Una domandina facile facile, a sindaci e amministratori del Coinres

Una domandina facile facile, a sindaci e amministratori del Coinres

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C’è una domanda che ci frulla per la testa da qualche tempo e che vorremmo rivolgere a sindaci, amministratori e manager del Coinres.
Abbiamo scoperto tempo fa, e con noi i cittadini che pagano la Tarsu (tassa raccolta e smaltimento rifiuti solidi urbani),

che l’ormai ciclica astensione dal lavoro messa in atto dai dipendenti del Coinres, per i ritardati pagamenti delle loro spettanze, e che provoca che ben conosciamo, non è in realtà uno sciopero di cui in qualche modo i lavoratori pagano pegno. Assolutamente no.

E’, come dire, un’astensione dal lavoro legittimata dal fatto che i lavoratori non ricevono dal Coinres la cosiddetta D.P.S., vale a dire la Dotazione Personale di Sicurezza, consistente in buona sostanza in un paio di stivali anti infortunio, in una tuta da lavoro con strisce catarifrangenti, guanti e mascherine.

E non ricevendo pertanto questa dotazione essenziale per lo svolgimento in sicurezza della loro mansione, si astengono dal lavoro, pur risultando presenti ed essendo regolarmente retribuiti.

Ci siamo informati con rappresentanti di ditte specializzate in questo settore, e ci è stato risposto che il costo totale di questa dotazione consistente in un paio di scarponcini e in due divise invernali complete,oscilla, tutto compreso, tra i 250 e i 300 Euro per addetto.
Moltiplicando questa cifra per i trecento dipendenti, (ad essere ottimisti), addetti alla raccolta, viene fuori la cifra 75.000-100.000 Euro.
Occorre sapere che sono migliaia le giornate in cui, pur regolarmente retribuiti, centinaia e centinaia di addetti alla raccolta del Coinres non hanno lavorato arrecando un danno incalcolabile, innanzitutto al decoro e alla dignità di una città, ma anche alle casse del consorzio, e quindi dei comuni, e quindi dei cittadini, senza rimetterci un solo euro per queste giornate di protesta.

Un dipendente del Consorzio viene a costare al Consorzio, compresi gli oneri fiscali e previdenziali dai 60 ai 70 euro al giorno.
Fate una semplice moltiplicazione, e vedete un po’ la sproporzione macroscopica tra quanto necessario per le D.P.S. e i danni indotti dalla mancanza di questa dotazione.
Ora riflettete un istante: i sindaci hanno pagato decine di volte con fondi comunali le spese di carburante, e pagheranno con propri fondi aziende mezzi e uomini di ditte che si sono sostituite ai dipendenti e ai mezzi del consorzio nelle ormai croniche emergenze. Cioè diverse centinaia di migliaia di euro.

Non solo: ma l’accumularsi dei rifiuti, ha ogni volta provocato incendi appiccati a cassonetti e cumuli che, oltre al costo dei cassonetti, hanno richiesto decine e decine di interventi dei Vigili del fuoco, con spese che è facile immaginare.

La conclusione è che un Consorzio che ogni mese paga ogni mese oltre 750.000 euro di salari e stipendi, 600.000 euro per costi di discarica, oltre 350.000 per nolo di mezzi privati, ed altri 200.000 di altre spese, per un totale di quasi 2.000.000 di Euro al mese, negli ultimi due anni, non è ancora riuscito a trovare 100.000 (centomila) euro per fornire le dotazioni di sicurezza agli operai addetti alla raccolta, offrendo così un facile e comodo pretesto per astenersi dal lavoro “ad libitum” e arrecare alla collettività danni incalcolabili.

Perché nessuno, tra i sindaci e gli amministratori del Consorzio, si è sinora occupato e preoccupato di trovare questi 100.000 euro, che sono ben poca cosa rispetto alle spese correnti e alle conseguenze economicamente catastrofiche che tale “disattenzione” ha provocato?

La domanda è naturalmente retorica: sappiamo bene, e perché, che nessuno ci risponderà.
 

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