Il limone di Bagheria di nuovo in profonda crisi- di Vincenzo Lo Meo

Il limone di Bagheria di nuovo in profonda crisi- di Vincenzo Lo Meo

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Dopo il trend di mercato positivo che durava dal 2008, anche la limonicoltura registra una preoccupante crisi: il basso livello dei prezzi che quest’anno quotano i limoni scoraggia molto chi produce ed ha negli ultimi anni investito sperando che il mercato rimanesse remunerativo.

Oggi, ed è già il secondo anno, la produzione invernale viene pagata ad un prezzo di gran lunga inferiore al costo di produzione.

Proviamo quindi a fare un rapido conto economico per quantificare dettagliatamente il costo di produzione di un limoneto e capire con la concretezza dei numeri la gravità del fenomeno.
Superficie ettari 1,00
sesto m 4 x 4 = 625 piante per ettaro, in stazione di maturità
produzione q.li 250, dei quali q.li 180 di produzione di limoni invernali con raccolta da gennaio a maggio e q.li 70 di produzione estiva con raccolta da giugno a ottobre
presenza di pozzo in azienda da cui edurre l’acqua di irrigazione
presenza di impianto irriguo fisso, aspersione sotto chioma del tipo a baffo
costi anno 2023-24

Salari:
per raccolta (si ipotizza che un lavoratore raccolta in media q.li 6,25 di produzione per giornata lavorativa:
q.li 250 : q.li 6.25 = n. 40 G.U. x € 81,09 (costo della giornata lavorativa valido dall’1.1.2022 per la provincia di Palermo, area 2 livello D, comprensivo di oneri assistenziali e previdenziali) = € 3.242,40
per potatura (si ipotizza che un lavoratore poti in media 30 alberi al giorno):
n. 625: 30 = 21 G.U. x € 87,14 (costo della giornata lavorativa compreso oneri assistenziali e previdenziali, area 1 libello B) = € 1.829,94
- per raccolta e bruciatura ramaglia n. 4 G.U x € 81,09 = € 324,24
per n. 1 trattamento antiparassitario n. 2 G.U. x € 81,09 = € 162,18
per distribuzione concime n. 4 G.U. x € 81,09 = € 324,24
per sfalcio erba con decespugliatore n. 2 interventi, n. 10 G.U. x € 81,09 = € 810,90
per n. 1 diserbo chimico n. 2 G.U. = € 162.18
Totale Salari = € 6.531,84

Spese varie
concime ternario q.li 6 x € 80,00 + q.li 5 di solfato di ammonio x € 60 = € 780,00
energia elettrica = € 1.200,00
antiparassitari (olio minerale bianco) kg 25 = € 80,00
diserbanti (glifosate) kg 5 = € 90,00
carburanti = € 50,00
manutenzione e imprevisti = € 50,00
consulenza fiscale = € 150,00
Totale spese varie = € 2.400,00

Direzione, amministrazione e sorveglianza, il 5% della PLV
(q.li 180 x € 25,00 + q.li 70 x 0.60= € 435,00 € 435,00

Costi fissi
- IMU € 600,00
- Ammortamento della piantagione arborea e delle attrezzature € 500,00
Totale costi fissi € 1.100,00

Beneficio Fondiario (prezzo d’uso del capitale fondiario)
Saggio ricavabile da investimenti alternativi il 2% sul valore capitale pari a €
60.000/ettaro = € 1.200,00

Totale costo di produzione = € 11.666,84 : q.li 250 = €46,66/q.le

Per produrre un chilogrammo di limoni il costo è pertanto di 0.47 al chilogrammo

Nel caso l’acqua irrigua provenga dalla rete consortile (consorzio Palermo 2), la quota consortile è oggi pari a € 850,00/anno (importo che sostituisce il costo dell’energia elettrica di € 1.200,00 occorrente per edurre l’acqua dal pozzo aziendale).
In tale caso il costo complessivo è pari a 11.316,84 e al chilogrammo = € 0.45

Se il costo della manodopera viene considerato epurato degli oneri previdenziali ed assistenziali, come avviene in prevalenza, e quindi il costo della giornata lavorativa viene assunto in € 60,00 (in luogo di € 81,09) e in € 70,00 solo per la potatura (in luogo di € 87,14);
Il conto economico resta determinato nel modo seguente:
Salari: G.U. n. (54 x € 60,00) + (n. 30 x € 70, per potatura) € 5.340,00 invece di € 6.531,84
In tale ipotesi il costo totale di produzione scende a € 10.474,84
€ 10.474,84 : q.li 250 = € 41,89/q.le e cioè a 0.42 al chilogrammo

Con gli attuali prezzi di € 0.25 chilogrammo si registra, nell’ipotesi migliore, una perdita di reddito netto di almeno di € 0.17 per ogni chilogrammo prodotto e, nella condizione meno favorevole di € 0.22 al chilogrammo prodotto.

Permanendo tale situazione ci si avvierà di nuovo al progressivo abbandono della coltura, come già avvenuto a metà degli anni Ottanta del XX secolo con le immaginabili drammatiche conseguenze di tipo economico, paesaggistico e, non ultimo ambientale, in relazione al venir meno dell’azione di sottrazione dell’anidride carbonica cui la coltura contribuisce, soprattutto in quest’area metropolitana.
Ci stiamo avviando a “perdere” di nuovo tale coltura dopo il periodo di mercato abbastanza favorevole che durava dal 2008.

Bagheria 6 marzo 2024 Vincenzo Lo Meo

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