Cronaca

Nella mattinata, il Comando Provinciale di Palermo ha dato esecuzione a 7 fermi del P.M. emessi dalla Procura Distrettuale di Palermo nei confronti di altrettanti appartenenti al mandamento mafioso di Misilmeri – Belmonte Mezzagno, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione e minaccia aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di trarre in arresto il vertice del mandamento e i reggenti delle famiglie mafiose di Belmonte Mezzagno e Bolognetta che ne costituiscono articolazione, oltre che alcuni “uomini d’onore” della consorteria.

Le attività, avviate nel novembre 2013, sono la prosecuzione dell’indagine “Sisma” e hanno documentato come dopo la reggenza di LO GERFO Franco, il mandamento sia passato nelle mani di VASTA Giuseppe, collaborato direttamente da tre suoi fidati “uomini”: RAVESI Alessandro, IPPOLITO Giovanni e NERI Aristide.

Sono state documentate 5 vicende estorsive in danno di imprenditori edili e di commercianti della zona.

Ealtmblematico l’episodio accaduto nella notte dell’8 marzo 2014, allorquando venivano collocati dei crisantemi sotto una chiara scritta dal tenore intimidatorio posta sulla saracinesca di una macelleria del comune di Marineo.

Nell’ambito dello stesso contesto investigativo, il 14 aprile 2014 erano già stati tratti in arresto per un tentativo di estorsione in danno dell’ Ard Discount di Bolognetta CUCCA Giosué, BADAMI Alessandro e CIARAMITARO Francesco Antonino. Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di ricostruire l’episodio nella sua completezza, riconducendolo al vertice del mandamento.

La spregiudicatezza degli arrestati emergeva chiaramente dalle conversazioni intercettate, riferibili anche alla pianificazione di azioni violente, come quella diretta a malmenare un commerciante a colpi di bastone attendendolo al rientro dal lavoro a sera nei pressi di casa, o quella, programmata, di sequestrare un albergatore, reo di non volersi “mettere a posto”, e quindi sottoporlo a gravi atti di violenza e minaccia di morte per costringerlo a cedere.

Le indagini si sono anche avvalse in modo rilevante della collaborazione delle vittime delle azioni estorsive.

In definitiva, se da un lato è emrso come nel territorio di Misilmeri – Belmonte Mezzagno sia ancora forte la capacità di cosa nostra di imporre la propria presenza, nonostante le frequenti operazioni di polizia, dall’altro è stata evidenziata la presenza di imprenditori capaci di infrangere il muro dell’omertà e di affidarsi alle Istituzioni.

 

ELENCO FERMATI

 

01. VASTA Giuseppe, nato a Palermo l’08.07.1950, reggente del mandamento mafioso di Misilmeri – Belmonte Mezzagno;

02. BISCONTI Filippo Salvatore, nato a Belmonte Mezzagno l’01.01.1960, reggente della famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno;

03. CIRECO Pietro, nato a Bolognetta il 10.10.1940, reggente della famiglia mafiosa di Bolognetta;

04. IPPOLITO Giovanni, nato a Misilmeri il 01.07.1967;

05. NERI Aristide, nato a Palermo il 25.07.1979;

06. PIRRONE Antonio, nato a San Giorgio La Molara (BN) il 20.04.1969;

07. RAVESI Alessandro, nato a Palermo il 17.07.1977.

 

 

 

Intorno alle 12.30 di oggi durante il normale svolgimento delle attività scolastiche, all'improvviso e senza alcun segno premonitore, sono crollati dei calcinacci dagli intonaci del  soffitto di una classe della scuola Cirincione.

E' stato un miracolo che soltanto una bambina, poi prontamente accompagnata al pronto soccorso, sia rimasta leggermente ferita alla testa.

I bambini sono stati immediatamente fatti uscire dalla classe dall'insegnante che ha subito allertata l'intera scuola, allarmata peraltro dal rumore fragoroso della caduta dell'intonaco. Seguendo le procedure già collaudate di evacuazione nel plesso, che i bambini erano stati abituati a seguire, tutti gli scolari sono stati trasferiti nell'atrio principale e nell'atrio della palestra.

Mentre scriviamo la dirigente scolastica,  Vittoria Casa visibilmente sconvolta, ha già chiamato i Vigili del fuoco ed ha informato le autorità comunali.

Lo stesso fatto si era verificato già tre anni fa ed anche allora, ad essere interessata fu una delle stanze che introducono al plesso, dove solitamente si affollano i piccoli prima di entrare in classe, ed allora cadde anche una pesante plafoniera, ma per fortuna i bambini erano già nelle classi, altrimenti le conseguenze avrebbero potuto essere catastrofiche.

Nel plesso scolastico sono subito arrivati gli assessori Rosanna Balistreri, quello dei lavori pubblici Fabio Atanasio e il sindaco.

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"La sicurezza degli impianti scolastici - ci ha detto Vittoria Casa - è sempre stata una delle mie priorità; periodicamente facciamo svolgere ai bambini simulazioni di emergenze e debbo dire, che pur essendo stata sfiorata una tragedia, non si è creato alcuna  situazione di panico e  tutto si è svolto con ordine e disciplina".

Già ad una decina di minuti di distanza dal fatto c'erano parecchi genitori dietro i cancelli della scuola che erano stati allertati dai ragazzi e dalle insegnanti, e nel giro di qualche decina di minuti la notizia aveva già fatto il giro del paese; comprensibile quindi la condizione  di ansia e di preoccupazione che manifestavano i genitori.

Aggiornamento: Pare che ci sia stato un altro bambino al quale al Pronto soccorso è stato diagnosticato un trauma cranico

 

A Bagheria giovedì scorso, in Via Peppino Impastato, i Carabinieri della locale Stazione hanno tratto in arresto con l’accusa di furto aggravato: M.S., nato a Palermo classe 1983, C.M. nata a Palermo classe 1982 e L.R. nata a Bagheria classe 1958.

I predetti avevano realizzato allacci abusivi alla rete elettrica, mediante i quali alimentavano le proprie rispettive abitazioni, site nel complesso “case popolari”.

Gli arrestati sono stati condotti presso le rispettive abitazioni in regime degli arresti domiciliari in attesa del processo per rito direttissimo presso il Tribunale di Termini Imerese, dove dopo la convalida degli arresti, M.s. e L.r. sono stati condannati a 6 mesi di reclusione, mentre C.m. alla pena di 4 mesi.

 

Beni per un valore complessivo di 5 milioni di euro sono stati confiscati al boss Benedetto Capizzi, 71 anni, reggente del mandamento di Villagrazia e Santa Maria di Gesù finito in carcere nell’operazione Perseo del 2008.

Si tratta di una villa a tre elevazioni fuori terra, residenza dello stesso e del proprio nucleo familiare, già sequestrata che sarebbe stata intestata, secondo le indagini dei militari ad prestanome compiacente.

Le indagini patrimoniali, condotte dai carabinieri, sono iniziate nel corso dell’operazione “Perseo” che nel dicembre del 2008 porto all’arresto di 99 persone, molte delle quali ritenuti ai vertici di Cosa Nostra. Dagli accertamenti emerse che Benedetto Capizzi dal carcere, dopo due condanne all’ergastolo nel 2006 e del 2008, continuava non solo ad essere il reggente del mandamento di Villagrazia – Santa Maria di Gesù, ma aveva anche l’intenzione, assieme al bagherese Pino Scaduto, e dopo gli arresti di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, di ricostituire la Commissione Provinciale di “Cosa Nostra” .

In alcune delle intercettazioni Benedetto Capizzi impartiva le direttive per la gestione della famiglia ed al figlio raccomandava: “Se qualcuno vuole alzare la “cricchia” se la cali perché ci lascia la pelle, chiaro?…Pugno duro, hai capito? Pugno duro con tutti!”.

La volontà di una ricostituzione della 'cupol' di cosa nostra emerge chiaramente da un brano di   conversazione in un summit di mafia tra Giovanni Adelfio, Giuseppe Scaduto e Sandro Capizzi, in occasione della quale, secondo gli accordi presi dallo Scaduto con Benedetto Capizzi, venivano definiti alcuni tra gli aspetti salienti della Commissione Provinciale di “Cosa Nostra”: “…all’ultimo ci sediamo e cerchiamo di fare una specie di Commissione all’antica…cinque, sei, otto cristiani come si faceva una volta e quindi la responsabilità se dobbiamo fare una cosa ce l’assumiamo tutti”.
 

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