Caro sindaco, il Museo Guttuso è un pezzo di passato che va salvato - di Franco Lo Piparo

Caro sindaco, il Museo Guttuso è un pezzo di passato che va salvato - di Franco Lo Piparo

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Villa Cattolica fu per alcuni (pochi) anni il simbolo del riscatto morale e culturale di Bagheria. I nostri attuali amministratori sono molto giovani (ed è bene che sia così) e possono non avere memoria di alcuni passaggi cruciali della storia della Villa, della Galleria Guttuso, di Bagheria. Ne ricordo alcuni.

Sono memorabili le arrabbiature di Guttuso quando, ancora all’inizio degli anni ottanta del secolo scorso, andava a fare visita senza preavviso alla Villa e vedeva i panni dei custodi stesi ad asciugare nei balconi della Villa.

Nel luglio del 1982 Guttuso mi consegnò una lettera con cui avrei dovuto contattare un avvocato di sua fiducia con l’incarico di trovare il modo legale per sottrarre «la donazione (di opere mie e di miei amici e colleghi) al comune di Bagheria e che costituisce l’attuale disgraziatissima pinatocoteca di Villa Cattolica». Ebbi l’accortezza di tenere la lettera per me e non andare dall’avvocato. Guttuso me lo rimproverò. Portai il mio piccolo contributo alla ricucitura dei rapporti di Guttuso con la sua città. Fondamentale fu il lavoro svolto da due personaggi d'altri tempi e che ci capita di rimpiangere: il sindaco democristiano Antonio Gargano e l'onorevole comunista Giuseppe Speciale.

La data-simbolo del cambiamento fu l’idea del conferimento della cittadinanza onoraria. Era il 12 gennaio 1985. Bagheria dette il meglio di sé. Guttuso ne fu colpito. Nello stesso periodo assumeva la direzione della pinacoteca Dora Favatella Lo Cascio. Si era creato un piccolo gruppo informale di lavoro che aveva come guida culturale Renato Guttuso e guida politica il sindaco Gargano. Il risultato fu la donazione e la nascita della “Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Renato Guttuso”.

Ancora negli anni 1995-96 i corpi bassi della Villa ospitavano stalle e officine. Con pazienza, col giusto prezzo e senza contenziosi legali il comune (il sindaco era Giovanni Valentino) è riuscito a impossessarsene. Vennero sostanziosi finanziamenti regionali che furono spesi con economia e senza tangenti. Ne sono testimone.

Sto procedendo per grandi linee. Racconto questi pochi fatti per spiegare perché Villa Cattolica fu per alcuni anni simbolo di rinascita morale e culturale. A partire dalla seconda metà degli anni novanta la Villa fu il luogo di mostre e di eventi nazionali. Credo che ancora oggi le uniche attrazioni culturali di Bagheria sono Villa Palagonia e Villa Cattolica. Anche Villa Valguarnera ha tutte le potenzialità per diventarlo ma preferisco non allargare il discorso.alt

E adesso chiudiamo a tempo indeterminato Villa Cattolica? Per un bagherese della mia generazione è un colpo al cuore.

Vorrei essere chiaro. Villa Cattolica richiede un ripensamento radicale della sua organizzazione e delle sue funzioni. Il sindaco Cinque non può non avere tutta la ragione dalla sua parte quando ricorda che le risorse del comune non sono in grado di sostenere il funzionamento di un bene, così prezioso ma anche così oneroso, come la Villa e la Galleria.

Ma ci saranno soluzioni alternative ottimali con cui fare convivere pubblico e privato. Sindaco e giunta fanno male a chiudersi a riccio, diffidare di tutto e di tutti e non consultare personaggi che quella storia l’hanno vissuta e vorrebbero che non si distruggesse quel poco di buono che le precedenti generazioni hanno lasciato in eredità ai loro figli. Il sindaco, ad esempio, perché non chiede consigli e collaborazione a Peppuccio Tornatore? Sfrutti questa eccezionale risorsa. Esperienza e competenze dell’erede di Guttuso, Fabio Carapezza Guttuso, potrebbero essere altre utili risorse. La lista potrebbe allungarsi di molto.

Caro Sindaco, Bagheria oltre che terra di mafia è anche ricca di risorse intellettuali. Si fidi e dialoghi con loro. L’ultima parola spetterà sempre a lei. È sacrosanto rinnovare ma non butti il bambino insieme con la tanta acqua sporca che ammorba Bagheria. Villa Cattolica è un pezzo di passato che va salvato. Non sarà facile ma bisogna provarci.

Signor Sindaco faccia anche lei di Villa Cattolica un simbolo di rinascita morale e culturale. Lei è giovane e, più e meglio di noi anziani, può parlare con le giovani generazioni. Non si lasci sfuggire questa occasione.

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Franco Lo Piparo, ordinario di Filosofia del linguaggio dell'Universià di Palermo; assessore alla cultura e alle ville nel periodo dal 1995 al 1999, sindaco Giovanni Valentino. Suo lo slogan 'Bagheria città delle ville'

 

nella foto di centro pagina: Renato Guttuso e Romolo Carnevale, mentre a sx si intravede Giorgio Castelli


 

 

 

 

 

 

 

 


 

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