I risultati dell'accesso agli atti sull'ecomostro a mongerbino- di G. Cangialosi ed E. Tornatore

I risultati dell'accesso agli atti sull'ecomostro a mongerbino- di G. Cangialosi ed E. Tornatore

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Al sig. Sindaco del Comune
di Bagheria

Al Presidente del Consiglio

Al Segretario comunale

Ai Consiglieri Comunali

Al Dott. Ambrogio Cartosio
Procura della Repubblica di Termini Imerese

All’Assessore all’Urbanistica
Dott. Baiamonte Gaetano

Al Responsabile della Direzione IX
Arch. Piazza Maria

Al Responsabile Uff. Condono
Arch. Prestigiacomo

Al responsabile Uff. repressione
Arch. Mattina

All'ARTA
Dipartimento urbanistica
Ufficio Ispettivo

Alla Soprintendenza ai BB.CC.AA.

Alla Prefettura di Palermo

Alla Capitaneria di Porto

All'ARTA
Dipartimento Ambiente
Demanio Marittimo

Oggetto: ECOMOSTRO – OSSERVAZIONI SULL’ACCESSO AGLI ATTI DA PARTE DEI CONSIGLIERI COMUNALE DOTT. TORNATORE EMANUELE E ARCH. GIUSEPPE CANGIALOSI.
Premesso:
• che i sottoscritti Consiglieri Comunali Arch. Giuseppe Cangialosi e Dott. Tornatore Emanuele nell’esercizo delle proprie funzioni hanno svolto l’accesso agli atti relativo alla pratica del cosiddetto ecomostro del Sarello, com'è stata tristemente definita dai giornali nazionali la costruzione incompleta prospiciente alla spiaggetta di Aspra;
• che detto argomento è stato per tanto tempo oggetto inchieste giornalistiche e di interrogazioni regionali e parlamentari, mettendo per l’ennesima volta in cattiva luce il nome di Bagheria;
• che detto ecomostro è stato acquistato all’asta presso il Tribunale di Palermo - Sezione fallimentare dalla Ditta NUOVA POSEIDONIA s.r.l le cui quote sono possedute dal Sindaco, dal Deputato Parlamentare On.Licatini e dal consorte Arch. Liborio Toia, che interviene anche nella qualità di tecnico Incaricato, e da alcuni attivisti del Movimento CINQUESTELLE;
• che il Sindaco, comproprietario dell’ECOMOSTRO, ha firmato nel 2014 un Protocollo d’Intesa con il Procuratore Dott. Leonardo Agueci con cui si impegnava a demolire 740 costruzioni abusive a partire da quelli realizzati abusivamente ricadenti nella fascia dei 150 mt dalla battigia;
• che, alla data odierna, l’Amministrazione Comunale Cinquestelle, così come gli Uffici Competenti non hanno chiarito e/o riferito al Consiglio Comunale e alla Città circa la realizzazione dell’ECOMOSTRO;
• che il Comune di Bagheria ha già proceduto all’acquisizione di diversi immobili abusivi nella fascia di 150 mt. per demolirli cosi come prevede l’art. 31 del DPR380/01, ad esclusione del suddetto ecomostro;
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri Comunali Arch. Giuseppe Cangialosi e Dott. Tornatore Emanuele, alla luce dell’accesso agli atti COMUNICANO quanto segue:
La storia dell'ecomostro del Sarello è strettamente legato a quel periodo storico della città, che prende il nome del “sacco di Bagheria”. Siamo nel 1964 e il tema caldo in città è la discussione del nuovo progetto di piano regolatore generale, che viene portato all'ordine del giorno nella seduta del consiglio comunale del 21.08.1964, durante la quale non fu trattato l'argomento. Il Consiglio Comunale non tenne più altre sedute, perchè il 14.10.1964 tutti i consiglieri decadevano dal proprio mandato, in vista delle elezioni del 22.11.1964.
Il 26 ottobre 1964, proprio alla scadenza del consiglio e alla vigilia delle elezioni, il signor Silvestre Balistreri presenta al Comune di Bagheria la domanda per ottenere il permesso di esecuzioni di lavori edili. Nella domanda si legge che trattasi di un “ampliamento dei locali già esistenti adibiti a pubblico ristorante in cemento armato e solai misti in laterizi e c.a. Infatti, per dichiarazione del signor Balistreri alla Capitaneria di Porto il ristorante esisteva ed era esercito almeno già dal 15 giugno 1963.
Il 6 novembre '64 presenterà anche istanza alla Soprintendenza per il progetto di ampliamento del ristorante a mare e il progetto per abitazione annessa al ristorante. Nella descrizione dei lavori si dice che trattasi di ampliamento di una costruzione già precedentemente autorizzata dalla Soprintendenza.
Gli elaborati grafici del “Ristorante a mare” prevedono una costruzione realizzata da:
• ripostiglio al piano terra, proprio sulla spiaggia;
• un salone coperto al piano primo;
• e un terrazza coperta con tettoia precaria al secondo piano.
Il salone ristorante è collegato in pianta con l'abitazione posta a sud del lotto mediante una piccola cucina.
Il ristorante e l'abitazione sono separati da un ampio patio interno scoperto, da cui si accede al terrazzo estivo.
La Commissione Edilizia si esprime in data 4/12/1964 con parere favorevole “previo parere della Soprintendenza”. Il Sindaco, visto il parere favorevole dell'Ufficiale Sanitario del 9 gennaio 1965, in pari data rilascia nulla osta per l'esecuzione dei lavori al signor Balistreri.
La Soprintendenza rilascia parere favorevole “in sanatoria” con nota n.46 del 3 febbraio 65, ma in sede di sopralluogo constata che i due progetti sono stati realizzati e ammonisce l'Ufficio Tecnico Comunale a non rilasciare più licenze edilizie senza il nulla osta da parte della Soprintendenza.
Risulta inverosimile che l'intera costruzione sia stata realizzata in appena venti giorni (dal 9 gennaio, giorno in cui viene rilasciata la licenza, al 3 febbraio, giorno in cui la Soprintendenza comunica di avere trovato i fabbricati già realizzati) e pertanto è verosimile che le costruzioni siano state realizzate ben prima del rilascio del nulla osta a costruire.
Il 28 gennaio 1965 anche la Capitaneria di Porto chiede a diversi Enti di esprimersi sulla richiesta fatta dal Signor Balistreri di autorizzazione ai sensi dell'art.55 del Codice della Navigazione per edificare nei 30 metri dalla battigia.
Ma l'Ente Provinciale per il turismo l'otto marzo notizia la Capitaneria che l'edificio è già stato costruito e che per quanto di competenza rilascia parere favorevole “a sanatoria”.
Il Comune di Bagheria solo il 27 giugno 1966 renderà parere favorevole alla richiesta della Soprintendenza, quasi un anno e mezzo dopo.
Ma tra le carte prese in visione manca l'autorizzazione finale della Capitaneria di Porto e ai sensi dell'ex comma 7 dell'art.55 del Codice della Navigazione, allora in vigore “L' autorizzazione si intende negata se entro novanta giorni l' amministrazione non ha accolta la domanda dell' interessato”, a pena la demolizione delle opere abusive.
Il 19 febbraio 1965 viene istituita una Commissione Consiliare d'inchiesta sul fenomeno dell'abusivismo a Bagheria, dalla quale emergeranno gravissime irregolarità sulle procedure messe in atto dall'Ufficio Tecnico nel rilascio delle licenze edilizie. Il lavoro della Commissione d'inchiesta, che si concluderà nel maggio del 1966, sfocerà in un processo penale in cui verranno coinvolti amministratori e funzionari e in un'ispezione dell'Assessorato Regionale agli Enti Locali, di cui dopo daremo conto.
Il 18 marzo la Prefettura con nota n.27280 del 18.03.1965 affida all'ing. Antonino Mauceri ai sensi dell'art.4 del R.D. 16.11.1939, n.2229 “l'incarico di vigilare sulla esecuzione dei lavori inerenti alle strutture in c.a.”, la licenza edilizia dovrà essere mostrata all'ispettore “per effettuare il controllo per la perfetta rispondenza con i lavori dichiarati e da costruire”. Ma su cosa l'ing. Mauceri dovesse sorvegliare non è chiaro, poiché i lavori alla data del 18 marzo '65 sono già finiti da un pezzo! Nonostante ciò la Prefettura rilascia nel luglio '65 l'ammissione all'uso della costruzione.
Nell'ottobre 1966 l'Assessore Regionale agli Enti Locali venuto a conoscenza dei lavori della commissione d'inchiesta consiliare dispone una visita ispettiva presso il Comune di Bagheria al fine di verificare eventuali irregolarità e disfunzioni nel settore edilizio. Da tale visita ispettiva emerge che “L'attività comunale si è limitata alla predisposizione di un regolamento edilizio con annesso programma di fabbricazione del 19.4.60 che non è stato inoltrato all'Autorità governativa regionale per la prescritta approvazione. Da ciò consegue che l'unico strumento valido è il R.E. del 1906, mentre il più recente del 1960 è da ritenersi non esecutivo e quindi inapplicabile. Negli ultimi sei anni, invece, l'Amministrazione ha dato attuazione al R.E. del 1960...” Si tratta di circa tremila licenze edilizie rilasciate dal '60 al '66 in maniera illegittima, tra cui anche quella dell'ecomostro del Sarello.
Nel '69 l'immobile ottiene l'agibilità da parte del Comune: il secondo piano da terrazza coperta (previsto nel progetto), diventa “salone”!
Rispetto al progetto del '64 attualmente l'immobile presenta tutto il secondo piano abusivo, poiché da terrazza con copertura precaria è diventato salone con soletta in cemento armato e inoltre il patio tra il ristorante e l'abitazione è stato coperto. Rispetto al progetto l'immobile presenta un volume abusivo di circa 1200 mc.
Per detto immobile è stata presentata istanza di Condono ai sensi della L.R 47/85 con prot. 35445 P.C. 4008/C e che è stata più volte diniegata, giusta nota del 20.11.2005 ma mai fatti gli atti conseguenziali.
Che, per ultimo, in data13.02.2018 la sig.ra Coffaro Angela, rappresentante legale della Società, ha presentato istanza ai sensi dell’art.40 comma 6 L.47/85 prot. 11102 P.C.1607/n.c.e
L’ufficio tecnico con nota del 27.06.2018 prot. 45694 DINIEGA l’istanza di Condono presentata ma ancora alla data odierna non ha intrapreso gli atti conseguenziali e non ha proceduto all’Ordinanza di Demolizione delle parti abusive.
La sig. Coffaro Angela, rappresentante legale della Società, ha trasmesso copia delle planimetrie catastali, importantissime ai fini di capire le difformità realizzate e la reale consistenza in superficie e volume rispetto al progetto approvato in data 09.01.1965.
Di dette planimetrie catastali che dovevano essere agli atti non si ha alcuna traccia, ma da discussione verbale con il Dirigente, l’Ufficio aveva provveduto a richiederle anche se si è rifiutato di fornirle in visione ai consiglieri comunali.
I sottoscritti Consiglieri Comunali dopo aver studiato a fondo i documenti forniti ed acquisito le planimetrie catastali evidenziano che l’immobile in atto si presenta in difformità, a nostro avviso, totale, in termini di superficie e volumi realizzati rispetto al progetto autorizzato nel 1965 e che pertanto non può essere in alcun modo essere sanato.
In tal senso, si ritengono gravi gli atti amministrativi in cui il Consiglio Comunale su proposta del Sindaco ha prima approvato un regolamento sugli immobili abusivi, rivelatosi illegittimo, che prevedeva la salvaguardia del diritto di abitazione anche nella fascia dei 150 metri, poi ampliato l'oggetto sociale della società municipalizzata AMB per consentire l'istruttoria delle pratiche di sanatoria edilizia, mentre sindaco e presidente della società avevano una pratica di sanatoria in corso.
Pertanto dall’esame, sicuramente ancora da approfondire, degli atti in possesso e dallo stato dei luoghi cosi come si può evincere dalla documentazione fotografica agli atti del comune, la vetustà delle opere eseguite e lo stato di conservazione strutturale del manufatto ECOMOSTRO, dall’ubicazione a confine con la zona franosa cosi come riportata nel PRG vigente e per le ingenti opere di demolizioni ed adeguamento sismico alle nuove normative e per l’impatto ambientale che ne scaturirebbe per la realizzazione di dette opere di adeguamento sismico e rimessa in pristino, si evince che l’intero immobile debba considerarsi non più usufruibile per il fine per la quale era stato percepito e realizzato in modo totalmente difforme dal progetto approvato, nonostante la licenza edilizia presenti gravi illegittimità e manchi del parere della Capitaneria di Porto.
Alla luce di quanto sopra detto i Consiglieri Comunali, Arch. Giuseppe Cangialosi e Dott. Tornatore Emanuele, COMUNICANO che l’Amministrazione Comunale, nella figura del Sindaco Patrizio Cinque e L’on. Licatini e a spregio della legalità tanto professata dal Movimento Cinquestelle di cui loro fanno parte, acquistano un bene abusivo per i propri interessi in beffa al loro programma che al contrario prevedeva la riqualificazione degli ecomostri per scopi di pubblica utilità e restituirli alla società. In linea con il contrasto all’abusivismo ed in favore della salvaguardia del patrimonio ambientale, già negli anni precedenti la Soprintendenza ai Beni culturali ed Ambientali aveva decretato l’Abbattimento dell’Ecomostro, al fine di restituire ai cittadini del luogo e ai turisti la bellezza magica della costa ed il monumento di roccia in tutta la sua bellezza naturale. Oggi, invece, le cose cambiano e piuttosto che riqualificarlo e restituirlo alla società, l’ormai famoso ecomostro viene acquistato dalla società pentastellata che ne farà un albergo. Società costituita due giorni prima dalla prevista asta giudiziaria, il che la dice tutta; ma per quanto ciò possa essere legalmente lecito, anche se ciò è ancora da verificare, i sottoscritti ritengono che non sia altrettanto opportuno non abbarterlo. Salvaguardare interessi specifici dell’amministrazione sacrificando la salvaguardia della costa, creare un albergo naturalmente a 5 stelle piuttosto che riportare all’originale bellezza un luogo di suggestivo incanto. L’interesse specifico e potremmo dire personale di un’amministrazione che prevale sull’interesse pubblico, si commenta da sé. Pur non entrando nel merito della legalità e liceità delle azioni, per le quali lasciamo alle Autorità competenti di esprimere il proprio giudizio, a nostro avviso si palesa un’evidente quanto inopportuna ingerenza tra interesse privato e ruolo pubblico; salvaguardare e perseguire i propri interessi privati e personali a scapito della tanto professata legalità e dell’ambientalismo che l’odierna amministrazione ha sempre dichiarato di sostenere. E ciò è da considerarsi fatto grave. Per quanto sopra si conclude ritenendo, altresì, che l’ecomostro di che trattasi non può essere luogo legalmente al servizio del territorio e dell’ambiente, non ha le caratteristiche per essere riconvertito in spazi da restituire alla collettività per ivi svolgere attività culturali, sociali, turistiche e assistenziali; e ciò sia sotto il profilo tecnico che dall’analisi costi – benefici come sopra analizzato in dettaglio.

Bagheria,
I Consiglieri Comunali.

Arch. Giuseppe Gangialosi

Dott Tornatore Emanuele

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