Cronaca

In primo grado la corte aveva giudicato insufficienti gli indizi e le prove per condannare Domenico Gargano per l'omicidio volontario dello zio Antonio Tripoli ed aveva assolto l'imputato. 

Il pubblico ministero aveva interposto appello nei confronti della sentenza assolutoria ed ora il procuratore generale ha chiesto una condanna a 27 anni per l'imputato.

Il fatto di sangue era accaduto nell'ottobre del 2008, quando Antonio Tripoli era stato ritrovato agonizzante in via del Commercio, una strada a ridosso della stazione ferroviaria di Bagheria accanto alla sua auto.

Ricoverato in ospedale era sopravvissuto per pochi giorni ed era spirato dopo un intervento chirurgico: nei giorni successivi la Polizia era riuscita in qualche modo a interrogare il Tripoli, seppur in condizioni gravissime.

Secondo gli elementi prodotti nell'indagine portata avanti dalla Polizia è venuto fuori che il Tripoli sia pure in quelle condizioni era riuscito a far intendere, a gesti e scrivendo qualche lettera, il nome dello sparatore, individuato dagli inquirenti nel nipote Domenico Gargano.

Nel processo di primo grado le perizie di parte dell'imputato avevano puntato sul fatto che la testimonianza di Antonio Tripoli per le circostanze e le condizioni in cui era stata resa non potesse averer valore probatorio. 

Il Tribunale aveva dato ragione alla difesa assolvendo Domenico Gargano.

Nella ricostruzione delle fasi antecedenti il ferimento venne fuori che Tripoli  aveva incontrato delle persone, pare per l'affitto di un magazzino, che poterono però agevolemnte dimostrare di essersi già allonatanati, e di molto, da Bagheria rispetto all'ora in cui  era stato consumato il delitto.

Pare anche che il nipote, con il quale i rapporti non erano buoni per motivi di inetresse, fosse una delle ultime persone incontrate da Tripoli.

Ora la richiesta della Procura: il processo è stato rinviato al 15 marzo per l'inetrvento della parte civile.

 

nella foto di copertina la vittima Antonio Tripoli e il luogo dell'agguato

 

E' accaduto tutto intorno all 12.30 al comune di Bagheria: si era appena concluso l'incontro tra gli operai Coinres ( ex Temporary) con il sindaco, quando a rappresentare il dramma della loro condizione sono arrivate una ventina di persone, donne soprattutto, che avevano sinora lavorato sia  pure a part time e con redditi minimi, alle dipendenze della Ditta che ha curato sino al 31 dicembre 2012 la pulizia dei locali comunali.

Servizio  anche questo sospeso  assieme a tanti altri, da quello di trasporto pubblico a quello di asilo nido, all'accompagnamento dei disabili ecc...

La delegazione chiedeva di incontrare il sindaco: solito parapiglia, solite urla, la drammatica rappresentazione, che ormai quasi quotidianamente va in scena al comune, di chi rischia di perdere o ha già perso quel poco di reddito che consentiva almeno di sfamarsi.

C'era ancora per fortuna presente nei locali comunali un nutrito schieramento di forze di polizia e di carabinieri, oltre che di vigili urbani che avevano presidiato il comune durante l'incontro con i dipendenti Coinres.

Ad un certo punto una trentenne L.C., si è allonatanata, tornando poco dopo con una bottiglia di benzina che di fronte agli sguardi increduli dei presenti si è versata addosso e in parte per terra.

La donna ha tirato fuori un accendino minacciando di darsi fuoco attimi di terrore tra i presenti anche perchè la benzia e i vapori  avevano invaso l'ambiente.

Per fortuna alcuni poliziotti sono riusciti a bloccare in tempo la donna impedendo che quel gesto sconsiderato potesse avere conseguenze tragiche.

nella foto di archivio: Assemblea di protesta delle assistenti di asilo nido che hanno perso il posto di lavoro

 

 

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Piazza Verdi hanno proseguito senza sosta le indagini sul conto di CORRADINO Gandolfo, trantaduenne pregiudicato, arrestato ieri con l’accusa di detenzione abusiva di armi, ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il CORRADINO, rampollo di famiglia per bene ed erede di numerosi immobili su tutta Palermo, a quanto pare avrebbe preferito dedicarsi, alla coltivazione della Cannabis in un insospettabile appartamento del centro storico cittadino.

Ad indirizzare i Carabinieri sono stati proprio i dépliant trovati all’interno della cassaforte durante le fasi dell’arresto, vere e proprie guide che svelavano tutti i segreti sulla coltivazione di cannabis.

Così ,perquisendo le varie proprietà del CORRADINO, sempre in via Mariano Stabile, sono state trovate e sequestrate circa 161 piante di Marijuana, disposte su più file ordinate e ben illuminate da un impianto alogeno di ultimissima generazione, collegato direttamente alla rete pubblica.

Gli arbusti erano stati selezionati e seguiti in maniera scientifica con l’ausilio di concimi chimici e impianti d’aereazione, per poter produrre “erba” con principio attivo particolarmente elevato.

L’ipotesi investigativa è quella che le piantine fossero coltivate per essere smerciate direttamente nelle piazze di spaccio della “Palermo Bene”.

CORRADINO deferito in stato di libertà per coltivazione di sostanze stupefacenti e furto aggravato è ora in attesa che l’Autorità Giudiziaria si esprima anche in merito alla coltivazione ed al furto di energia elettrica.

Fonte Ufficio Stampa dei Carabinieri
 

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Nel pomeriggio di ieri a Bagheria , i Carabinieri della locale Stazione, a conclusione di un servizio mirato alla repressione del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, hanno tratto in arresto VISCUSO Giovanni, nato a Palermo, classe 1976, residente a Bagheria.

A seguito di perquisizione domiciliare i Carabinieri rinvenivano 50 grammi di hashish, suddivisa in 30 involucri, un bilancino di precisione nonché materiale per il taglio e confezionamento dello stupefacente, il tutto sottoposto a sequestro.

L’arrestato è stato associato presso la casa Circondariale “Ucciardone” di Palermo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

nella foto a destra Viscuso Giovanni

 Nel pomeriggio invece è stato tratto in arresto I.A., nato a Palermo classe 1993, residente a Bagheria disoccupato, ritenuto responsabile del reato di detenzione illecita ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

A seguito di perquisizione personale, i Carabinieri hanno rinvenuto gr. 40 circa di sostanza stupefacente del tipo “hashish” e la somma contante di € 35, il tutto posto sotto sequestro.

L’Autorità Giudiziaria disponeva la traduzione dell’arrestato presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari in attesa di giudizio.

Fonte Ufficio Stampa dei Carabinieri

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