Cronaca

I Carabinieri della Stazione di Palermo Centro hanno tratto in arresto con l’accusa di tentato omicidio INGRASSIA Salvatore, pregiudicato palermitano classe 1959, venditore ambulante.

L’uomo questo pomeriggio intorno alle 14.30, all’interno di un’immobile comunale in disuso, già sede della scuola elementare “Ugdulena”, in via Mura San Vito, al culmine di un litigio ha colpito, prima, con un bastone e, successivamente, con un coltello la vittima, un palermitano di 23 anni.

Il giovane raggiunto dal colpo all’altezza dell'emitorace sinistro, è stato trasportato presso l’Ospedale Civico di Palermo, e ricoverato in prognosi riservata presso il reparto di chirurgia vascolare per "ferita da punta e taglio all’emitorace sinistro con intaccamento della vena succlavia”.

L’INGRASSIA fermato sulla scena del delitto dai Carabinieri della Stazione Palermo Piazza Verdi, aveva ancora in tasca il coltello posto sotto sequestro.

Termine formalità di rito l’arrestato è stato associato presso casa circondariale Ucciardone, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Palermo, 25 maggio 2013

 

I Carabinieri della Stazione di Bagheria hanno sgominato una banda composta da cinque giovani ambulanti del palermitano che, durante lo svolgimento del mercato settimanale in via Tommaso Aiello a Bagheria, spacciava a vari passanti che si avvicinavano per acquistare ortaggi e frutta, numerose banconote da 20 € presumibilmente false.

La recrudescenza del fenomeno delinquenziale era stato registrato da alcuni mesi, atteso che molte delle banconote erano state spese anche presso distributori di carburanti e commercianti del centro cittadino bagherese.

Nel corso di un servizio organizzato ad hoc, supportato dal Carabiniere di quartiere che ha svolto un ruolo determinante nell’acquisizione di informazioni, raccolte tra la gente ed i commercianti del luogo, veniva individuato lo smercio di una banconota consegnata dagli ambulanti ad una ignara signora, che aveva acquistato in quel momento delle zucchine.

Il modus operanti adottato dagli abili ambulanti, era quello di riferire nel momento in cui ricevevano dal cliente una banconota da 20 €, per il pagamento di prodotti ortofrutticoli, di non avere resto a disposizione. Sfruttando la confusione presente al mercato cittadino, e approfittando della distrazione da parte delle vittima, al posto di quella autentica, veniva restituita una banconota falsa di pari valore.

Nel corso del blitz effettuato dai Carabinieri intervenuti per metter fine alla denunce di diverse vittime, sono state sequestrate 7 banconote risultate false (prive dei prescritti elementi di sicurezza).

Le persone arrestate si identificano in: AMMIRATA Francesco, nato a Palermo il 03.08.1981 ivi residente, fruttivendolo, pregiudicato; CATALANO Francesco, nato a Palermo il 04.10.1987 ivi residente, fruttivendolo; GAROFALO Giuseppe, nato a Palermo il 04.11.1990 ivi residente, fruttivendolo, pregiudicato; CARLINO Giovanni, nato a Palermo il 04.11.1985 ivi residente, convivente, fruttivendolo, pregiudicato e CATALANO Carlo, nato a Palermo il 02.03.1990 ivi residente, convivente, fruttivendolo, tutti ritenuti responsabili di spendita di banconote false.

All’arrivo dei militari dell’Arma, approfittando della presenza di alcuni clienti, il gruppo di abili venditori ambulanti sopra identificati, confabulando tra loro, tentavano di disfarsi con gesto repentino di qualcosa che mantenevano in mano.

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nella foto da sx verso dx: Catalano Francesco, Ammirata Francesco, Garofalo Giuseppe, Catalano Carlo, Carlino Giovanni

Le immediate perquisizioni effettuate tra le bancarelle, dava esito positivo atteso che, ritrovate a terra, venivano rinvenute 6 banconote del taglio di 20 €, tutte aventi seriale nr. V572010167, così distribuite:

· Nr. 1 banconota sotto la bancarella di CATALANO Francesco;

· Nr. 1 banconota sotto la bancarella di CARLINO Giovanni;

· Nr. 1 banconota sotto la bancarella di AMMIRATA Francesco;

· Nr. 3 banconote tra la bancarella di CATALANO Carlo e quella di GAROFALO Giuseppe.

Le bancarelle degli ambulanti, erano poste ad una distanza di pochi centimetri l’una dall’altra, in modo tale da potersi tenere a stretto contatto ed agire con maggiore facilità.

La vittima, mostrava ai Carabinieri la banconota da 20 €, poco prima ricevuta dall’ambulante. Solo dopo un’attenta visione, si accertava che era falsa e che pertanto aveva subito un raggiro senza accorgersene e invitata in Caserma per regolarizzare la denuncia.

Gli arrestati su disposizione della competente Autorità Giudiziaria, sono stati tradotti presso le rispettive abitazioni in regime degli arresti domiciliari in attesa del rito per direttissima che celebratosi nella mattinata odierna, conclusosi con la convalida degli arresti e l’obbligo di presentazione alla P.G. in attesa di essere sottoposti a giudizio.

Erano tutti rigorosamente da 999 euro per sfuggire agli accertamenti bancari legati al riciclaggio, ma pare che il collaborante  casteldaccese Giuseppe Carbone, del mandamento mafioso di Bagheria, stia consentendo di dipanare anche questa matassa.

Ne scrive Salvo Palazzolo in un articolo pubblicato sulla Repubblica di oggi. 

Giusepe Carbone era uno dei frequentatori più assidui di Juan Ramon Fernandez che pare intendesse investire a Bagheria soldi provenienti dal Canada. E pare che ne arrivassero tanti a bagheresi, anche insospettabili casalinghe, che li 'giravano' poi a Ramon.

Servivano secondo i primi riscontri dei carabinieri del ROS, che hanno scoperto che altri soldi arrivavano con due corrieri, tali Dany eTerry, a fare 'shopping' di attività commerciali nel territorio di Bagheria, pizzerie, bar e ristoranti soprattutto.

Ramon che dopo il suo arrivo a Bagheria era entrato come istruttore in una palestra, successivamente era entrato in società e pare che si preparasse ad acquisirla completamente.

Ramon si vedeva spesso con Carbone e con i fratelli Scaduto, che secondo Carbone mantenevano rapporti telefonici continui con un avvocato canadese con il quale si sentivano spesso; ed oltre agli affari si parlava di equilibri interni alla famiglia mafiosa canadese e a quelle di Bagheria.

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Affari ma anche violenza: come le indiscrezioni che riferiscono che in animo degli Scaduto c'era di eliminare sia il reggente di Bagheria Gino Di Salvo che il suo vice Flamia, oltre che Modica, nel momento in cui questi sarebbe uscito dal carcere.

Equilibri che avrebbero subito un violento contraccolpo in seguito alla decisione di Ramon, che era stato assieme a Modica e gli Scaduto, fedele seguace della famiglia di Don Vito Rizzuto, di passare pare alla cosca avversa.

E' stata questa forse la decisione che ha provocato la sua eliminazione e quella del suo compare Fernando Pimentel, da parte dei suoi amici Giuseppe Carbone e gli Scaduto, Pietro e Salvatore,  che dopo averli attirati in un agguato li avrebbero uccisi e poi bruciato i cadaveri in una discarica in contrada Fiorilli a Casteldaccia.

L'ordine di uccidere è probabilmente partito dal Canada.

E' stato lo stesso Carbone a consentire il ritrovamento dei cadaveri e a ad aprire una pagina sulla storia recente di cosa nostra bagherese che ancora deve essere quasi tutta scritta. 

Intanto sono stati tramutati in arresto da parte del GIP, i provvedimenti di fermo che portarono alla retata dell'otto maggio.

Nell'ultimo periodo pare che il fenomeno che non può essere liquidato come teppismo, ma di vera e propria mentalità criminale si verifica lungo il tragitto dei treni da Brancaccio a Ficarazzi sino a Bagheria.

Vere e proprie sassaiole contro i i convogli che passano e che in qualche caso, per il lancio di sassi di dimensioni notevoli, hanno provocato la rottura dei finestrini e ferito, leggermente per fortuna, qualcuno dei passeggeri.

Gli episodi che si sono intensificate nelle ultime settimane sono opera di 'bande' di giovinastri che ammazzano la noia con questi gesti sconsiderati che potrebbero avere consegunze gravissime, 

Il presidente del Comitato pendolari Sicilia Giacomo Fazio in una dichiarazione rilasciata al 'Giornale di Sicilia' che, con un articolo di Luigi Ansaloni si occupa oggi dell'argomento, stigmatizza questi episodi e sollecita Trenitalia e le forze di sicurezza ad aumentare la vigilanza in quel tratto di ferrovia.

'Ci aspettiamo azioni forti , conclude Fazio, visto il ripetersi di simili ingobili atti'

Quanto accade in queste settimane, riprende  la 'moda criminale' diffusasi qualche anno fa di tirare sassi dai cavalcavia dell'autostrada sulle auto che passavano di sotto, e anche in quel periodo ricordiamo, che dal cavalcavia sul ponte sull'Eleuterio sulla autostrada A19, furono lanciate pietre contro le auto lanciate a velocità.

In diversi casi, si ricorderà, ci furono al Nord soprattutto feriti anche gravi ed in un caso addirittura una donna perse la vita.

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