Polizia come dicevamo all'inizio sta trovando difficoltà a raccogliere elementi che possano servire a delineare un quadro chiaro della vicenda.

Si era pensato ad un regolamento di conto tra venditori ambulanti, ma pare che questa interpretazione non sia suffragata da elementi certi.

La notizia positiva è che il ferito ricoverato in Ospedale in mattinata sarebbe stato dimesso.

Nella relazione che era stata richiesta dal Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, a proposito della cosiddetta 'Operazione Farfalla', c'è tutta intera la ricostruzione dei rapporti tra i servizi ed il pentito bagherese Sergio Rosario Flamia.

Proprio lui aveva riferito ai magistrati di incontri avuti con esponenti dei servizi segreti mentre era ristretto in carcere.

In un articolo pubblicato oggi su Repubblica-Palermo a firma di Alessandra Ziniti si parla di come nacque e si sviluppò questo rapporto.

La relazione era stata richiesta dal Copasir in relazione alla cosiddetta 'Operazione farfalla' un protocollo riservato che consentiva agli agenti dei servizi segreti di incontrare senza troppe formalità e soprattutto senza lasciare tracce alcuni detenuti al 41 bis, nel tentativo di indurli a rivelare particolari utili alla conoscenza sulle stragi, sulle dinamiche interne a cosa nostra e sul cosiddetto patto Stato-mafia.

Pare che non sortì, il protocollo Farfalla, che ha fatto storcere il muso a tanti, gli effetti auspicati, mentre più efficaci si rivelarono i rapporti con esponenti di cosa nostra, nel caso in questione Sergio Flamia.

Confermato che il 'il primo approccio' dei servizi avvenne nel 2008 al Commissariato di P.S. di Bagheria dove il Flamia si recava a firmare il registro di chi è sottoposto a misure restrittive della libertà, perchè l'AISI ( Agenzia informativa per la sicurezza interna), aveva l'urgente necessità di rimpiazzare il suo uomo, il cui nome non viene però riportato, dentro la cosca di Bagheria, appena arrestato in un blitz antimafia.

Gli uomini dei servizi trovarono davanti a loro una prateria: Flamia, in difficoltà economiche e sempre all'erta per quella 'inimicizia' con i rampolli di Bartolomeo Scaduto, (inteso Ninu u carabinieri) Pietro e Salvatore, in relazione alla voce ormai quasi di pubblico dominio, e cioè che fosse stato proprio Flamia ad uccidere nella primavera del 1989 davanti il 'Bar Aurora' di Bagheria, Scaduto eTutino, occasione in cui restò ferito per errore anche un  bracciante agricolo, Filiberto Valenti.

Sergio Flamia in pochi mesi rese servizi preziosi ai suoi riservati interlocutori, facendo imbottire di miscrospie i luoghi dove lui stesso accompagnava i capi di cosa nostra ai summit di mafia, Giuseppe Scaduto in particolare, e rendendo così possibile l'Operazione Perseo del dicembre del 2008, che portò all'arresto di un centinaio di mafiosi e al conseguente fallimento del tentativo di un gruppo di famiglie, tra cui quella di Bagheria, di ricostituire la cosidetta 'Commissione provinciale'.

Anche Flamia fu arrestato in quel blitz, ma solo due giorni dopo e lui ha aggiunto che qualcuno gli aveva detto prima di quell'arresto rassicurandolo, e che per dargli qualche giorno di tempo avrebbero manipolato la sua data di nascita.

L'arresto non interruppe la collaborazione che materialmente venne portata avanti dal figlio di Sergio Flamia, Pietro, che in cambio del contributo dato dal padre all'Operazione 'Perseo' ricevette dai servizi segreti ben 150.000 auro.

Peraltro il figlio Pietro, portava anche fuori dal carcere preziose informazioni che riceveva dal padre detenuto.

Qaundo Flamia torno libero si pose il problema della sua affiliazione ufficiale a cosa nostra, fatto di cui informò i suoi referenti, e pare che della 'cerimonia' esista non solo una ricostruzione estremamente fedele ma anche una sorta di audio o video.

Ma Flamia capì che quella collaborazione non poteva durare ancora a lungo: fu probabilmente utilizzato anche per cercare di arrivare a Matteo Messina Denaro, ma come si suol dire in dialetto le 'scarpe cominciavano a venirgli strette' e nel giugno del 2013 arrivò l' Operazione 'Argo' con le decine di arresti del mandamento mafioso di Bagheria e dintorni e con l'accusa per Flamia di omicidio volontario; ed infatti ne confesserà decine di omicidi, allorchè, scelta la strada del collaboratore di giustizia racconterà a ruota libera fatti e misfatti della cosa nostra bagherese.

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