Cronaca

Pozzi, cisterne e comunque serbatoi d'acqua: sono questi gli obiettivi su cui si sta sviluppando una vasta operazione dei Carabinieri del comando provinciale agli ordini del cap. Raucci, coadiuvati dai Vigili del fuoco, polizia  municipale e unità  di sommozzatori, e che si sta svolgendo dalla  mattinata di oggi in contrada Celso a Casteldaccia.

Su mandato della Procura della Repubblica di Palermo oltre un centinaio tra Carabinieri e Vigili del fuoco stanno setacciando 12- 13 lotti di terreno su cui insistono qualche decina di villette alla ricerca di tracce di Salvatore Colletta e Mariano Farina, i bambini scomparsi in quella località il 31 marzo del 1992.

Ma, come dicevamo, è una ricerca mirata che riguarda pozzi e cisterne e serbatori di acqua. Con potenti idrovore vengono svuotati i pozzi e i serbatoi d'acqua che poi vengono ispezionati dai sommozzatori.

E' stata l'insistenza delle famiglie, soprattutto dei Colletta, (anche perchè i Farina qualche anno dopo il drammatico evento si erano trasferiti in America) a fare riaprire il caso.

Nelle ultime settimane la testimonianza di una donna, secondo  la quale i bambini sarebbero stati uccisi e murati dentro un muro di cemento in costruzione, aveva di fatto riaperto il caso.

In un primo momento gli inquirenti avevano pensato, in base alle sia pure sommarie indicazioni della donna, che resti dei due ragazzini, uccisi pare per un piccolo sgarro fatto inconsapevolmente ai mafiosi della zona, si potessero trovare in contrada Lanzirotti a Bagheria.

I RIS nei giorni scorsi avevano effettuato dei rilievi su un  muro di recinzione della strada che da Incorvino sale verso il cosiddetto crocevia, al fine di verificarne la veridicità.

Oggi questa imponente operazione apre a nuovi e imprevedibili sviluppi sulla vicenda. Si torna a cercare proprio dove i ragazzini sono stati lasciati per l'ultima volta dall'ultimo testimone che li vide in vita e cioè l'amico che li accompagnò in motorino.

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Viene da pensare che qualcuno che al tempo ha taciuto, magari mosso da pietà per l'appello lanciato dai familiari dei ragazzini alla trasmissione Chi l'ha visto?, abbia riferito qualche indizio credibile che possa consentire di scrivere la parola fine su questa tristissima vicenda 

I numerosi vigili del fuoco sul posto stanno utilizzando dei martelli pneumatici con degli interventi che si presumono mirati,  svuotando anche, ove presenti, piscine, e stanno eseguendo sondaggi; le ricerche stanno interessando, come dicevamo, una dozzina di villette sulla S.S. 113, comprese tra  l'incrocio della statale con  via Pietro Nenni, detta del depuratore, e la biforcazione da cui si diramano lato monte una stradina che porta in contrada Cavallaro e un'altra che porta verso la spiaggia del fiume Milicia.

In questo momento continuano ad arrivare i proprietari delle ville che sono stati sollecitati a presentarsi per consentire le ricerche.

Sul luogo si sono anche recati i familiari dei due ragazzini Carmela La Spina e Katia Colletta, rispettivamente mamma e sorella di Salvatore, e il fratello di Farina.

"Spero che non trovino nulla" - è quanto ci dice la signora La Spina: "voglio continuare a pensare che mio figlio sia ancora vivo"

La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato un’affermata società di autotrasporti e spedizioni palermitana, con unità locale anche nel trapanese, del valore di 4,7 milioni di euro, in esecuzione del provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano.

Interessato dal provvedimento, quale reale dominus della società in sequestro, un imprenditore di Palermo di 52 anni, Cesare Carmelo LUPO, attualmente detenuto, già condannato per associazione mafiosa e sorvegliato speciale di p.s., ritenuto fino al 2011 uno dei membri del quadrumvirato a capo del mandamento mafioso palermitano di Brancaccio. 

Titolare, solo formalmente, della società in sequestro, un prestanome incensurato di Palermo, di 51 anni, prescelto dai vertici dalla cosca – secondo le risultanze di indagine – per la gestione di redditizie attività commerciali.

Oltre che su solide fonti di prova, acquisite attraverso intercettazioni di conversazioni telefoniche ed ambientali, appostamenti, pedinamenti, propalazioni di collaboratori di giustizia, il provvedimento di sequestro è stato emesso tenendo anche conto della nettissima sproporzione tra le effettive disponibilità del prestanome e le sue fonti di reddito ufficiali, rilevata dai Finanzieri a conclusione di complesse indagini patrimoniali e finanziarie.

Il sequestro dei beni rappresenta, in particolare, lo sviluppo di altra importante operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Palermo alla fine del 2011 (Operazione “Madre Natura”), che ha portato, anche grazie alle rilevazioni del collaboratore di giustizia Fabio TRANCHINA, al sequestro di un patrimonio, costituito da attività commerciali (distributori di carburante, bar e agenzie di scommesse), beni immobili (appartamenti, ville, negozi e terreni), automezzi e disponibilità finanziarie, del valore di oltre 32 milioni di euro, riferibili, per il tramite di numerosi prestanome e fiduciari, ai fratelli Filippo, Giuseppe e Benedetto GRAVIANO ed ai loro luogotenenti PIZZO Giorgio, LUPO Cesare Carmelo e FARAONE Giuseppe.
 

I Carabinieri della Compagnia di Bagheria hanno tratto in arresto le sottonotate persone ritenute responsabili del reato di furto aggravato in concorso:

· S. f. , nato a Palermo, classe 1974, residente a Bagheria;

· F. s. , nato a Palermo, classe 1986, residente in Bagheria;

· L. t., nato a Palermo, classe 1994, residente a Bagheria.

E’ accaduto proprio stamane, alle ore 02:30, quando i tre giovani sono stati fermati a Bagheria nei pressi del sotto passo FF. SS., a bordo di un’autovettura Fiat Punto dove vi erano custoditi circa 800 kg di cavi elettrici, presumibilmente sottratto da un cantiere edile.

Dagli accertamenti effettuati, i Carabinieri hanno potuto appurare che il materiale era stato rubato da un cantiere edile destinato alla realizzazione di diverse abitazioni private sito in Palermo in via Regione Siciliana.

I cavi rubati verosimilmente sarebbero stati utilizzati per estrarre il tanto ricercato rame “Oro Rosso” e tutto il materiale dopo essere stato recuperato è stato restituito al legittimo proprietario.

I tre arrestati, nella stessa giornata di oggi sono stato tradotti presso il Tribunale di Palermo essere giudicati con rito direttissimo.

Dopo la convalida degli arresti, per S.f., il G.I.P. ha disposto la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, a Palermo; mentre per F. s. ed L. t., la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G..

La conferma ufficiale arriva dell'Ufficio d'igiene del Comune che fa presente che nei prossimi giorni potrebbero verificarsi dei ritardi nella raccolta dei rifiuti a causa del sequestro di un mezzo auto compattatore per la raccolta dei rifiuti solidi urbani presso la discarica di Siculiana.

Il mezzo è stato sequestrato stamani poiché, tra la spazzatura che trasportava, è stato rinvenuto materiale altamente radioattivo raccolto in un cassonetto di Bagheria.

Non solo il mezzo ma anche il conducente, operatore del Coinres, è stato sottoposto a controlli per verificare eventuale contaminazione a causa del materiale radioattivo presente.

Non è escluso che il materiale ritrovato provenga da un laboratorio di analisi bagherese, le indagini sono in corso.

Per i disagi alla raccolta a causa della mancanza del mezzo che lavora su doppio turno l’amministrazione comunale si scusa con la cittadinanza.

 

Ufficio Stampa del Comune di Bagheria
 

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