Corso Umberto: la parola ai consiglieri

Corso Umberto: la parola ai consiglieri

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L’altra sera a margine della seduta del consiglio comunale, abbiamo pensato bene di chiedere a quelli che in fondo saranno gli artefici di una decisione, la loro opinione sulla destinazione di Corso Umberto.
Abbiamo avuto risposte motivate, che vanno riportate e che meritano una riflessione da parte di tutti.

Non hanno dubbi sulla scelta di chiudere definitivamente il corso al traffico automobilistico: Mimmo Di Stefano, Ciro Viscuso, Pietro Canzoneri, Eustachio Cilea e Antonio Chiello, che ha chiosato “tre volte chiuso”.

Poi c’è il gruppo dei “ma serve veramente?
Mah! il corso così come è stato ristrutturato è stato finalizzato a questo scopo?
Il tipo di materiali usato è stato pensato per un traffico automobilistico e non pedonale; ed il traffico sulle stradine a monte? E le mamme che al mattino debbono portare i figli a scuola? Occorrerebbe pensare prima ai posteggi ecc..ecc..

Insomma una serie di dubbi e di distinguo, che non lasciano trasparire un particolare entusiasmo per la chiusura del Corso Umberto al traffico automobilistico.
Gino Castronovo e Nino Amato sono i rappresentanti di questa “scuola del dubbio”.

Ciccio Lima è per attuare una fase sperimentale per “vedere l’effetto che fa” sulla gente e che succede con il corso chiuso, e poi in base all’esperienza che si realizza decidere di conseguenza.

Poi c’è la pattuglia dei “referendari”, Antonio Scaduto e Daniele Vella: “Troviamo un modo che sia il più democratico per fare esprimere la città; possiamo allegare una sorta di scheda di voto nel bollettino comunale o comunque organizzare una sorta di referendum distribuendo questionari e raccogliendo indicazioni nelle scuole, negli uffici, nelle chiese, nei centri di aggregazione sociale, davanti ai supermercati, per avere insomma una idea che sia la più possibile ampia di quello che vorrebbero i cittadini".

Ci sono poi i rappresentanti del “vorrei, ma non posso”: Alessandra Jannì ed Enzo Gulli.
Sì, dicono, io lo chiuderei: però, però, però…

Il gruppone più consistente è quello "dei politici, dei dialoganti e dei riflessivi”: ascoltiamo, esaminiamo, valutiamo, riflettiamo, concordiamo, ponderiamo, chiariamo, approfondiamo con tutti i soggetti interessati, alla luce delle esigenze di tutti, tutti i problemi che potrebbero sorgere.

Il partito insomma degli "indecisi a tutto", o se volete, il partito "dell’ascolto". Iscritti d'ufficio, Angelo Bartolone, Nino Maggiore, Giuseppe Gurrado, Filippo Maggiore , Giuseppe Tripoli, Paolo Amoroso e Caterina Vigilia.

Infine il sindaco Biagio Sciortino: non gli abbiamo mai lesinato critiche e sollecitazioni da queste pagine, però, come si dice “a Cesare quel che è di Cesare”.
Lo dice chiaro ormai e non si nasconde più dietro un dito: “ Io, il Corso Umberto voglio chiuderlo”.

Ci vuole però arrivare con il minimo di dissensi e di traumi e cercando di risolvere preventivamente i problemi che non sono pochi, e che enumeriamo nell’ordine: le esigenze dei residenti; il rifornimento delle merci alle attività commerciali; la possibilità per mezzi di soccorso e di polizia di potere accedere al corso; il traffico infernale che si è scaricato sulle strade laterali; la cronica mancanza di posteggi.

Ognuno di questi problemi presenta soluzioni diverse.
Se è vero che una classe politica dirigente deve essere un passo più avanti dei propri amministrati, senza però perdere il contatto con la gente e senza realizzare fughe in avanti, per tutti questi problemi e per un uso più pieno di questo nuovo spazio, nell’eventualità si decidesse di chiuderlo definitivamente al traffico automobilistico, le soluzioni si potrebbero trovare.

Anche perché non è una discussione che si concluderà presto, ed è giusto che sia così perché la chiusura totale e e definitiva al traffico automobilistico della “stratonello” rappresenterebbe un passaggio veramente epocale per i bagheresi.
Intanto con la scusa che rimane qualche altro piccolo dettaglio da definire il corso resta chiuso sicuramente fino alle festività di Natale.
Poi si vedrà.
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