Lotta al racket e alla usura: a Bagheria si respira un'aria nuova

Lotta al racket e alla usura: a Bagheria si respira un'aria nuova

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Sarà l’effetto Baarìa che persiste: ma oggi ci è parso di cogliere un clima nuovo, una consapevolezza nuova, una volontà nuova, nella conferenza stampa in cui è stato fatto in qualche modo il punto, dopo i recenti arresti effettuati dai carabinieri a Bagheria, sulla lotta al pizzo, al racket, ed alla criminalità mafiosa a Bagheria, e non solo.


Al di là del valore delle presenze, saltava stamane subito agli occhi come un insieme di forze, con sincerità e convinzione, credono forse per la prima volta che la mala pianta di cosa nostra possa essere estirpata.

Sarà forse, lo ripetiamo, l’effetto Baarìa, che sta proiettando in Italia oggi, e domani nel mondo, il senso di una comunità che non è solo mafia, sarà il comunicato appello di Teo Luzi, comandante provinciale dei Carabinieri, ha fatto seguire dopo l’arresto dei due estortori bagheresi, che è stato possibile, ricordiamolo, per la collaborazione degli imprenditori oggetto delle richieste e delle minacce estorsive, quindi di bagheresi coraggiosi, sarà perché in questa ultime settimane, autorità di governo, di polizia e di sicurezza dal prefettoal comandante dei CC. sono venuti diverse volte a Bagheria, sarà perché si coglieva che la politica parla accenti inequivocabili e forti, ed assieme alla èpolitica, le istituzioni, la chiesa, gli imprenditori, hanno la sensazione che stavolta sia la volta buona.

Vogliamo ricordare in questo momento quanto disse nel febbraio scorso il p.m. Nino Di Matteo, in un incontro con gli studenti del Liceo Classico “F. Scaduto”.

"A Bagheria disse Di Matteo - cosa nostra è destrutturata; dopo gli ultimi arresti dell’operazione Perseo, capi, sottocapi e aspiranti capi sono in galera, e ci resteranno per parecchio tempo.
E’ l’occasione perché Bagheria rialzi la testa e si riappropri del proprio futuro."

Ecco forse è quello che sta accadendo.

La cronaca:

Doveva essere una conferenza stampa, ma ci sono un centinaio di persone. Ci sono il sindaco, il presidente del consiglio, assessori e consiglieri di vari gruppi politici.
Ci sono Padre Francesco Michele Stabile, parroco di una chiesa di frontiera, quella di San Giovanni Bosco, che ogni giorno tocca con mano i drammi della emarginazione e della povertà di alcune famiglie di parrocchiani; c’è padre Salvatore Lo Bue della Casa dei Giovani; ci sono le forze dell’ordine, il comandante della Compagnia dei CC. Di Bagheria, maggiore Francesco Tocci e il comandante della Stazione maresciallo Ettore Saladino; il dirigente del locale Commissariato di P.S. di Bagheria dr. Luca Salvemini assieme all’ispettore dr. Mimmo Barone, promotore nelle scuole bagheresi di progetti per la legalità; c’è il capitano della Tenenza della Guardia di Finanza, T.Sciarabba.
Presente anche il comandante dei VV.UU. Maurizio Parisi.
Il presidente del Centro Studi Pio La Torre, Franco Lo Monaco, l’avvocato Pietro Barcellona, legale dell’Associazione antiracket, e Gianni Granata a.d. del Patto Territoriale.

Ci sono Italo Fragale, rappresentante di Confcommercio, assieme ad altri commercianti; c’è Carmelo Tripoli, presidente della Coop La Sicilia, una delle imprese che ha detto sempre no agli estortori; ci sono giovani, rappresentanti di Associazioni, giornalisti. Coordina Pippo Cipriani.

Discorsi non di circostanza a partire dalle dichiarazioni del sindaco Biagio Sciortino:” Il comune si costituirà parte civile, al di la dei benefici (tra l’altro ormai cancellati), di ordine economico, nei confronti di quanti infangano il nome della nostra città: Vogliamo essere una città di cultura, la città di Tornatore e Scianna, di tutti quei cittadini perbene e di tutti quegli imprenditori e commercianti onesti che vogliono intraprendere nella libertà e nella sicurezza.

Pippo Cipriani sottolinea come “Bagheria stia manifestando voglia di legalità e di riscatto: oggi assieme alla politica ci sono le forze della Chiesa,gli imprenditori, i commercianti, i giovani, larga parte della società”.

Gli ha fatto eco Lillo Speziale presidente della Commissione regionale antimafia che ha sottolineato” come è stato sancito per legge che l’imprenditore, il commerciante che denuncia gli estortori, nel momento in cui questi verranno anche solo rinviati a giudizio , avrà per cinque anni un esonero di IRAP, ICI e IRPEF. Per questo denunciare conviene.
Non dovrà più accadere quello che accadde a Gela qualche anno fa, allorchè un imprenditore che aveva denunciato i suoi aguzzini, (Nino Miceli n.d.r.) dopo qualche anno si trovò costretto a lasciare la propria città ed a chiudere la propria attività commerciale, mentre gli estortori dopo qualche anno tornavano a girare indisturbati”.


Beppe Lumìa ha insistito sul concetto chele somme sequestrate ai mafiosi, e sono cifre ingenti, almeno in parte debbano essere utilizzate per risarcire le comunità cui queste risorse sono state sottratte.
Ed ha aggiunto: ”Sappiano i mafiosi che le forze di indagine e di sicurezza, li conoscono, sanno ormai chi sono, dietro quali paraventi si celino e che non hanno scampo: è questione di tempo, ma verranno consegnati alla giustizia.
Ne sono prova gli oltre duecento arresti effettuati dai Carabinieri nell’ultimo anno solo in provincia di Palermo:non solo ma – conlude l’esponete del P.D. - faremo in Parlamento la proposta di far partire, e qualunque sia il reato, le condanne per gli affiliati a cosa nostra dai venti anni di carcere in su.”


Daniele Vella, presidente del consiglio comunale di Bagheria, mette in risalto come “In questi anni in maniera chiara e forte, il consiglio ha fatto sentire la propria voce”.
Infine è Padre Salvatore Lo Bue spiega come "la lotta contro cosa nostra passi attraverso i progetti di riscatto dei più disagiati e dei soggetti più ma rischio.”

Una bella giornata da ricordare per Bagheria.

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