Cronaca

I Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti FONSATO Eros, nato a Torino, classe 1971, ivi residente, SPAMPINATO Agatino, nato a Catania, classe 1970, ivi residente e BELLIA Salvatore, nato a Catania, classe 1955, ivi residente.

I tre sono stati bloccati all’alba di ieri a Messina, mentre si trovavano ancora all’interno del traghetto proveniente da Villa San Giovanni (RC), alla guida di due autovetture, rispettivamente una BMW ( con a bordo Spampinato e Bellia) ed una WV Passat (condotta da Fonsato) in attesa di sbarcare in Sicilia.

L’intervento operativo è scaturito dalla segnalazione di un anonimo d’origine catanese a cui è seguita l’operazione dei Carabinieri che, immediatamente, hanno posto in essere un servizio ad “hoc”.

A seguito della perquisizione veicolare, all’interno del bagagliaio della WV Passat, i Carabinieri hanno rinvenuto diversi borsoni al cui interno si vi erano centinaia di panetti di sostanza stupefacente del tipo “hashish”, per un peso complessivo di 150 Kg circa. Lo stupefacente sequestrato ha un valore al dettaglio di circa 2.000.000 di €.

Tutti gli involucri all’interno dei quali erano contenuti i panetti di stupefacente erano impermeabili, rivestiti di polistirolo e dunque confezionati in modo tale da galleggiare qualora ci fosse stata l’esigenza di buttarli in acqua. Ciò lascia ipotizzare che i corrieri temessero un intervento delle forze dell’ordine all’interno del traghetto suddetto o di qualche altra imbarcazione sulla quale la droga era stata verosimilmente trasportata in precedenza.

La sostanza stupefacente è stata recuperata e posta sotto sequestro per le successive analisi di laboratorio a cura del L.A.S.S. (Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti) dei Carabinieri di Palermo, al fine di accertare l’esatto principio attivo delle sostanze stupefacenti recuperate.

Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati associati presso la locale casa circondariale “Ucciardone” di Palermo, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Sono in corso indagini finalizzate all’individuazione dei canali di smercio della “roba” e di eventuali azioni di controllo esercitate, nello specifico, da Cosa Nostra.

Palermo, 27 marzo 2014


 

E’ accaduto nella serata di ieri, a Palermo, verso le ore 19.20 circa, quando l’operatore del 112 inviava un equipaggio del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Palermo in Via Pecoraino presso il supermercato “IPERCOOP”, all’interno del centro commerciale “FORUM” dove personale della vigilanza privata aveva fermato un uomo che aveva appena rubato della merce dagli scaffali.

Giunti sul posto, i Carabinieri identificavano S. M., 45enne nato a Palermo, residente a Santa Flavia Porticello (PA), operaio comunale.

La merce prelevata dagli scaffali: un taglierino “Cutter” spacchettato e nascosto nel borsello ed un paio di scarpe marca “Goodyears” che l’uomo aveva preso dalla scatola calzandole e nel contempo lasciando quelle che indossava all’interno dello scatolo del reparto utensili e fai da te.

Il materiale recuperato per un valore di circa 70 € veniva restituito al direttore del centro commerciale, che sporgeva formale denuncia.

Accompagnato in caserma e tratto in arresto con l’accusa di furto aggravato, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria veniva sottoposto al rito direttissimo e dopo la convalida dell’arresto rimesso in libertà.

La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato un complesso turistico sito in località Scopello, in provincia di Trapani, composto da 12 mini appartamenti indipendenti a schiera, una sala reception-bar, piscina, terrazze a dislivelli, parcheggi, aiuole e spazi comuni per l’intrattenimento, del valore complessivo di circa 40 milioni di euro, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione.

Colpito dal provvedimento, un imprenditore di 65 anni, antonino Palmeri, originario di Castellammare del Golfo, condannato nel 1998 per associazione di stampo mafioso e danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, quale appartenente alla “cosca” di Alcamo/Castellammare.

Il sequestro segue altri due provvedimenti del genere emessi dal Tribunale di Trapani nei confronti dello stesso soggetto, tra la fine del 2012 e gli inizi del 2013, riguardanti società ed attività di bar-pasticceria in Castellammare del Golfo, intestate ai familiari dell’imprenditore, a cui quest’ultimo avrebbe trasferito, solo formalmente, la titolarità, per un valore complessivo di circa 7 milioni di euro.

In particolare, le indagini economico – finanziarie eseguite dalle Fiamme Gialle avevano evidenziato che, mediante cessioni di rami d’azienda e diversi cambi di gestione delle predette attività commerciali, i figli dell’imprenditore, pur in presenza di limitate capacità reddituali autonome, avevano negli anni realizzato diversi investimenti, finalizzati anche alla costruzione del complesso turistico ora in sequestro; il tutto però, mentre il genitore continuava ad esercitare di fatto il controllo sulle aziende, attraverso importanti atti di gestione dallo stesso realizzati, che hanno indotto gli investigatori della Guardia di Finanza e l’Autorità Giudiziaria a ritenerlo l’effettivo proprietario del patrimonio societario.

Dal precedente provvedimento di sequestro - che aveva, tra l’altro, colpito anche la società che gestiva il complesso turistico - erano rimaste escluse le strutture fisiche di quest’ultimo ed, in particolare, i fabbricati esistenti sui terreni, in quanto per questi non era stata acquisita prova certa della loro illegittima provenienza.

 

Sono Laura Zarcone, la mamma di Marcello Volpe , un ragazzo scomparso da Palermo il 12 luglio 2011, giorno precedente il suo ventesimo compleanno

Vi contatto per chiedere il vostro aiuto per il motivo che adesso vi spiegherò: il 24 ottobre scorso ho ricevuto una telefonata anonima da una persona che affermava di aver visto la sera precedente , di fronte al bar "Il Bacio" di Bagheria, un ragazzo un po' trasandato ed avrebbe riconosciuto in quel ragazzo mio figlio Marcello.

Il giorno dopo con mio marito ci siamo recati in quel bar. I proprietari sono stati gentilissimi: poichè hanno delle telecamere di sicurezza ci hanno mostrato le registrazioni della sera prima, ma le telecamere inquadrano solo i tavolini all'esterno e non la strada, quindi non abbiamo potuto vedere il ragazzo segnalatoci.

Abbiamo girato nella zona intorno al bar ma non abbiamo trovato nessuno che somigliasse a mio figlio.

Nei giorni successivi alla segnalazione abbiamo coinvolto alcuni conoscenti di Bagheria, che hanno mostrato in giro la foto di Marcello. Un venditore ambulante che spesso sosta in via Quattrociocchi, dopo aver guardato le foto, ha detto di averlo visto più volte e di avergli anche regalato qualche frutto. Ha detto anche che pensa che il ragazzo abiti là vicino.

Quindi gli è stato raccomandato che, se lo avesse visto di nuovo, doveva immediatamente avvertire la Polizia di Stato di Bagheria, che è stata allertata in questo senso.

Purtroppo, dopo questa circostanza, il ragazzo non si è più fatto vedere. Abbiamo atteso in silenzio, sperando che prima o poi si ripresentasse ma, dopo cinque mesi, siano giunti alla decisione di rendere pubblica la notizia.

Chiedere ai cittadini di Bagheria di osservare bene le sue foto, poichè per noi è importantissimo capire se il ragazzo avvistato a Bagheria nel mese di ottobre era davvero lui o un ragazzo bagherese che gli somiglia molto.

Speriamo che specialmente chi abita nella zona di via Quattrociocchi ricordi se lo ha visto e se lo ha visto entrare o uscire da qualche abitazione. Ringraziamo di cuore tutti quelli che ci aiuteranno a capire cosa è successo a Marcello.

Per qualsiasi informazione potete contattare la mamma di Marcello , Laura Zarcone, al 3204319448 o la redazione di bagherianews 3338961059 o, anche in forma anonima il 113.

Laura Zarcone

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