L’ Osteopatia nella civiltà italiana: una realtà possibile - di Gaspare Sanfilippo

L’ Osteopatia nella civiltà italiana: una realtà possibile - di Gaspare Sanfilippo

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Senza giuste regole non possiamo parlare di civiltà e in Italia le leggi per l’osteopatia e gli osteopati ancora non ci sono dopo oltre un quarto di secolo della sua diffusione sul nostro territorio nazionale.

La medicina e la terapia manipolativa osteopatica o semplicemente “l’osteopatia” (TMO) è una professione distinta con finalità sanitaria autonoma che si finalizza attraverso metodiche d’indagine prevalentemente cliniche e terapie di tipo manuali.

Codificata negli U.S.A. alla fine del 1800, l’osteopatia risulta oggi una tra le medicine non convenzionali e tradizionali (CAM-TM) più diffuse al mondo, inserita in numerosi centri di ricerca, cliniche e ospedali pubblici e privati (anche italiani).
I presupposti fisio-anatomici, il concetto di sistemicità e integrazione organica su cui si fonda, rendono l'osteopatia, una vera e propria disciplina innovativa e complessa, perfettamente integrata con la medicina istituzionale convenzionale.
Questa scienza, infatti, contempla conoscenze biologiche, cliniche, terapeutiche e mira al ripristino di funzioni ottimali, al loro mantenimento nel tempo e a formulare proposte preventive in rapporto ad episodi di recidiva patologica o comunque della sintomatologia. L’osteopatia tratta principalmente algie muscolo-scheletriche, alterazioni della postura, disfunzioni circolatorie, del sistema psiconeuro-endocrino-immunitario, viscero\organiche, della masticazione, risulta utile nella preparazione al parto, nelle cefalee ed emicranie, negli esiti post traumatici, post chirurgici, post parto, nelle ernie discali, nelle anomalie respiratorie, in età pediatrica e davvero molto altro, incidendo così di fatto sulle risposte epigenetiche dei sistemi organici.

Come può qualcosa che ha queste caratteristiche e finalità esistere in Italia ed essere così apprezzata dai cittadini ma non avere una regolamentazione adeguata?

La necessità superare il vuoto legislativo italiano e strutturare regole definite e condivise a beneficio e tutela di tutti, in particolare dei cittadini, dei professionisti e dei numerosi studenti delle scuole di osteopatia italiane è ad oggi non differibile.
Regolamentare questa scienza e questa professione in modo adeguato, evitando quindi di fare pastrocchi, significa attuare in Italia le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), dare atto alla Costituzione italiana e basarsi possibilmente su criteri condivisi a livello europeo (CEN) e internazionali pur adeguandoli agli specifici contesti nazionali.

Ordinare questa professione, quindi, rivelerebbe la volontà politica di porre fine alla confusione che si è istaurata in questi anni di vuoto legislativo, facendo una distinzione tra ciò che di valido si è realizzato come professionalità e formazione, per salvaguardarlo e svilupparlo, da tutto il resto inadeguato quanto non dannoso sul piano economico e dei rischi per la salute dei cittadini.

Sembra difficile a crederci è pure anche l’Italia, dopo trent’anni, sembra volersi mettere al passo con la realtà sociale e con il resto del mondo, superando così qualche arretratezza e forme culturali grette e lobbistiche che tanto incrostano la nostra Nazione impedendogli di svilupparsi.

Diffusissima e apprezzata sul Nostro territorio nazionale, solo in questi mesi il riconoscimento dell'osteopatia sul piano normativo è finalmente e concretamente all'interno dell'agenda politica. Con l’articolo 4 del Disegno di legge n. 1324 Lorenzin, dopo il passaggio positivo al Senato di maggio si attende ora il vaglio della Camera per finalmente ottenere la prima base di ordinamento e che ci farebbe finalmente allineare agli altri Stati che già si sono mossi in tal senso e a dare atto alle volontà e indirizzi dettati dall’Organizzazione Mondiale della Salute.
Il 29 settembre appena trascorso è stata un’altra giornata che possiamo considerare storica per l’Osteopatia europea! In questa data, infatti, è stata presentata la così detta Norma CEN (Comitato Europeo per la Standardizzazione) al Parlamento Europeo, per fornire ad ogni governo un piano di riferimento condiviso e scientificamente strutturato e tentare di uniformare la formazione e la pratica professionale osteopatica nel contesto europeo e redatta dal Comitato Tecnico CEN/TC, i cui membri sono gli organismi di normazione nazionali di cui fanno parte anche i rappresentati italiani.
Gli osteopati italiani e i cittadini stanno chiedendo a gran voce regole e leggi in linea con la Norma CEN per tutelare il cittadino! L’osteopatia è una professione che richiede un elevato standard formativo per essere praticata in sicurezza, efficacia e in rispetto delle proprie specificità, in coerenza con i modelli specifici internazionali condivisi.
L’adeguata regolamentazione, commisurata al contesto italiano, comporterebbe diversi vantaggi per gli italiani: maggiori garanzie per l’assistito del percorso degli studi del professionista, maggiore diffusione e integrazione dell’osteopatia nelle strutture sanitarie, facilità di accesso alle prestazioni anche per i meno agiati, migliore detraibilità fiscale, prestazioni esenti dall’I.V.A., facilità per il rimborso delle prestazioni da parte delle assicurazioni, normativa coerente con gli orientamenti legislativi internazionali e agli indirizzi dettati a tutti gli stati membri dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, maggiore possibilità scelta o integrazione terapeutica dei cittadini (come da Costituzione italiana), diversificazione e facilità d’accesso nella scelta degli studi universitari pubblici e privati, maggiore differenziazione e inserimento professionale dei cittadini, risparmio economico della sanità nazionale (come già comprovato per altri Stati), maggiore ricerca scientifica e interazione interprofessionale, trasferibilità dei titoli professionali acquisiti dai nostri professionisti italiani da e verso altri Paesi, e questi solo per fare degli esempi.
L’Italia ce la farà? Beh, io spero proprio di sì, ma vedremo, noi ci stiamo provando sia come categoria di professionisti ma ancora di più come cittadini che sperano e vogliono credere in questa Nazione.

Gaspare Sanfilippo D.O.

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