Attualità

Cari ragazzi,

avete appena finito l'esame di Stato e state godendo le vostre vacanze. Qualcuno avrà magari ricominciato a studiare per prepararsi ai test di ammissione per le facoltà a numero chiuso.
Fuori all'aperto, in diversi atenei italiani docenti e ricercatori protestano a difesa del vostro diritto all'istruzione ed alla formazione.

Quale sistema universitario pubblico troverete?

Un sistema che sta annegando nell'indifferenza generale, che sta subendo, come tutta la scuola pubblica, un attacco senza precedenti.
Vi parleranno di riforme per legittimare tagli pesantissimi , di lotta agli sprechi e ai privilegi, di qualità e meritocrazia ed intanto aumenteranno le tasse universitarie, licenzieranno abilissimi ricercatori creando precariato ed instabilità, dirotteranno risorse alle scuole ed università private.
La mia generazione, e prima ancora quella del '68, ha lottato, pur con tanti limiti ed errori, per il diritto allo studio per tutti e la partecipazione democratica alla vita scolastica.
La vostra partita è ancora più difficile. Dovete difendere il vostro futuro.

Dovete lottare per un sistema universitario pubblico, serio, efficace e di qualità che ritorni ad essere laboratorio di democrazia e di eguaglianza, di comunità di saperi, di "universitas" appunto.
Il 2010 è arrivato ed il trattato di Lisbona sull'Istruzione in Italia è rimasto soltanto una dichiarazione di intenti.

Mentre in Europa sulla ricerca, sull'innovazione e l'istruzione si investe l'1,5 del PIL, nel nostro Paese appena lo 0,3.

Rivendicate il vostro diritto alle pari opportunità con i coetanei spagnoli, tedeschi o finlandesi chiedendo a gran voce competitività e ricerca per uscire dalla crisi e dalla depressione economica e sociale. Difendete il vostro diritto a rimanere in Italia., contro la " fuga dei cervelli" e l'emigrazione intellettuale .
Siamo consapevoli che occorre una nuova governance del sistema universitario pubblico ma costruiamola accompagnandola con investimenti e risorse: in gioco c'è la qualità della nostra democrazia, perché una società culturalmente debole non ha gli strumenti per esercitare i propri diritti di cittadinanza.

La difesa della democrazia passa anche dalla difesa della scuola e dell'università pubblica.

 

Vittoria Casa

Dirigente scolastico del Circolo Didattico "G. Cirrincione" di Bagheria

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