Cronaca

Nella tarda mattinata di oggi una decina di auto dei Carabinieri è arrivata presso il cimitero di Bagheria per effettuare una serie di controlli sulla gestione delle sepolture e più in generale sul regolamento e sulle procedure cimiteriali che riguardano assegnazione dei loculi, estumulazione, lavori di ditte esterne ecc.

Pare che presso i carabinieri siano arrivate segnalazioni di una corsia preferenziale nell'assegnazione dei loculi che avrebbe favorito una agenzia di pompe funebri, ed anche per questo motivo dai  militi sarebbe stato acquisito il registro delle entrate, delle salme ovviamente.

E' stato ascoltato il responsabile del servizio cimiteriale Paolo Aiello, richiamato poi in caserma nel pomeriggio: a lui si è affiancato per offrire i chiarimenti richiesti sia l'assessore ai lavori pubblici Michelangelo Testa che la responsabile del settore Laura Picciurro, anche perchè sono state poste sotto sequestro alcune aree del cimitero.

Anche il sindaco Vincenzo Lo Meo mentre scriviamo si apprestava a recarsi  in caserma per una richiesta di chiarimenti.

Una delle contestazioni che viene mossa ai responsabili del servizio riguarda le modalità di 'smaltimento' delle casse e di quanto in esse ancora contenuto  al momento delle cosiddette 'estumulazioni', cioè dello svuotamento dei loculi all'atto della cessazione della concessione: in altri termini trattandosi di rifiuti speciali avrebbero dovuto essere seguite determinate procedure di smaltimento, cosa che non sarebbe stata fatta.

Da qui il sequestro di un'area del cimitero dove solitamente venivano ammassati residui legnosi e di zinco.

Peraltro proprio in queste ore il sindaco Vincenzo Lo Meo si preparava a diffondere un ordine di servizio in cui si andava a procedere alla rotazione di alcuni compiti e responsabilità, tra cui quella del cimitero.

 

Un ingente quantitativo di olio lubrificante per automobili del valore di circa 200 mila euro di provenienza illecita, verosimilmente destinato al mercato palermitano, è stato sequestrato dal Gruppo della Guardia di Finanza di Palermo.

Nel corso di un ordinario servizio di controllo economico del territorio, una pattuglia di finanzieri ha notato, nei pressi di un’area di sosta ubicata nella zona di Via Messina Marine, la presenza di un auto rimorchio recante targa albanese dal cui cassone posteriore era possibile intravedere numerosi fusti ed altrettanti cartoni contenenti prodotti petroliferi.

Le Fiamme Gialle hanno deciso di procedere ad un controllo più approfondito, verificando che il mezzo trasportava olio lubrificante per auto proveniente dall’estero ed identificando tre soggetti, fra cui il trasportatore di origine albanese, che stazionavano nelle vicinanze dell’auto rimorchio esaminando il carico.

Alla richiesta di esibire la documentazione relativa alla provenienza e alla regolarità del possesso e del trasporto del prodotto, anche ai fini della prova del pagamento delle relative imposte di consumo (accise), i tre hanno consegnato ai finanzieri documenti che non consentivano in alcun modo di risalire con certezza né al mittente né al destinatario della merce.
In particolare, nella lettera di vettura internazionale (CMR) prodotta dall’autotrasportatore, mancante del numero progressivo obbligatorio per questo genere di trasporti, era indicata, quale luogo di destinazione, la città di Macerata e, quale presunto destinatario, una ditta di vendita all’ingrosso di prodotti per auto con sede nella stessa città, poi risultata – da una rapida consultazione delle banche dati a disposizione della Guardia di Finanza - priva delle autorizzazioni per ricevere e commercializzare prodotti del genere.
Emergendo elementi indicativi della falsità della documentazione, i finanzieri hanno proceduto al sequestro di 50 fusti da 205 litri cadauno di olio lubrificante per auto di marca estera per un totale di 10.250 litri, nonché di circa 900 cartoni contenenti in totale 18.000 confezioni sigillate da 1 litro del medesimo prodotto, introdotto illegalmente dall’estero in totale sottrazione dell’imposta erariale di consumo ed in violazione alle norme che ne regolano la relativa tassazione.

I preliminari accertamenti sull’origine del prodotto hanno permesso di appurare la sua provenienza dall’Albania.

Nel corso dell’ispezione i finanzieri hanno prelevato campioni del prodotto sequestrato al fine di accettarne la qualità e la conformità alle caratteristiche previste dalle rigorose norme europee a tutela degli automobilisti e dell’ambiente, nonché per verificare la corrispondenza con quanto riportato nelle etichette apposte sulle singole confezioni, verosimilmente non veritiere, in quanto prive di qualsiasi dicitura che potesse ricondurre chiaramente alla loro origine; i campioni sono stati inviati al laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane.

Oltre al sequestro del carico, i finanzieri hanno denunciato l’autotrasportatore e altri due soggetti palermitani, risultati rappresentanti di ricambi per auto, che si stavano verosimilmente accordando con il primo per la distribuzione del prodotto sul mercato locale; i reati contestati vanno dal contrabbando alla sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici. 

Pubblichiamo per estratti una parte delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Sergio Rosario Flamia; si tenga conto che le dichiarazioni riguardano imputati, fatti,  circostanze, e tutto quanto può essere di interesse per il procedimento derivante dalla cosiddetta 'Operazione Argo', le cui richieste di rinvio a giudizio, i pubblici ministeri renderanno note tra breve. Anche per questo la gran parte delle dichiarazioni sono omissate, perchè nel momento in cui vengono tirati in ballo soggetti sinora non coinvolti nell'indagine 'Argo', i verbali delle dichiarazioni  andranno evidentemente a confluire nelle carte di un nuovo procedimento. 

Lo stralcio di interrogatorio che riportiamo è del 31 ottobre 2013, vale a dire del giorno successivo a quando Flamia manifestò la sua volontà di collaborare con la giustizia.

All'interrogatorio, cui sono presenti il procuratore capo della Repubblica Francesco Messineo e il p.m. Francesca Mazzocco, prendono parte anche due ufficiali dei Carabinieri.

I magistrati,  prima che l'interrogatorio abbia inizio, avvisano l'imputato che:

-ha la facoltà di non rispondere

-quanto dichiarerà potrà essere utilizzato contro di lui

-se accuserà terzi assumerà la veste di testimone negli eventuali procedimenti a carico

 

FLAMIA  A.D.R: Ho deciso di collaborare con l’Autorità Giudiziaria perché voglio cambiare vita e garantire a me e ai miei familiari una vita tranquilla e libera dal crimine.
Mi sono avvicinato all’associazione mafiosa tramite mio padre Flamia Pietro, oggi defunto, che pur non essendo affiliato si prestava a svolgere diverse attività per la famiglia

Niente, la mia decisione è maturata perché sono stanco di  andare dietro a queste storie, a queste malefatte, ho deciso di cambiare vita e di vivere più tranquillo e più sereno con la mia famiglia, per famiglia intendo sempre moglie e figli.

P.M.: Lei ha fatto parte dell’associazione mafiosa.....

FLAMIA: Si. 

P.M.: ..cosa nostra;  com’è entrato nell’associazione?

FLAMIA: E allora, già da tantissimi anni addietro come vicino a personaggi che mi conoscevano fm da bambino e pian piano ho acquistato la fiducia, dall’84 ad oggi.

P.M.: Alcuni suoi familiari facevano già parte dell’associazione?  

FLAMIA: Sempre a livello di essere vicini ad ambienti mafiosi, niente di... Ma all’epoca la buon’anima di mio padre che era vicino, aveva qualche amico che lo sfruttava, perchè mio padre è sempre stato sfruttato

P.M.: E suo padre si chiamava FLAMIA.....

FLAMIA: Pietro. E’ sempre stato sfruttato da questi amici a livello di 'fammi sta cortesia, vedi se mi puoi tenere questa persona a casa  per un po’ di tempo', a livello di qualche latitante, a livello di queste cose, nient’ altro (inc).

.......OMISSIS....................Questo primo interrogatorio viene chiuso con oltre 140 pagine di Omissis.

 

Un secondo interrogatorio si svolge l'8 novembre 2013: sono presenti i p.m. Leonardo Agueci e Francesca Mazzocco e due ufficiali dei Carabinieri.

................................................................................................

P.M.:  Sì. E allora le viene mostrato un album fotografico, predisposto dal R.O.N.1. del Comando Provinciale Carabinieri di  Palermo. Lei adesso guarda le foto, una per una, ne abbiamo due copie di...

Cap.no.: Sì, si...

P.M.: ... e brevemente dice di chi si tratta, se ne ha già parlato, se non ne ha già parlato...

altFLAMIA: Allora la foto nr. I è Gino Di Salvo, Giacinto Di Salvo.., posso?

P.M.: Aspetti, diciamo... abbiamo delle domande specifiche .... diciamo il ruolo di Gino Di Salvo

FLAMIA: A capo della famiglia mafiosa di Bagheria.

P.M.: E per quanto riguarda i proventi del denaro che veniva  raccolto su Bagheria?

FLAMIA: Faceva tutto lui,, già ai tempi di Pino Scaduto e lui era quello che era in possesso della cassa.

CAP.NO: Quindi anche ora il cassiere, diciamo del mandamento era lui,  insomma...

FLAMIA: Sì, sì.  Ah lo teneva lui, teneva lui tutto il denaro che...

CAP.NO.: Ma c’era un libro mastro, che lei sappia o non venivano  annotate?
.
FLAMIA: Allora, lui mi diceva sempre che, tipo quando mi dava  qualche cento euro per darli a qualcuno, diceva: 'chisti mancu  i’ staiu scriviennu, chisti..'. quindi mi faceva capire che c’era qualcosa di scritto, però un giorno mi disse che per paura che potrebbero un giorno ritrovare qualche libro, qualcosa, lui ne  aveva parlato ....omissis....aveva strappato tutto, tanto lui sapeva a memoria e sapeva a mente chi pagava e chi non pagava, perché non c’erano grosse entrate, non c’erano grosse, grosse cifre...

P.M. Da quanto tempo é al vertice della famiglia?

FLAMIA: Gino Di Salvo? E allora, dal giorno successivo che  hanno arrestato Pino Scaduto, perché io quando è stato del Perseo (operazione Perseo n.d.r.), sono stato arrestato dopo tre o quattro giorni e ricordo che il giorno degli arresti, che io ero ancora fuori  perché mi hanno arrestato dopo tre giorni, lui la sera venne a trovarmi nel...

P.M. Lui chi, Di Salvo ?

FLAMIA: Gino Di Salvo, venne a trovarmi nel, nel posto dove lavoravo io di Gagliano in Via...., alla Certosa, dicendomi che l’indomani mattina doveva avere un appuntamento...omissis....per vedere un po’ di  sistemare le cose a Bagheria perché Pino Scaduto stava  facendo un po’ di casino, aveva fatto intromettere troppi palermitani, si era allargato più di quello che si doveva  allargare, che effettivamente poi l’indomani ci siamo rivisti di  nuovo dove lavoravo io, da Gagliano, e mi aveva chiesto  di fare trovare a quell’appuntamento anche Giovanni Trapani di Ficarazzi.

A quell’appuntamento Gino Di Salvo mi ha confermato che era stato autorizzato  a Bagheria se la doveva sbrigare lui con una mano di aiuto da parte mia, su Ficarazzi se la doveva sbrigare Giovanni Trapani, su Altavilla Milicia che Pino  Zarcone... Pino Scaduto aveva messo a Nino Zarcone, Gino Di Salvo pretendeva, voleva che io chiamassi a Nino Zarcone per dirgli di non mischiarsi più su nulla,...

altP.M.: Questo discorso quando fu?

FLAMIA: Però l’indomani a me mi hanno arrestato...

P.M.: ah, ecco...

P.M.1: Quindi prima di Perseo (inc.) alla vigilia del Perseo...

FLAMIA: L’indomani del Perseo perché io sono stato... il Perseo è stato il 13 dicembre, 14 o 15 dicembre ( 14 dicembre 2011 n.d.r.), a me mi hanno  arrestato il 20, dopo quattro giorni, che c’era un errore sulla data di nascita, sull’Ordinanza di Custodia Cautelare, sulla stessa notte non mi hanno arrestato, mi hanno arrestato dopo tre giorni.

P.M.: Ma... e quindi diciamo in quel momento, cioè fino, cioè quando lei dicono questo discorso...

FLAMIA: Da quel momento...

P.M.: . . . a capo della famiglia c’era Di Salvo Giacinto e a capo del mandamento?

FLAMIA:  No, a capo del mandamento pure lui perché la famiglia mafiosa di Bagheria era autonoma, era autonoma.....

....OMISSIS.... 

P.M.: Dunque si dà atto che la foto n° 1 ritrae Di Salvo Giacinto.

FLAMIA: Detto Gino...

P.M. Passiamo alla foto n° 2.

alt

FLAMIA: Carmelo Bartolone

P.M.: Sì, allora sinteticamente.., quindi nel periodo più recente, quello per così dire fotografato dall’indagine Argo, cosa... di cosa si occupava Carmelo Bartolone?

FLAMIA: Di recuperare qualcosa di soldi tramite estorsioni ma ha fatto più niente che poco...

P.M.: Uhm, quindi non le risultano estorsioni...

FLAMIA: . . .perché era malvisto da tutti, anche chiunque veniva ad  accusarlo che c’era andato per soldi...

P.M.: Non le risultano estorsioni che abbiano portato...

FLAMIA: No. no.  Nessuna, diciamo, nessuna portata a termine da...No, no, che io... ricordo un particolare che era andato lui in un commerciante di mobili, di un mobilificio, ..............,  che questo a titolo personale gli ha regalato trecento Euro, lui c’era andato per avere qualcosa per i  carcerati, questo a titolo personale gli aveva dato trecento Euro e che poi l’ha fatto sapere

P.M.: E quindi quando lei ha appreso che si era allontanato il  Bartolone, quale, come ha spiegato questa...

FLAM1A: Il mio pensiero, il mio pensiero li per li era quello che lui aveva saputo da qualcuno che c’era in programma che lo dovevano ammazzare, il mio pensiero li per lì...

P.M.: Sì..

FLAMIA: . ..però poi avendo parlato un po’ còn Graniti, un po’ con questo Gaetano Ranieri, che poi ho avuto la conferma che lui si trovava lì a Ferrara sotto la protezione di questo  Ranieri, mi avevanò assicurato e mi avevano detto che lui  se ne era andato perché aveva paura che da un momento  all’altro dovevano succedere gli arresti e che lui aveva paura per l’ergastolo.

P.M.: Ma lei non era a parte di questo, in concreto di un progetto...

FLAMIA: No, no...

P.M.:. . . omicidiario...

FLAMIA: .. . io sapevo chc c’era in programma questa cosa, però ero tranquillo perché lo dovevo portare io a morire; e se Io dovevo portare io a morire, lui poteva campare altri mille anni picchi io completamente...

P.M.: Va bene. Quindi diamo atto che la foto 2 ritrae in effetti Carmelo Bartolone, generalizzato...

CAP.NO.: Un’ultima cosa-..

FLAMIA:  Sì ?

CAP.NO: . . è uomo d’onore formalmente combinato Bartolone Carmelo?

FLAMIA: Si, si.

CAP.NO: Sa quando è stato combinato e da chi?

FLAMIA: Il giorno prima che sono stato combinato io...

P.M.: E quando?

FLAMIA: ... io la domenica mattina e lui il sabato..,

P.M.: Di che mese e di che anno?

FLAMIA: Allora sicuramente gennaio anno 2012.

CAP.NO:  dove?

FLAMIA: Sempre a Villabate perché lui mi ha detto che era Io stesso posto, in questo retrobottega di panificio pizzeria...

CAP.NO.: E chi era presente alla cerimonia di affiliazione di Bartolone?

FLAMIA: Allora, lui mi disse che....Omissis, ....Omissis... c’era presente sicuramente....Omissis... Totino Lauricella, se c’erano altre persone non lo so, io non c’ero.

P.M.: Quindi Lauricella, presenti Lauricella e...

FLAMIA: ....Omissis.......

alt

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dall'alto verso il basso le foto ritraggono, Giacinto Di Salvo, Antonino Zarcone, Carmelo Bartolone, Sergio Flamia



 

Intorno alle 11 di stamane un incendio è scoppiato in un magazzino di via Ettore Maiorana , una travera di corso Umberto, a Ficarazzi: per spegnere le fiamme sono dovute intervenire i vigili del fuoco. 

altHanno trovato purtroppo conferma le notizie che all'interno dello stabile ci fosse qualcuno che era rimasto intrappolato dalle fiamme: è stato recuperato infatti un corpo carbonizzato che ancora non è identificato, anche se le prime ipotesi fanno pensare che la vittima sia un parente del locatario dell'immobile.

Non si è ancora saputo se l'uomo si stava prodigando a spegnere l'incendio o se si trovasse già  dentro quando è scoppiato l'incendio.

Più forte è questa seconda ipotesi perchè i vigili hanno trovato la porta chiusa dall'interno ed hanno dovuto forzarla per potere accedere al locale.

 

 

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